L’Evangelii nuntiandi di san Paolo VI ci ricorda la necessità di convertirci continuamente a Cristo. Per favorire questa conversione del cuori, Papa Francesco chiede di rinnovare ogni anno, nella festa dell’Annunciazione, la consacrazione al Cuore immacolato di Maria
di Michele Brambilla
Papa Francesco annuncia ai fedeli dell’udienza di mercoledì 22 marzo che «oggi ci mettiamo in ascolto» di quella che considera la “magna charta” dell’evangelizzazione nel mondo contemporaneo, ovvero «l’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi di san Paolo VI (EN, 8 dicembre 1975). È attuale, è stata scritta nel 1975, ma è come se fosse scritta ieri», dice il Papa ribadendo che «l’evangelizzazione è più che una semplice trasmissione dottrinale e morale. È prima di tutto testimonianza: non si può evangelizzare senza testimonianza; testimonianza dell’incontro personale con Gesù Cristo, Verbo Incarnato nel quale la salvezza si è compiuta» anzitutto per lo stesso missionario, dato che «ognuno di noi è chiamato a rispondere a tre domande fondamentali, così formulate da Paolo VI: “Credi a quello che annunci? Vivi quello che credi? Annunci quello che vivi?”».
Ne deduciamo che «in questo senso, la testimonianza di una vita cristiana comporta un cammino di santità, basato sul Battesimo, che ci rende “partecipi della natura divina, e perciò realmente santi” (Cost. dogm. Lumen gentium, 40). Una santità che non è riservata a pochi», essendo una vocazione universale. I primi da evangelizzare sono, quindi, proprio gli evangelizzatori, «e così si fa l’evangelizzazione del cuore. Per dare questa testimonianza, anche la Chiesa in quanto tale deve cominciare con l’evangelizzare sé stessa», mettendosi continuamente alla sequela del Signore. Infatti «una Chiesa che si evangelizza per evangelizzare è una Chiesa che, guidata dallo Spirito Santo, è chiamata a percorrere un cammino esigente, un cammino di conversione, di rinnovamento. Ciò comporta anche la capacità di cambiare i modi di comprendere e vivere la sua presenza evangelizzatrice nella storia, evitando di rifugiarsi nelle zone protette dalla logica del “si è sempre fatto così”», confermando ancora una volta una visione dinamica della Tradizione ecclesiale.
«La Chiesa dev’essere una Chiesa che incontra dialogicamente il mondo contemporaneo, che tesse relazioni fraterne, che genera spazi di incontro», senza però derogare ai “punti fermi” della sua dottrina. Non a caso il Papa elogia i pro-life polacchi, rammentando a tutti che «questo sabato celebreremo la solennità dell’Annunciazione del Signore. Nella vostra patria è anche la Giornata della Santità della Vita. Come segno della necessità di proteggere la vita umana dal concepimento alla morte naturale, la Fondazione “Sì alla vita” destina allo Zambia la campana “La voce dei non nati” che ho benedetto questa mattina. Il suo suono porti il messaggio che ogni vita è sacra, ogni vita è inviolabile».
Pensando sempre alla solennità del 25 marzo, il Santo Padre rievoca la consacrazione al Cuore immacolato di Maria di Ucraina e Russia compiuta l’anno scorso. In proposito «desidero perciò invitare ciascun credente e comunità, specialmente i gruppi di preghiera, a rinnovare ogni 25 marzo l’atto di consacrazione alla Madonna, perché lei, che è Madre, possa custodirci tutti nell’unità e nella pace».
Giovedì, 23 marzo 2023