di Michele Brambilla
Solennità dell’Immacolata Concezione, quella del 2018, segnata in Italia dalla tragedia di Corinaldo (AN). La terra che ha dato i natali proprio al Papa che proclamò il dogma oggetto della festa odierna, il beato Pio IX (Senigallia 13 maggio 1792-Roma 7 febbraio 1878), piange 5 suoi figli e una madre, travolti dalla folla che stava assistendo ad un concerto rap in una discoteca, come non manca di ricordare, all’inizio dell’Angelus dell’8 dicembre, lo stesso Papa Francesco: «assicuro un ricordo nella mia preghiera per i ragazzi e la mamma che sono morti questa notte in una discoteca a Corinaldo, vicino ad Ancora, come pure per i numerosi feriti. Chiedo per tutti l’intercessione della Madonna».
E’ in situazioni come queste che la domanda sul male riemerge profondamente. Francesco risponde analizzando in profondità Gn 3,9-20: «la Parola di Dio oggi ci presenta un’alternativa. Nella prima Lettura c’è l’uomo che alle origini dice no a Dio, e nel Vangelo c’è Maria che all’annunciazione dice sì a Dio». Il peccato originale, che ha contaminato anche il creato, consiste nel rifiuto di Dio e del Suo piano di salvezza.
L’«eccomi» di Maria (cfr. Lc 1,38) è una profonda conversione, che il mondo ha atteso e si è pienamente realizzata in Gesù. «Dalla sua fecondità è germinato per noi Colui che ci sazia con angelico pane. La ricchezza dissipata da Eva peccatrice da Maria ci è ridonata; da una donna si è infiltrato tra noi il veleno della colpa, da una donna comincia l’opera di salvezza» (Messale Ambrosiano, prefazio II della VI domenica di Avvento). Il “si” della Madonna, ripete più volte il Pontefice, inaugura la restaurazione in Cristo di tutte le cose. «Eccomi è la parola-chiave della vita. Segna il passaggio da una vita orizzontale, centrata su di sé e sui propri bisogni, a una vita verticale, slanciata verso Dio».
Allora, suggerisce il Papa, «perché non iniziare così le giornate, con un “eccomi, Signore”? Sarebbe bello dire ogni mattina: “Eccomi, Signore, oggi si compia in me la tua volontà”. Lo diremo nella preghiera dell’Angelus, ma possiamo ripeterlo già ora, insieme: Eccomi, Signore, oggi si compia in me la tua volontà!». E’ il grido di una umanità che non presume di autodeterminarsi in tutto, come vorrebbe la cultura postmoderna. «Non dice: “avvenga secondo me”, ma “secondo Te”. Non pone limiti a Dio. Non pensa: “mi dedico un po’ a Lui, mi sbrigo e poi faccio quel che voglio”. No, Maria non ama il Signore quando le va, a singhiozzo. Vive fidandosi di Dio in tutto e per tutto. Ecco il segreto della vita. Può tutto chi si fida di Dio in tutto».
Essere immacolata (quindi 0 concupiscenza) significa automaticamente “tutto più semplice” nel corso dell’esistenza terrena? Francesco sfata con decisione il mito della Madonna “eterea” e perennemente passiva: «ciò non vuol dire che per lei la vita sia stata facile, no. Stare con Dio non risolve magicamente i problemi». L’angelo partiva, ma ora bisognava dare una spiegazione “plausibile” dell’accaduto, in primis a san Giuseppe. «Ma Maria mette la fiducia in Dio davanti ai problemi. […] Ecco l’atteggiamento sapiente: non vivere dipendendo dai problemi – finito uno, se ne presenterà un altro! – ma fidandosi di Dio e affidandosi ogni giorno a Lui».