Oscar Sanguinetti, Cristianità n. 413 (2022)
Nel settembre del 1973 vedeva la luce il «numero zero ad experimentum» di Cristianità, l’organo ufficiale di Alleanza Cattolica. L’evento segnava, in qualche modo, la conclusione della fase embrionale dell’associazione e l’apertura in Italia di una intensa e feconda stagione di apostolato culturale di segno contro-rivoluzionario.
Cristianità non era il primo strumento di comunicazione fra i membri di Alleanza Cattolica: erano esistiti ciclostilati e, da ultimo, un bollettino aperiodico intitolato Il resto della verità, uscito in quattro numeri. Era tuttavia la prima rivista vera e propria, ossia uno strumento completo per informare in primis i suoi membri, ormai presenti in più province del territorio nazionale, in vista di un’auspicata omogeneità culturale, nonché per far conoscere all’esterno le tesi ufficiali — la «linea» — dell’associazione, fornendo a un pubblico più esteso elementi di analisi della situazione, di informazione e di formazione culturali.
Venticinque anni dopo la sua nascita, quando la rivista era ormai giunta al numero 288, il compianto amico e dirigente di Alleanza Cattolica Marco Tangheroni (1946-2004), in occasione del Capitolo Generale del 17 e del 18 maggio 1997, tenutosi a Rocca di Papa (Roma) (1), commemorava l’evento con le parole puntuali e commoventi che si possono leggere in questo stesso numero.
Certo, da quella fin de siécle e di millennio il mondo è cambiato e di molto. È vero che la svolta di maggior momento, quella che aveva segnato la fine del «secolo breve», il Novecento, ovvero il crollo del focus occidentale dell’impero socialcomunista, vi era stata già circa dieci anni prima (2). Quell’evento, già registrato dall’amico Marco, era sembrato una grave impasse per il processo dissolutore della civiltà occidentale, che durava da almeno due secoli, nonché una provvidenziale smentita del disegno di una illimitata proiezione dell’umanità verso liberazioni sempre più fumose e omicide, tutte concordi nell’odio per il cristianesimo.
Tuttavia, l’inizio del nuovo millennio e del nuovo secolo era coinciso con un’altra «svolta epocale»: l’attacco terroristico contro gli Stati Uniti d’America avvenuto l’11 settembre 2001, un evento che aveva rimesso in movimento la storia e disegnato orizzonti sempre più confusi all’avvenire del mondo (3).
Dopo il crollo delle Twin Towers a New York City il mondo si era accorto che la minaccia rappresentata dall’islamismo radicale aveva compiuto un salto di qualità e che i gruppi terroristici miravano non più solo a occupare pacificamente il territorio europeo e occidentale ma anche a ricostituire il Califfato — estintosi nel 1924 — o comunque a dar vita a entità statali dove la legge coranica fosse la regola giuridica.
Questo scenario relativamente nuovo è attraversato da una molteplicità di fenomeni che coinvolgono la Chiesa e il mondo.
1. Gli ultimi venticinque anni
1.1 La Chiesa
Iniziando dalla Chiesa, ricordiamo che l’organismo fondato venti secoli prima da Gesù Cristo ha salutato l’ingresso nel suo terzo millennio con un solenne Giubileo, celebrato dall’anziano pontefice polacco, san Giovanni Paolo II (1978-2005), ormai al tramonto del suo ministero e della sua esistenza. La Chiesa, lungi dal sentirsi decrepita, si slanciava con impeto giovanile nel nuovo tempo umano, carica di problemi ma anche oltremodo ricca, come in tutte le sue età, pure le più travagliate, di tesori inestimabili di grazia soprannaturale, continuando a presentarsi come perenne via per raggiungere la vita eterna beata.
In effetti, in questi anni di inizio millennio, i fenomeni destabilizzanti già manifestatisi nella Chiesa sullo scorcio del ventesimo secolo sembravano perdurare e aggravarsi: l’«autodemolizione» (4) denunciata da san Paolo VI (1963-1978) nei primi anni 1970 non si era arrestata, ma continuava, sebbene in forma carsica, al di sotto di una linea ufficiale del pontificato di Giovanni Paolo II, che aveva frenato i rigurgiti di progressismo che affioravano ovunque. L’ecumenismo, il dialogo con la modernità tecnico-scientifica, l’aggiornamento della pastorale, nella lettura distorta di queste correnti, diventavano altrettanti presupposti per cambiare il volto della Chiesa di sempre, altrettanti pretesti per dar vita a una «nuova» Chiesa, più «spirituale», più antropocentrica, in realtà plasmabile a piacimento. Giovanni Paolo II nel 1992 aveva fatto dono alla Chiesa di un testo di importanza assoluta e universale, di un corredo fondamentale per rievangelizzare l’Occidente: il Catechismo della Chiesa Cattolica. Cristianità nel 2012 ne celebra il ventesimo anniversario con un’ampia disamina del valore dottrinale e pastorale del testo, dedicandovi un numero speciale in cui, fra gli altri interventi autorevoli e di pregio, appare l’articolo di Cantoni dedicato a Il «Catechismo della Chiesa Cattolica», «cosmo semantico» per il secolo XXI (5).
In quegli anni il secolarismo scatenato delle culture della modernità tardiva e relativistica, che prosciugava sempre più gli animi da ogni traccia di fede, di senso comune e di voglia di vivere, si è dotato di un’arma nuova e mortale nel suo sforzo di nuocere alla maggior agenzia di valori intrinsecamente ostili al secolarismo e al relativismo, ossia alla Chiesa: l’accusa di pedofilia e quella, correlata, di «copertura» dei graviora delicta da parte delle gerarchie ecclesiastiche. L’arma non era nuova ed era in realtà spuntata, perché la polemica veniva da ambienti progressisti che nel post-Sessantotto teorizzavano e praticavano la pedofilia e si appuntava su un fenomeno che investiva non solo il clero ma diverse categorie di persone. Tuttavia, la potenza dei codici intellettuali post-moderni, dei tribunali ideologizzati e dei mass media «intossicati» sono riusciti con rara efficacia a farne quasi un paradigma assoluto di analisi di ogni aspetto del cattolicesimo.
Durante il pontificato di Benedetto XVI (2005-2013), che aveva consolidato in senso «continuistico» il lascito conciliare e aveva proposto un originale e geniale accostamento ai problemi dell’umanità del terzo millennio — l’islam, l’Europa, la modernità (6) —, si esasperano le tendenze centrifughe e latamente dissidenti, che sfruttano le lacerazioni provocate dallo scandalo della pedofilia — di cui Papa Benedetto aveva dato una lettura in forte contro-tendenza, legando il fenomeno soprattutto al clima di relativismo morale creatosi nei seminari dopo il Sessantotto e nel post-Concilio (7) — e saranno forse tra le cause della sua decisione di lasciare il Soglio e rinunciare al ministero petrino.
Su Cristianità, una volta perfezionate le dimissioni di Benedetto XVI, Massimo Introvigne, allora reggente nazionale vicario, traccia un fedele profilo del pontificato cessato, ne redige un accurato «bilancio», accompagnato da un caloroso farewell, ribadendo nel contempo la fedeltà di Alleanza Cattolica alla Cattedra di Pietro e al suo nuovo titolare (8).
Le stesse tendenze manifestatesi durante il pontificato di Papa Benedetto trovano nuovo respiro e nuovo alimento con Papa Francesco, cercando di deviarne lo spirito del pontificato verso mete esclusivamente terrene, di falsarne le angolature prospettiche e le priorità pastorali, di introdurre «nuovi» paradigmi ecclesiali, cercando di appiattire il Magistero cattolico sulle culture della «modernità tardiva».
Sempre in ambito ecclesiale, Cristianità registra anche un fatto piccolo ma assai significativo, ossia il riconoscimento canonico — come associazione privata di fedeli con personalità giuridica privata — di Alleanza Cattolica da parte della diocesi di Piacenza-Bobbio, il 13 aprile 2012 (9). Riguardo al riconoscimento, Cantoni precisa: «Dopo cinquant’anni Alleanza Cattolica ha ricevuto un riconoscimento ufficiale — è l’inizio, il battesimo, ma è già un passaggio significativo —, e ciò è accaduto non perché abbia modificato qualcosa di essenziale, pur se nel tempo siamo cresciuti, qualcosa si è svolto» (10).
1.2 La Rivoluzione e la politica internazionale
Fallito il marxismo-leninismo con il crollo del «socialismo reale», la Rivoluzione compie in questi due decenni il proverbiale «passo indietro», riprendendo l’aggressione a ciò che sopravvive, allo stato residuale, di un ordine ispirato — in maniera via via più debole — ai valori cristiani, adottando le forme culturali un po’ appassite del laicismo secolaristico e del «socialismo utopistico» (11). Falsificando il valore della libertà e dell’uguaglianza e annidandosi nelle agende delle strutture sovranazionali (12) — l’Organizzazione delle Nazioni Unite e le sue articolazioni, nonché una Unione Europea sempre più visibilmente fedele al socialismo-liberale della Carta di Ventotene del 1941 —, la cultura mainstream occidentale abbraccia teorie radicalmente egualitaristiche e «inclusive», che legittimavano ogni aberrazione intellettuale e morale, con lo scopo non dichiarato di imporre una nuova ideocrazia basata sull’anti-Decalogo.
Oltre all’affiorare nello scenario mondiale di innumerevoli frizioni e conflitti, di cui sono protagonisti i multiformi soggetti «liberati» dal crollo dei blocchi del dopoguerra; e oltre al tentativo di ricostituire forme statuali sovranazionali in forma liberal o socialista, a caratterizzare gli ultimi decenni vi è l’avanzata della globalizzazione, un fenomeno che non concerne più soltanto la finanza — già mondializzata nell’Ottocento — e la comunicazione — le cui barriere cadono nella seconda metà del Novecento grazie ai satelliti, alla «rivoluzione digitale» e a Internet —, ma invade ogni aspetto della vita: dall’accresciuta mobilità delle persone e delle merci a quella dei centri di produzione, nonché alla fluttuazione e mutazione del lavoro salariato, con enormi ricadute sugli Stati e sui relativi sistemi economici, ricadute che arrivano a modificare in profondità le relazioni e i legami sociali, non solo quelli commerciali.
Con la globalizzazione si intreccia l’esplosione del fenomeno migratorio, che investe soprattutto l’Africa e l’Asia orientale — India, Bangladesh, Pakistan — ma si nota anche in aree dell’America meridionale e alla frontiera fra Messico e Stati Uniti. Tre pare ne siano i motori: la fuga dai disastri umani causati dalle guerre e dalle guerre civili; la fuoriuscita da condizioni economiche e civili-sanitarie sempre peggiori a causa dell’incremento demografico, ma soprattutto dell’impotenza o dell’inettitudine dei governi locali a creare condizioni di vita dignitose. Ma vi è anche un’altra fonte di flussi umani verso i Paesi opulenti dell’Europa e dell’Occidente in generale: la migrazione, pure quella che potremmo definire «ideologica», dai Paesi islamici. Migliaia di persone, lavoratori e no, si insediano con le proprie famiglie negli Stati più «aperti», come il Regno Unito, la Germania, la Francia e l’Italia, fino a costituire ormai minoranze cospicue della popolazione. E dove vi è un islamico quella è terra d’islam, potenzialmente rivendicabile come sovranità.
Nonostante lo sforzo statunitense, non di rado coronato da effimero successo, per contrastare l’espansione del radicalismo armato di matrice islamica — non l’unico radicalismo armato, ma di certo il più diffuso e pericoloso — sul suo proprio terreno di coltura, non si può dire che il fenomeno sia scomparso. Forse si è indebolito, ma non è domo. L’abbandono statunitense dell’Afghanistan ai talebani — dopo centinaia di morti fra le file dei soldati USA —, l’impantanamento in Siria, le difficoltà dello sforzo euro-americano in Libia, nello Yemen, in Nigeria, nell’Africa sahariana, sono altrettanti fattori che sembrano vanificare il disegno complessivo di estinguere queste tendenze radicali e di ridimensionarne il pericolo per l’Occidente.
Su queste svariate correnti che attraversano impetuose la vita di ciascuno di noi e che modificano la convivenza civile nel nostro Paese si è abbattuta due anni or sono l’epidemia di SARS da virus denominato «Covid-19» originatasi in Cina. L’epidemia, grazie alla globalizzazione, è giunta in tutto il mondo e ha letteralmente sconvolto economie, forme di convivenza, vita familiare, attività lavorativa e professionale, scuola e rapporto fra i cittadini, nonché fra i cittadini, le istituzioni e i servizi pubblici. Ha avuto un impatto devastante sui sistemi sanitari nazionali e ha rovinato intere categorie di operatori economici e di imprese, offrendo invece larghe possibilità di profitto a chi ha saputo «cavalcare» per tempo la crisi e soddisfare i nuovi bisogni individuali e collettivi da essa scatenati.
Riassumendo, se è vero che in questi decenni di inizio del nuovo millennio non vi è forse nulla che non fosse già presente dopo il 1989, è altrettanto vero che nulla è come prima.
2. Cristianità
Cristianità, come suo dovere, in questo arco di tempo ha osservato il manifestarsi e lo svolgersi dei fenomeni qui descritti sinteticamente. Lo ha fatto attingendo alle ricche categorie ermeneutiche del patrimonio culturale elaborato dalla scuola cattolica contro-rivoluzionaria, focalizzandosi su tutte quelle realtà che avessero relazione a qualunque titolo con la sua appartenenza ecclesiale, con la sua missione di evangelizzazione della cultura e di diffusione della dottrina sociale della Chiesa nell’intento di costruire «un mondo a misura d’uomo e secondo il piano di Dio».
2.1 La politica italiana
Nella politica italiana ha assistito senza farsi troppe illusioni all’ascesa del fenomeno berlusconiano e all’accesso al governo delle forze di centro-destra, inclusa la destra post-fascista, fino a poco prima demonizzata o strumentalizzata. Ha giudicato la stagione neo-centrista e il Polo delle Libertà come una forma di «insorgenza» popolare incruenta, la prima dopo il 18 aprile del 1948 (13), quindi leggendola in positivo, sebbene, nella coscienza dell’eterogeneità culturale della realtà politica destinata a «coprire» tale insorgenza — pur con qualche spunto pregevole, come si era visto in occasione della fondazione di Alleanza Nazionale nel 1994 — e della constatazione dei limiti del suo personale politico, ne diagnosticasse la vulnerabilità e pronosticasse alla lunga il rovesciamento. Ne ha apprezzato soprattutto il ruolo di oggettivo rallentatore — e, in certa misura, inibitore — dell’avanzata implacabile dell’agenda anti-bioetica (14), senza trascurare il rilievo dell’avanzata tecnocratica (15).
Tutto ciò è venuto meno con il governo guidato da Matteo Renzi (2014-2016) e quello presieduto da Paolo Gentiloni (2016-2018), durante i quali sono state approvate la legge che modifica il diritto di famiglia, introducendo le unioni civili fra persone dello stesso sesso, e la legge sul cosiddetto «fine-vita», che sancisce per il malato la possibilità di rifiutare le cure, anche quelle cosiddette «salva-vita», e di fatto introduce il «diritto» al suicidio.
Oggi, i cattolici italiani sono diventati una minoranza e sul piano politico devono offrire il proprio contributo alla realizzazione del bene comune, innanzitutto «[…] difendendo e diffondendo quei princìpi senza i quali non c’è bene comune […] che vanno dalla sacralità della vita, alla centralità della famiglia, dalla libertà religiosa e di educazione all’attenzione speciale alle categorie più in difficoltà», e sostenendo i «princìpi contenuti nella dottrina sociale della Chiesa, confrontandoli con la situazione storica in cui si vuole operare per evidenziare le priorità» (16).
2.2 L’area bioetica e la difesa della famiglia
L’area «bioetica», specialmente nella sua relazione con la politica, è quella che nel periodo considerato presenta le più numerose e difficili problematiche, in quanto settore di punta del tentativo rivoluzionario di sovvertire i costumi attraverso una legislazione atta a coprire le più folli possibilità offerte dalla scienza e dalla tecnica sanitarie. Cristianità dà puntuale notizia e commento a tutto il magistero, via via sempre più corposo, che san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, senza omettere gli spunti forniti nei suoi documenti e nelle sue dichiarazioni da Papa Francesco, producono in quest’area.
La rivista — che già nel 1980, nell’articolo di Arnaud de Lassus (1921-2017), Le tappe massoniche di una politica della morte (17) aveva rivelato il piano di concezione massonica che si viene svolgendo in questo campo — prende posizione nel 1999 sui progressi delle biotecnologie (18) — e successivamente sulla Procreazione Medicalmente Assistita (19) —, nella consapevolezza che esse possono alimentare le teorie del potenziamento umano e del transumanesimo, tendenti a ridefinire la nozione di natura umana grazie appunto alla tecnologia (20).
Un capitolo a parte merita l’analisi della «rivoluzione nella Rivoluzione», che a partire da inizio secolo ha compiuto passi giganteschi, ovvero l’omosessualismo e tutte le sue derivazioni LGBTQ, che costituiscono la più recente frontiera del tentativo di imporre la teoria gender come visione univoca della persona, ma in realtà in una prospettiva molto più ampia. In occasione della presentazione, il 22 ottobre 2002, da parte dei Democratici di Sinistra e di altri di una proposta di legge dal titolo Disciplina del patto civile di solidarietà e delle unioni di fatto, che mirava al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, incluse quelle omosessuali, Cristianità pubblica una sorta di breve catechismo a domande e risposte redatto da Bruto Maria Bruti (1954-2010) per fornire argomentazioni a chi vi si opponeva (21). Pochi numeri più tardi riprende le Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, il documento pubblicato il 3 agosto 2003 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, che riassumeva la posizione della Santa Sede in ordine al progetto di legge in materia, in itinere presso il Parlamento italiano (22).
Ma l’attenzione al fenomeno omosessualista, non più in cerca di audience bensì deciso a passare all’equiparazione sociale quando non alla discriminazione positiva dell’avversario, non viene meno: quando in Parlamento si profila l’approvazione di una legge ad hoc, Cristianità pubblica un manifesto fondato su «cinque punti fermi» (23).
Alla difesa e all’apologia della famiglia come primo alveo dell’esistenza umana e come struttura-base della società è dedicato l’intero numero 377, uscito poco dopo la manifestazione per la famiglia — o Family Day — svoltasi a Roma il 20 giugno 2015. Nello stesso fascicolo figurava la risposta di Alleanza Cattolica alle Domande per la recezione e l’approfondimento della Relatio Synodi, invista del sinodo dei Vescovi su La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo, i cui Lineamenta erano stati pubblicati nel 2014.
2.3 Per la ricostruzione della verità storica
Cristianità è stata pure attenta alle ricorrenze storiche, in particolare al bicentenario della prima fase dell’Insorgenza italiana, quella del 1799, e alla seconda fase di essa, manifestatasi fra il 1805 e il 1809. Lo ha fatto, in particolare, dando spazio alle cronache dei convegni organizzati dall’ISIN, l’Istituto per la Storia delle Insorgenze, poi denominato ISIIN, Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale, a Milano nel 1996 e 1997, oltre che nel 2004 e nel 2005, ma anche polemizzando con le letture scorrette dell’Insorgenza (24). Al fenomeno Cantoni dedica più tardi, nel 2008, un ampio articolo-saggio, che a mio avviso «chiude» l’ermeneutica storica del fenomeno delle «Vandee cattoliche» — ricollegandole alla parabola ascendente dello Stato moderno —, maturata nella riflessione di quasi un quarantennio (25). Così pure, fin dal 1998, mantiene viva la memoria della «guerra dei Cristeros» avvenuta settant’anni prima nel Messico cattolico, una memoria particolarmente cara a chi, come Alleanza Cattolica, promuove la regalità anche sociale del Signore (26).
Un certo rilievo è stato riservato alla commemorazione del terzo cinquantenario dell’Unità italiana. Nel 2011 sono stati pubblicati sul numero 359 un «manifesto», dal titolo «1861-2011. Unità e Risorgimento. La verità anzitutto». Un manifesto-appello per l’identità nazionale, e la cronaca del convegno 1861-2011. A centocinquant’anni dall’Unità d’Italia. Quale identità?, organizzato a Roma il 12 febbraio 2011 da Alleanza Cattolica. Ha fatto quindi seguito l’ampio e importante saggio di Mauro Ronco, La questione istituzionale dopo l’Unità d’Italia, pronunciato nel corso del predetto convegno, e in seguito riveduto e annotato: un testo lucido e compiuto che fonda la posizione legittimamente critica sul Risorgimento che è da sempre nel DNA di Alleanza Cattolica e dovrebbe esserlo di ogni realtà associativa conservatrice (27).
Nell’anniversario della «rivolta protestante» Cristianità pubblica sul numero 404 l’ampia recensione di Manfred Hauke all’opera di Ermanno Pavesi, Celebrare Lutero? Riflessioni sulla Riforma negli scritti giovanili di Lutero (28); mentre don Roberto Spataro S.D.B. era intervenuto con il saggio Un quinto centenario da «non» celebrare: la nascita di Giovanni Calvino (1509-2009) (29).
Nel 2013 è ricorso il trentennale del documento della Congregazione per la Dottrina della Fede Dichiarazione sulla massoneria — pubblicato il 26 novembre 1983 —, approvato speciali modo da san Giovanni Paolo II, che costituisce tuttora il diritto vigente in materia dei rapporti fra la Chiesa e la setta massonica. Il numero 370 è stato dedicato al tema e reca un articolo di Introvigne, fondamentale per una visione completa, e soprattutto aggiornata, del fenomeno massonico (30).
2.4 La «morte della cristianità» e la nuova strategia
Come detto, Cristianità non si occupa solo del passato, ma attinge al passato, alla fede e alla retta ragione per comprendere come affrontare il presente e «preparare» il futuro. In questa prospettiva, sulle sue pagine si sono succedute analisi della situazione — una situazione che potremmo dire varia ogni giorno, pur in un contesto di degrado spirituale e morale crescente — in cui l’apostolato culturale di Alleanza Cattolica viene a situarsi (31). Così, Cristianità ha affrontato il nodo della definitiva «morte» della cristianità nata sulle ceneri dell’impero romano. Una morte «annunciata», che ora ci fa trovare di fronte non più a un organismo in agonia ma a un cadavere in via di decomposizione, quindi connotato dai fenomeni dissolutori e miasmatici tipici di questa condizione, che proiettano liquami a 360 gradi. Una condizione, questa, che impone un adeguamento delle modalità con cui la vocazione perenne va declinata e della strumentazione di cui dotarsi per progredire con l’apostolato in un mondo sempre più «liquido» e parcellizzato nell’epoca di trionfo della Quarta Rivoluzione, quella culturale, manifestatasi in Europa con particolare virulenza dal 1968.
Ha aperto la serie delle analisi don Pietro Cantoni, nel 2016, con Riflessioni su «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione» e la situazione attuale (32), e ha proseguito Marco Invernizzi con Alleanza Cattolica fra Sessantotto e «morte» della cristianità (33). In questo stesso articolo veniva lanciata la strategia che sembrava meglio rispondere alle nuove esigenze venutesi a creare, una strategia racchiusa nella parola d’ordine: «costruire ambienti». Ovvero, cercare di «[…] operare dentro gli ambienti che si sono costituiti dopo il 1968, che sono movimenti ecclesiali e gruppi di preghiera, ma non esclusivamente [come] le reazioni spontanee alla Quarta Rivoluzione: un esempio ne è il Comitato Difendiamo i Nostri Figli, che ha promosso i due raduni di massa dei Family Day del 20 giugno 2015 e del 30 gennaio 2016. Accanto a questo tentativo che continua vi è anche la possibilità di dar vita ad ambienti dove la proposta della Contro-Rivoluzione può diventare comprensibile. Dipende dalle circostanze e dalle diverse situazioni, dalla sensibilità e dalle capacità di chi propone la strada della ricostruzione di una cristianità, dalle diverse attitudini, dalla capacità di trasmettere entusiasmo: in sostanza dipende dal cuore dei militanti contro-rivoluzionari e dal discernimento per valutare, caso per caso, alla luce della dottrina e del metodo contro-rivoluzionari, che cosa sia meglio fare» (34). Invernizzi torna ancora su questo tema, l’anno seguente: «Il Sessantotto, rivoluzione eminentemente individualistica e interiore, ha anche distrutto gli ambienti, in particolare quelli fondati semplicemente sull’amicizia, che nascevano spontaneamente soprattutto fra i giovani, sostituendoli con nuove aggregazioni artificiali fondate sull’ideologia, sulla musica o sullo sport. Queste ultime due forme sono sopravvissute alla fine dell’epoca delle ideologie» (35). E nell’editoriale del numero successivo, nel paragrafo dedicato a Come cambia la lotta contro la Rivoluzione, Invernizzi afferma: «[…] sempre più evidente appare la necessità di una ricostruzione che passi attraverso la riconquista delle anime e ricreando il rapporto fra persona e persona, mediante un apostolato che comprenda la creazione di ambienti missionari, che non si chiudano in loro stessi, ma sappiano trovare il linguaggio e le forme adatte a toccare il cuore dei nostri contemporanei. […] Un apostolato, infine, come ha spiegato Papa Francesco sempre incontrando la Chiesa italiana il 10 novembre 2015, che sappia essere umile, disinteressato e capace di trasmettere la letizia dell’essere cristiano, affinché gli uomini disperati del nostro tempo vedano nei cattolici il desiderio di servire e di fare crescere e non l’arroganza o lo zelo amaro, il distacco dai privilegi del denaro e del potere, e quindi la gioia che nasce dal Vangelo, senza la quale è difficile oggi mostrare la verità della dottrina cristiana» (36).
2.5 Innovazioni editoriali
Terminata la stagione della diffusione militante nelle vie e nelle piazze, nel 2009, con il numero 351, viene mutato il modo di proporre la rivista, passando dal formato A4 al formato quaderno, per renderla più simile ad altre testate allora presenti nel mondo cattolico, in particolare alla rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica. Nel 2013, con il numero 367 viene introdotto qualche ritocco stilistico alla copertina, da allora rimasta immutata. Il cambio di veste editoriale è l’aspetto più visibile di un mutamento più profondo. La rivista, infatti, si dota di una redazione vera e propria, che ha sede a Roma, e passa da bimestrale a trimestrale — tornando poi alla cadenza bimestrale dal 2017 —, senza mai diminuire il numero delle pagine. Lo fa confermando la linea, scelta nei primi anni 1970, di fornire elementi d’informazione, d’interpretazione e di giudizio sui grandi eventi che interessano la vita della Chiesa, la politica internazionale e nazionale, la società e la cultura. Perciò a Giovanni Cantoni, fondatore di Alleanza Cattolica e direttore della rivista dal primo numero, si affianca ufficialmente un corpo redazionale associativo, garanzia della fedeltà della linea editoriale al patrimonio dottrinale e culturale cui Alleanza Cattolica attinge fin dalla sua fondazione.
L’anno seguente Cristianità dà risalto al cinquantenario dell’opera del professor Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995), Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, libro di formazione di base dell’associazione, e al convegno organizzato in quell’occasione, a Roma, il 21 novembre 2009, da Alleanza Cattolica in collaborazione con l’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà (37).
Nel 2013 compare l’ultimo articolo scritto da Cantoni per la «sua» Cristianità e dedicato a commemorare il centenario della nascita di Nicolás Gómez Dávila (1913-1994), una delle maggiori «scoperte» del suo ininterrotto lavoro di scouting culturale (38). Colpito in quell’anno da una grave malattia, non collabora più alla rivista, salvo con alcuni articoli frutto di interventi precedenti a quella data (39), e lascia nel 2016 la guida dell’associazione, sostituito da Marco Invernizzi. Cristianità gli dedica buona parte dei numeri 393 e 394 in occasione del suo ottantesimo compleanno, quindi l’intero numero 401 dopo la sua scomparsa, avvenuta il 18 gennaio 2020, e il numero 411 con la pubblicazione degli atti del convegno Per la maggior gloria di Dio, anche sociale. In memoria di Giovanni Cantoni (1938-2020), tenutosi a Piacenza, sua città natale, il 25 settembre 2021.
3. Conclusioni
Al termine di questa carrellata — senza dubbio parziale — sulla vita di Cristianità negli ultimi venticinque anni e nell’imminenza del cinquantesimo anniversario della sua nascita, si impone qualche breve considerazione di merito. La prima riguarda la longevità della testata: questa tumultuosa transizione d’epoca, il mutare ogni giorno più rapido dell’ambiente in cui le iniziative editoriali vengono a collocarsi, il fluttuare dei gusti del pubblico, la concorrenza spietata dei social media e della comunicazione elettronica, hanno segnato la morte di tante riviste, specialmente quelle attive nell’area della cultura e della cultura religiosa e conservatrice in particolare. Anche tante iniziative nuove, germinate con le migliori intenzioni, hanno avuto vita effimera; e pure fra le testate corrive al processo rivoluzionario, di ogni colore, la sorte è stata la medesima. L’aver superato agevolmente i quattrocento numeri in cinquant’anni rappresenta dunque un autentico monstrum. Quindi, si pone la considerazione di che cosa abbia rappresentato per il suo pubblico una presenza così salda e costante. E qui la constatazione ovvia è che l’aver offerto a ogni uscita elementi di alta qualità e aggiornati per capire il proprio tempo e, di conseguenza, per illuminare l’agire in un mondo sempre più complesso e difficile, sia stata un’opera essenziale, non solo nel senso desiderato dalla rivista — cioè favorire la Contro-Rivoluzione e «plasmare» contro-rivoluzionari —, ma anche, almeno, nel senso di fornire un sussidio alla fede cristiana e alla pratica della morale individuale. Sempre più vox clamantis in deserto, Cristianità non ha «spostato le bocce» più di tanto in temporalibus, ma ha preparato, e prepara, il cammino per chi verrà dopo e, forse, vedrà tempi migliori.
Note:
1) Cfr. una cronaca in «Cristianità. Organo ufficiale di Alleanza Cattolica» 1973-1997, in Cristianità, anno XXV, n. 267-268, luglio-agosto 1997, pp. 3-4. Da questo punto in poi ogni riferimento a numeri di Cristianità ometterà il nome della testata.
2) «L’avvenimento di maggior rilievo politico nella storia contemporanea è per certo costituito dall’implosione del sistema imperiale socialcomunista, avvenuta nel 1989» (Giovanni Cantoni (1938-2020), Dopo il «crollo delle ideologie»: la politica e il «ritorno al reale», anno XXVI, n. 275-276, marzo-aprile 1998, pp. 3-4 [p. 3]).
3) Sulla veridicità delle ricostruzioni dell’11 Settembre e delle sue cause, cfr. Massimo Introvigne, La malattia dell’Occidente. L’11 Settembre e le teorie del complotto, anno XXXV, n. 339, gennaio-febbraio 2007, pp. 13-29.
4) «La Chiesa attraversa, oggi, un momento di inquietudine. Taluni si esercitano nell’autocritica, si direbbe perfino nell’autodemolizione. È come un rivolgimento interiore acuto e complesso, che nessuno si sarebbe atteso dopo il Concilio […]. La Chiesa viene colpita pure da chi ne fa parte» (Paolo VI, Discorso ai membri del Pontificio Seminario Lombardo, del 7-12-1968).
5) Cfr. G. Cantoni, Il «Catechismo della Chiesa Cattolica», «cosmo semantico» per il secolo XXI, anno XXXIX, n. 365, luglio-settembre 2012, pp. 26-29.
6) Cristianità darà risalto a tutti i suoi pronunciamenti, a partire dal «discorso di Ratisbona», su cui cfr. don Pietro Cantoni, Il discorso di Ratisbona, anno XXXV, n. 339, gennaio-febbraio 2007, pp. 9-12.
7) Cfr. Benedetto XVI, La Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali, anno XLVII, n. 397, maggio-giugno 2019, pp. 7-26. Sul fenomeno in generale cfr. il penetrante saggio di M. Introvigne, Preti e pedofilia: fra realtà e mistificazione (anno XXVI, n. 282 ottobre 1998, pp. 20-22), che l’autore trasformerà più tardi in un libretto anti-polemico: Preti pedofili: la vergogna, il dolore e la verità sull’attacco a Benedetto XVI, San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 2010.
8) Cfr. M. Introvigne, Grazie, Papa Benedetto XVI. Ti seguiremo, Papa Francesco, anno XLI, n. 367, gennaio-marzo 2013, pp. 1-8.
9) Cfr. la notizia e un breve commento, ispirato dal canonista Giancarlo Cerrelli, socio di Alleanza Cattolica, Il riconoscimento di Alleanza Cattolica come associazione privata di fedeli con personalità giuridica privata, anno XL, n. 364, aprile-giugno 2012, pp. 2-3.
10) G. Cantoni, Il «Catechismo della Chiesa Cattolica», «cosmo semantico» per il secolo XXI, cit., p. 26.
11) Cfr. Idem, Dopo il comunismo: il «nuovo riformismo» oltre la transizione postcomunista, anno XXVI, n. 283-284, dicembre 1998, pp. 3-5.
12) Cfr. Agostino Carloni, Il Nuovo Disordine Mondiale e i suoi agenti, anno XXXI, n. 320, novembre-dicembre 2003, pp. 7-13, e Il fallimento dell’ONU, anno XXXIII, n. 330-331, luglio-ottobre 2005, pp. 19-24.
13) Cfr. la cronaca di un convegno promosso da Alleanza Cattolica: Marco Respinti, «1948-1998. Cinquant’anni di Repubblica fra le elezioni del 18 aprile, la trasformazione del PCI in PDS e la scomparsa della DC. La cultura politica italiana verso il terzo millennio», anno XXVI, n. 277, maggio 1998, pp. 15-18.
14) Cfr. Alfredo Mantovano, Perché ce l’hanno con l’Italia (e con Berlusconi), anno XXXIX, n. 362, ottobre-dicembre 2011, pp. 67-72.
15) Cfr. G. Cantoni, Fine della Democrazia Cristiana, inizio della Seconda Repubblica e del regime tecnocratico, anno XXVII, n. 289, maggio 1999, pp. 3-4 e 40; e Il Polo fra le due sinistre: poteri forti e Ulivo, anno XXXIV, n. 334, marzo-aprile 2006, pp. 7-10; nonché la nota redazionale Alleanza Cattolica sul governo Monti, anno XXXIX, n. 362, ottobre-dicembre 2011, pp. 61-64.
16) Cfr. Marco Invernizzi, Cattolici e urne. Il problema politico dei cattolici italiani, anno XLIX, n. 410, luglio-agosto 2021, pp. 9-27 (p. 26).
17) Cfr. Arnaud de Lassus, Le tappe massoniche di una politica della morte, anno VIII, n. 62-673, giugno-luglio 1980, pp. 7-11.
18) Cfr. Giovanni Formicola, Le biotecnologie fra «prometeismo» e bioetica, anno XXVII, n. 287-288, marzo-aprile 1999, pp. 21-25.
19) Cfr. Chiara Mantovani, La Procreazione Medicalmente Assistita: alcune considerazioni dopo l’approvazione della legge n. 40 del 19 febbraio 2004, anno XXXII, n. 323, maggio-giugno 2004, pp. 5-12 e 30.
20) Cfr. Ermanno Pavesi, Bioetica e postmodernità, anno XLII, n. 372, aprile-giugno 2014, pp. 25-38, e Laura Boccenti, La rivoluzione transumanista, anno XLVIII, n. 406, novembre-dicembre 2020, pp. 9-26.
21) Cfr. Bruto Maria Bruti, Domande e risposte sul problema dell’omosessualità, anno XXX, n. 314, novembre-dicembre 2002, pp. 7-24.
22) Cfr. Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, anno XXXI, n. 318, luglio-agosto 2003, pp. 15-19.
23) Cfr. Unioni di fatto e omofobia: cinque punti fermi. Manifesto di Alleanza Cattolica, anno XLI, n. 368, aprile-giugno 2013, pp. 1-3.
24) Cfr. [O. Sanguinetti,] «Studi Storici» sulle insorgenze popolari nell’Italia rivoluzionaria e napoleonica, anno XXXV, n. 339, gennaio-febbraio 2007, pp. 9-18.
25) Cfr. G. Cantoni, L’Insorgenza come categoria storico-politica, anno XXXIV, n. 337-338, settembre-dicembre 2006, pp. 15-28. Cfr. anche Francesco Pappalardo, L’Insorgenza come categoria politica nell’intuizione e nel pensiero di Giovanni Cantoni, anno XLVII, n. 395, gennaio-febbraio 2019, pp. 9-27.
26) Cfr. Mons. Vicente Cárcel Ortí, Martiri del secolo XX al grido di «Viva Cristo Re!», anno XXVI, n. 283-284, dicembre 1998, pp. 7-10; M. Introvigne, I «cristeros»: fu davvero guerra di religione. Una recensione di «Popular Piety and Political Identity in Mexico’s Cristero Rebellion. Michoacán, 1927-29» di Matthew Butler, anno XXXIII, n. 330-331, ottobre 2005, pp. 30-32; O. Sanguinetti, José Sánchez del Río: un martire della libertà religiosa, anno XLIV, n. 380, giugno 2016, pp. 37-64; e Idem Enrique Gorostieta Velarde. Appunti per una biografia del generale cristero a novant’anni dalla morte, anno XLVII, n. 398, agosto 2019, pp. 45-59.
27) Cfr. Mauro Ronco, La questione istituzionale dopo l’Unità d’Italia, anno XL, n. 363, gennaio-marzo 2012, pp. 15-40)
28) Cfr. Ermanno Pavesi, Celebrare Lutero? Riflessioni sulla Riforma negli scritti giovanili di Lutero, premessa di Oscar Sanguinetti, introduzione di Roberto Spataro, con una nuova traduzione italiana dell’intervista Lutero e l’unità delle Chiese del cardinale Joseph Ratzinger, D’Ettoris Editori, Crotone 2017, anno XLVIII, n. 404, agosto 2020, pp. 66-73.
29) Cfr. R. Spataro S.D.B., Un quinto centenario da «non» celebrare: la nascita di Giovanni Calvino (1509-2009), anno XXXVII, n. 351, gennaio-marzo 2009, pp. 1-10.
30) Cfr. M. Introvigne, A trent’anni dalla «Dichiarazione sulla massoneria», anno XLI, n. 370, ottobre-dicembre 2013, pp. 1-28.
31) Numerosi interventi di Cantoni sulla rivista — recanti prospettive e riflessioni su una Cristianità Nuova nel terzo millennio, a partire dalla consapevolezza della Cristianità in agonia e dalle sue dimensioni culturali — sono stati raccolti in G. Cantoni, Per una civiltà cristiana nel terzo millennio. La coscienza della Magna Europa e il quinto viaggio di Colombo, SugarCo, Milano 2008.
32) Cfr. Don Pietro Cantoni, Riflessioni su «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione» e la situazione attuale, anno XLIV, n. 379, gennaio-marzo 2016, pp. 19-44.
33) Cfr. M. Invernizzi, Alleanza Cattolica fra Sessantotto e «morte» della cristianità, anno XLV, n. 384, marzo-aprile 2017, pp. 3-14.
34) Ibid., p. 13.
35) Idem, Cinquant’anni dopo, anno XLVI, n. 389, gennaio-febbraio 2018, pp. 3-7 (p. 5).
36) Idem, «Il mondo è la nostra casa», anno XLVI, n. 390, marzo-aprile 2018, pp. 3-8 (p. 7).
37) Cfr. G. Cantoni, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione «eco fedelissima del Magistero della Chiesa», anno XXXVIII, gennaio-marzo 2010, pp. 1-8; e M. Ronco, Il diritto e le istituzioni in Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, anno XXXVIII, aprile-giugno 2010, pp. 37-47. Un decennio prima Cantoni aveva pubblicato sulla rivista alcune considerazioni sul quarantesimo anniversario della pubblicazione dell’opera: «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione» quarant’anni dopo, anno XXVII, n. 289, maggio 1999, pp. 17-20.
38) Cfr. Idem, Centenario della nascita di Nicolás Gómez Dávila (1913-1994), anno XLI, aprile-giugno 2013, pp. 33-46.
39) Fra cui cfr. Idem, La dottrina sociale della Chiesa, anno XLV, n. 383, gennaio-febbraio 2017, pp. 43-54, che rappresenta l’esposizione più fondata e meditata, mai apparsa in forma sintetica, di questo aspetto della morale sociale di cui la Chiesa è tutrice e Alleanza Cattolica tematica studiosa e promotrice.