Di Michele Brambilla
La prima domenica di febbraio interrompe brevemente il ciclo delle domeniche del Tempo ordinario. «Oggi», spiega infatti Papa Francesco all’inizio dell’Angelus del 2 febbraio, «celebriamo la festa della Presentazione del Signore: quando Gesù neonato fu presentato al tempio dalla Vergine Maria e da san Giuseppe». Inoltre, «in questa data ricorre anche la Giornata della vita consacrata, che richiama il grande tesoro nella Chiesa di quanti seguono il Signore da vicino professando i consigli evangelici». In Italia è anche la Giornata per la vita, istituita dalla Conferenza Episcopale Italiana dopo l’introduzione della legge n.194 del 1978, che legalizzava l’aborto nel nostro Paese. Francesco la ricorda dicendo: «[…] auspico che questa Giornata sia un’occasione per rinnovare l’impegno di custodire e proteggere la vita umana dall’inizio fino al suo naturale termine. È necessario, altresì, contrastare ogni forma di violazione della dignità, anche quando è in gioco la tecnologia o l’economia, spalancando le porte a nuove forme di fraternità solidale».
Ricollegandosi alla pagina di Vangelo assegnata alla solennità della Presentazione (cfr Lc 2,22-40), il Santo Padre invita a guardare attentamente all’atteggiamento dei personaggi che la abitano. «Essi sono colti nel momento in cui fanno esperienza dell’incontro con il Signore nel luogo in cui Egli si fa presente e vicino all’uomo. Si tratta di Maria e Giuseppe, Simeone e Anna, che rappresentano modelli di accoglienza e di donazione della propria vita a Dio. Non erano uguali questi quattro, erano tutti diversi, ma tutti cercavano Dio e si lasciavano guidare dal Signore», che suscita attorno a Sé un “movimento”.
«Maria e Giuseppe», infatti, «si incamminano verso Gerusalemme» con il bambino Gesù. «[…] da parte sua, Simeone, mosso dallo Spirito, si reca al tempio, mentre Anna serve Dio giorno e notte senza sosta. In questo modo i quattro protagonisti del brano evangelico ci mostrano», secondo il Papa, «che la vita cristiana richiede dinamismo e richiede disponibilità a camminare, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo» per portare Gesù al mondo, che non lo conosce. «L’immobilismo non si addice alla testimonianza cristiana e alla missione della Chiesa», ammonisce il Pontefice. «Il mondo ha bisogno di cristiani che si lasciano smuovere, che non si stancano di camminare per le strade della vita, per recare a tutti la consolante parola di Gesù».
Il Bambino è fonte di santo stupore. «Maria e Giuseppe “si stupivano delle cose che si dicevano di lui [di Gesù]” (Lc 2,33). Lo stupore è una reazione esplicita anche del vecchio Simeone, che nel Bambino Gesù vede con i suoi occhi la salvezza operata da Dio in favore del suo popolo: quella salvezza che lui aspettava da anni». Il messaggio che il Papa affida ai fedeli è molto chiaro: per la missione non esistono limiti d’età, se siamo stati conquistati dallo stupore per le opere di Dio. «La Vergine Maria ci aiuti a contemplare ogni giorno in Gesù il Dono di Dio per noi, e a lasciarci coinvolgere da Lui nel movimento del dono» ai nostri fratelli, che attendono di conoscere la Bellezza che ci ha affascinato per primi.
Lunedì, 3 febbraio 2020