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Continuare a sperare dentro un mondo che muore

20 Giugno 2021 - Autore: Marco Invernizzi

Sono tanti i segni del nostro “mondo che muore”. Dall’aborto come diritto umano, alla ritrattazione nel caso dei “Diavoli nella Bassa modenese”, al conflitto sui vaccini e le mascherine. Siamo alla “frutta” ma non alla “fine”. Christus vincit

di Marco Invernizzi

Viviamo in un “mondo che muore”, non c’è dubbio. Fra pochi giorni il Parlamento europeo a Strasburgo è chiamato a confermare una risoluzione proposta dal deputato socialdemocratico croato Pedrag Fred Matic che definisce i diritti alla salute sessuale e riproduttiva, fra cui l’aborto, come diritti umani, con l’aggiunta di un attacco alla obiezione di coscienza. ”Profonda preoccupazione” della Comece, la Commissione dei vescovi europei presso la Unione Europea, qualche reazione di pochi europarlamentari, pochi articoli sui media. Tutto sommato “normale”. Come “normale” la ritrattazione del “bambino zero” del caso dei “Diavoli della Bassa modenese”, un caso drammatico di pedofilia e riti satanici del 1997, che costò cinque processi, 16 bambini sottratti ai loro genitori, un parroco, don Giorgio Govoni, morto d’infarto, una madre che si suicidò. Oggi che ha 31 anni, Davide, il “bambino zero”, su Repubblica del 14 giugno, in una intervista smentisce sé stesso spiegando di essersi inventato tutto sotto la pressione degli assistenti sociali che “cercavano il colpevole”. “Normale”? Lucia Bellaspiga fa una bella ricostruzione del caso su Avvenire del 16 giugno, grazie al video dell’interrogatorio subito da una delle presunte vittime di abusi, dal quale emerge la volontà di psicologi e assistenti sociali di “incastrare” qualcuno, il parroco in particolare. Don Govoni morirà il 19 maggio 2000 e forse meriterebbe di essere ricordato come un martire della giustizia nell’epoca della post-verità, reo di avere aiutato una di quelle famiglie cui strapparono i figli perché “troppo povere”. Ma chi si assunse la responsabilità di questa drammatica vicenda? Psicologi e assistenti sociali, animati da una «mentalità» per la quale «la Famiglia ha torto sempre» come ha detto don Ettore Rovatti, parroco di Finale Emilia, al giornalista Pablo Trincia, autore del libro Veleno. Una storia vera (Einaudi 2019), da cui è stato tratto il docufilm con lo stesso titolo trasmesso da Amazon Prime. Secondo Trincia, il parroco, anche lui morto d’infarto, aveva capito che «questa gente vuole distruggere la famiglia, così come il comunismo voleva distruggere la proprietà privata. Queste psicologhe e assistenti sociali dell’Ausl volevano dimostrare che Dio, poveretto, non ha saputo fare bene il suo mestiere. Erano loro che sapevano fare meglio del Padreterno».

E’ la stessa categoria ritornata tristemente all’attenzione della cronaca, più o meno nelle stesse zone, anni dopo, nell’estate del 2018, in Val d’Enza, provincia di Reggio Emilia.

Non pensate subito a “destra-sinistra”, ma pensate al nostro mondo che sta morendo nella “normalità”, prendendo atto che uccidere i concepiti è un diritto umano, che portare via i bambini dalle famiglie povere è “normale” così come ritrattare, decenni dopo.

Sempre per stare in tema vi pare “normale” assistere allo scontro partitico fra i sostenitori della mascherina e quelli che la vorrebbero togliere? Così come è “normale” dividersi fra “vaccinisti” che ritengono il vaccino qualcosa di poco meno della Salvezza, con la Maiuscola, e i poveri no-vax che individuano invece nello stesso vaccino il “complotto” del secolo? E per venire al mondo cattolico, è “normale” che a fronte di una Nota della Congregazione per la dottrina della fede approvata dal Pontefice sulla liceità dell’uso dei vaccini vi siano di quelli che continuano a metterla in discussione, auspicando un “nuovo movimento per la vita”, naturalmente super-ortodosso.

Sì, viviamo in un mondo che si divide in continue fazioni, forse perché così ciascuno trova una ragione per vivere, uno scopo per cui battersi, naturalmente stando dietro a un computer. Un “mondo che muore” appunto, “tentato” da soluzioni peggiori del male che si vorrebbe curare. Quali sono queste soluzioni proposte? Si va dal dittatore cinese che minaccia la libertà di Hong Kong e di Taiwan e contemporaneamente si offre come partner commerciale al mondo che contribuisce a destabilizzare, al “profeta” russo Aleksandr Dugin, che a noi italiani ripropone (seppure riveduto e corretto) il vecchio pensatore tradizionalista paganeggiante Julius Evola (1898-1974), che tanto male ha già fatto ai giovani di destra degli Anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, per finire con il neo-Presidente Usa Joe Biden, che giustamente pretende il rispetto dei diritti umani dalle altre potenze, salvo inserirvi, pure lui!, il diritto di uccidere un povero innocente.

Ma allora c’è soltanto la prospettiva della disperazione? Io non credo. La Chiesa c’è, con tutte le sue fatiche e i nostri peccati e tradimenti, ma continua a cercare di “animare cristianamente l’ordine temporale” (cfr. il decreto del Concilio Vaticano II Apostolicam actuositatem), pur nella consapevolezza che, nella parte in cui tocca terra, anch’essa subisce le vicende di questo mondo morente, sotto forma di un misterioso processo di “auto-demolizione”, come ebbe a dire san Paolo VI. Lo fa con il suo Magistero e con la testimonianza della verità e della carità, come è avvenuto pochi giorni fa con l’eroica testimonianza di suor Maria Laura Mainetti (1939-2000), a Chiavenna, della quale è stato riconosciuto il martirio. Si tratta soltanto di seguire questa Chiesa, l’unica esistente, convinti che il Signore della storia rimane sempre Lui, il Cristo vero uomo e vero Dio, modello e profeta per ogni vita umana.

Domenica, 20 giugno 2021

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