Mons. Antonio Suetta, vescovo di San Remo-Ventimiglia, si lascia intervistare dal suo delegato per la Comunicazione, don Diego Goso, sacerdote torinese al momento in trasferta ligure.
Dopo un’introduzione di don Goso e una prefazione di Giuseppe Liberto, già direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina, il testo tocca piccoli e grandi temi sociali, politici ed ecclesiali del nostro tempo.
Alcuni punti emergono per la fermezza e la chiarezza di espressione, soprattutto sul ruolo decisivo della Chiesa nel XXI secolo e dei suoi presbiteri.
«[…] la gente ci cerca non per quello che siamo o rappresentiamo umanamente, ma perché sa e crede che siamo portatori di Dio, del suo amore, della sua salvezza e del suo messaggio» e per questo i sacerdoti devono essere fedeli portatori di una verità che li trascende, quella di Cristo, senza troppe interpretazioni personali. Per fare questo occorrono sacerdoti ben formati ma non irretiti dall’intellettualismo oggi tanto di moda. La fede è semplice perché Dio è la semplicità perfetta e quindi la verità deve essere trasmessa con semplicità e serietà.
Il sacerdote deve portare l’uomo d’oggi alla verità «che secondo la parola di Gesù rende liberi, è il primo grande atto di misericordia», ma per far questo occorre avere il coraggio di mettere in discussione idee e comportamenti che il mondo considera scontati e leciti. La verità non condanna ma illumina e il sacerdote accompagna al confessionale che lui per primo deve però frequentare.
Mons. Suetta si lascia definire “vescovo di frontiera” non solo perché Ventimiglia è paese di frontiera con la Francia, ma perché ha affrontato con coraggio situazioni complesse come “l’invasione” di migranti con momenti di significativa tensione con le forze dell’ordine dal 2015 in poi. Le migrazioni dei popoli sono un problema serio, ricorda anche ai suoi confratelli, e non si può ridurre tutto al fronte caritativo, occorre saper leggere la dimensione globale del fenomeno con tutte le conseguenze culturali, economiche, sociali e religiose che comporta.
La politica è “la più alta forma di carità” come ricordava san Paolo VI e quindi è doveroso anche per un vescovo occuparsene. Interessarsi di politica non vuol dire scendere in campo per un partito ma guardare agli uomini politici partendo dai loro programmi e confrontando questi con la Dottrina Sociale della Chiesa.
La Chiesa oggi come sempre deve esercitare il suo ruolo di profezia verso il mondo. La Chiesa è credibile quando annuncia Cristo senza cedere a prospettive mondane che vorrebbero «assoggettare i contenuti della fede, parlando impropriamente di aggiornamento, dimenticando soprattutto che non deve essere il mondo a giudicare la fede, ma la fede a giudicare il mondo».
«Dobbiamo ritrovare la fierezza […] o detto più biblicamente, la “parresìa”, di annunciare il messaggio di Cristo senza riduzioni e senza adattamenti, avendo la responsabilità, il coraggio, ma soprattutto la gioia da parte di chi annuncia e da parte di chi ascolta di incominciare non dalle cose che, logicamente e tatticamente, starebbero dentro il contenitore del minimo comun denominatore, ma a partire da quello che è il cuore del messaggio cristiano, cioè il dono della salvezza e la vita eterna».
Il ruolo profetico della Chiesa si manifesta quando il cristiano è il sale della terra ben sapendo che quando il sale si posa su una ferita brucia molto. Proprio da questo dolore inizia la guarigione. Coraggiosamente Mons. Suetta ricorda che il cristiano che non urta, che non fa male al mondo, non è un cristiano vero.
Provocatorie le ultime domande sul come finirà la Chiesa tra carrierismi, scandali morali e finanziari, forzature e provocazioni. La risposta del presule è chiara: gli uomini di Chiesa sono uomini del nostro tempo, né più né meno degli altri, ma le forze del male «non praevalebunt» assicura il Signore e quindi, in ultima analisi, è Lui che guida la storia, anche quella della Chiesa.
Un libro da leggere per tutti, un testo su cui riflettere per ritrovare il coraggio per essere cattolici anche nel 2020.
Categoria: Intervista
Autore: Antonio Suetta intervistato da Diego Doso
Pagine: 157 pp
Prezzo: € 14,00
Anno: 2020
Editore: San Paolo, Cinisello Balsalmo (Mi)
EAN: 9788892209886