di Michele Brambilla
Sia nel rito romano sia nel rito ambrosiano le domeniche del Tempo ordinario che segue l’Epifania ripercorrono i passi iniziali del ministero pubblico di Gesù. Come dice Papa Francesco alla recita dell’Angelus di domenica 14 gennaio , «[…] anche la pagina del Vangelo di oggi (cfr Gv 1,35-42) propone il tema della manifestazione del Signore. Questa volta è Giovanni il Battista che lo indica ai suoi discepoli come “l’Agnello di Dio” (v. 36), invitandoli così a seguire Lui».
Il brano di Vangelo della II domenica del Tempo ordinario vede Gesù raggiunto dai primi due apostoli, Andrea e Giovanni, i quali, però, per riconoscere il Messia hanno bisogno di un mediatore che lo additi. Così è per tutti i cristiani che incontrano Cristo nella Chiesa, ovvero tramite testimoni terreni come i due apostoli benché abitati dalla Grazia divina. «In questa ricerca è fondamentale il ruolo di un vero testimone, di una persona che per prima ha fatto il cammino e ha incontrato il Signore. […] Soltanto un incontro personale con Gesù genera un cammino di fede e di discepolato».
Essere missionari è portare altri uomini all’incontro con il Signore. Agli uomini contemporanei «non basta costruirsi un’immagine di Dio basata sul sentito dire; bisogna andare alla ricerca del Maestro divino e andare dove Egli abita. La richiesta dei due discepoli a Gesù: «Dove dimori?» (v. 38), ha un senso spirituale forte: esprime il desiderio di sapere dove abita il Maestro, per poter stare con Lui».
Emblematico di questa ricerca inesausta dell’umanità è un episodio della visita pastorale che l’allora arcivescovo di Milano, card. Angelo Scola, compì nel decanato di Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano, nell’autunno 2016. Per l’occasione, le parrocchie misero dei foglietti bianchi in fondo alle chiese sui quali ognuno poteva presentare una domanda personale all’arcivescovo. Un giovane rimasto anonimo ha vergato semplicemente le parole: «Dov’è Gesù?». Senza saperlo, stava parafrasando esattamente il Vangelo (cfr. Gv 1,38).
Oggi come al tempo di Andrea e Giovanni c’è un luogo specifico, che non è soltanto fisico, in cui s’incontra Cristo ed è la preghiera. «La vita di fede consiste nel desiderio di stare con il Signore, e dunque in una ricerca continua del luogo dove Egli abita. Questo significa che siamo chiamati a superare una religiosità abitudinaria e scontata, ravvivando l’incontro con Gesù nella preghiera, nella meditazione della Parola di Dio e nella frequenza ai Sacramenti, per stare con Lui e portare frutto grazie a Lui, al suo aiuto, alla sua grazia».
Il Papa ripete: «Cercare Gesù, incontrare Gesù, seguire Gesù: questo è il cammino. Cercare Gesù, incontrare Gesù, seguire Gesù». Questo, come sempre, con l’aiuto della Madonna, la perfetta mediatrice-testimone del Figlio: «La Vergine Maria ci sostenga in questo proposito di seguire Gesù, di andare e stare dove Lui abita, per ascoltare la sua Parola di vita, per aderire a Lui che toglie il peccato del mondo, per ritrovare in Lui speranza e slancio spirituale».