di Silvia Scaranari
La Turchia, paese ufficialmente laico ma con il 99% di musulmani, vede dal 1986 il ripetersi a Efeso di una suggestiva cerimonia religiosa, la festa della Theotokos, la Madre di Dio.
Efeso è oggi una piccola cittadina nel distretto di Smirne (la turca Izmir). Dei fasti del II secolo a.C., quando era la capitale della provincia romana dell’Asia, rimangono oggi molte rovine che ne fanno uno dei siti archeologici più importanti del Mediterraneo: tempio di Adriano, grande teatro, biblioteca di Celso e terme romane, pochi resti del tempio di Artemide, una delle sette meraviglie del mondo, e qualche rudere di una cappella eretta in onore di Maria Ss. che, secondo la tradizione, arrivò in questo posto con san Giovanni a cui Gesù l’aveva affidata dall’alto della croce.
Questa cappella era nota anche come la Basilica del Concilio perché al suo interno, nel 431, si erano riuniti più di 200 vescovi. Secondo le cronache, ancora oggi conservate dai domenicani di Izmir, una gran folla di fedeli si era riunita intorno alla Basilica e dopo una lunga giornata di discussioni il Patriarca di Alessandria, san Cirillo (370-444), aveva letto davanti a tutti i fedeli il Decreto con cui si definiva Maria vera Madre di Dio e si sanciva la destituzione di Nestorio (381-451), Patriarca di Costantinopoli, dal suo incarico poiché eretico e blasfemo. Ne seguì entusiasmo della folla e processione con fiaccole e canti di inni.
Il secolo scorso, il 29 ottobre 1986, per una straordinaria concessione del Governo turco, si tenne sulle antiche rovine della Basilica del Concilio, la solenne celebrazione di una Messa officiata dall’arcivescovo di Smirne dopo che già nel 1951 e nel 1968 folle di fedeli avevano spontaneamente occupato il sito archeologico.
Da quell’occasione la Festa della Theotokos si ripete ogni anno, la seconda domenica di ottobre, con grande concorso di fedeli che arrivano da tutta la regione mediorientale.
Anche quest’anno, alla presenza del vescovo emerito di Trento, Mons. Luigi Bressan accompagnato da mons. Paul Fitzpatrick Russell, Ambasciatore della Santa Sede in Turchia, mons. Ruben Tierrablanca Gonzales, vescovo di Istanbul e presidente della Conferenza episcopale turca, Mons. Lorenzo Piretto, vescovo di Smirne, le antiche pietre hanno ripreso vita, hanno sentito risuonare inni religiosi e salmi, hanno sentito rivolgere alla Mamma celeste suppliche e ringraziamenti. Oltre a cristiani turchi, sono convenuti a Efeso fedeli dall’Austria, dall’Italia, dalla Francia, dal Belgio, dalla Spagna e persino dagli Stati Uniti e da Hong Kong per rendere questa festa molto particolare.
Oggi la Turchia attraversa un momento difficile della sua storia. Il lungo governo di Recep Tayyip Erdogan si sta logorando con un consenso popolare in caduta libera soprattutto nelle grandi metropoli, con difficoltà in campo diplomatico internazionale in un difficile equilibrio fra simpatie putiniane e legami obbligati con gli Stati Uniti, con operazioni militari nella regione curda che hanno attirato l’attenzione del mondo intero, con una libertà religiosa che si sente sempre più in pericolo ed un’economia che sta dando segnali di crisi.
Negli ultimi anni è difficile sentire che fedeli cristiani si riuniscono tranquillamente in un luogo pubblico, soprattutto se in un Paese islamico, ma per una volta la Turchia, che dichiara di sostenere la libertà religiosa e di coscienza, lo ha dimostrato, anche se lo svolgimento delle funzioni è stato garantito da un forte dispiegamento di forze di polizia.
Lunedì, 28 ottobre 2019