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Dichiarazione dell’Accademia Africana delle Scienze al Summit sulla Popolazione

7 Ottobre 2011 - Autore: Alleanza Cattolica

Dal 24 al 27 ottobre 1993 si è tenuto a New Delhi, in India, un Summit Scientifico sulla Popolazione Mondiale, cui hanno partecipato rappresentanti delle Accademie delle Scienze di tutto il mondo. Al termine 58 di esse hanno sottoscritto una Dichiarazione Comune, ispirata all’interpretazione neo-malthusiana dei problemi demografici
(cfr.
“Science Summit” on World Population. A Joint Statement by 58 of the World’s Scientific Academies, in Population and Development Review, vol. 20, n. 1, marzo 1994, pp. 233-238). Alcune Accademie — fra cui quelle di Irlanda, Italia, Giappone, Singapore, Spagna, e la Pontificia Accademia delle Scienze — non hanno firmato. Mentre sei Accademie nazionali africane — fra cui quelle di Ghana, Kenya, Nigeria e Uganda — hanno sottoscritto la Dichiarazione Comune, l’Accademia Africana delle Scienze, con sede a Nairobi, in Kenya, ha presentato una dichiarazione separata (cfr. Statement by the African Academy of Sciences at the Population Summit, ibid., pp. 238-239), che presentiamo in una traduzione redazionale.

Cristianità n. 232-233 (1994).

 

 

L’Accademia Africana delle Scienze ha studiato la bozza di dichiarazione da pubblicare al Summit sulla Popolazione delle Accademie delle Scienze del mondo, e intende dichiarare quanto segue:

1. Bisogna aver cura di riconoscere che, mentre i livelli attuali di crescita della popolazione e anche i suoi valori assoluti possono essere e sono un problema per alcuni paesi, per l’Africa la popolazione rimane un’importante risorsa per lo sviluppo, senza di cui le risorse naturali del continente rimarranno nascoste e inesplorate. Lo sviluppo della risorsa umana deve perciò costituire parte del tema popolazione/risorse. La prossima Conferenza Internazionale delle Nazioni Unite su Popolazione e Sviluppo deve recepire chiaramente questo messaggio.

2. Parte della complessità del tema della popolazione sta nel fatto che vi sono notevoli variazioni sia tra che nelle regioni e nazioni. Di conseguenza, i bisogni di programmazione strategica di ciascuna nazione e regione possono variare in modo molto netto. Perciò definire la popolazione senza precisazioni come un problema globale mette in ombra questo aspetto. Non può esservi quindi un obiettivo per tutti i paesi in tutti i tempi. Un programma per l’Africa sarebbe molto difficile.

3. La politica demografica non riguarda solo la regolazione della fecondità. La fecondità è solo un parametro che richiede d’esser trattato. Le politiche che riguardano l’intero settore della salute, la migrazione e l’urbanizzazione e le condizioni socio-economiche — soprattutto quelle delle donne — in una nazione sono elementi importanti in una politica demografica efficace.

4. Per molte coppie africane il matrimonio non è solo per la convivenza, ma, con un’importanza anche maggiore, per la procreazione. La dichiarazione ignora completamente che, per certe zone dell’Africa, l’infecondità è uno dei problemi maggiori. La pianificazione familiare dovrebbe essere anche orientata a studiare i problemi dell’infecondità, cosicché le coppie che lo desiderano possano procreare e realizzare il desiderio della loro vita.

5. Supporre che la pianificazione familiare sia la panacea per la regolazione della fecondità e anche per lo sviluppo è quanto meno semplicistico. Una comprensione dell’ambiente sociale e culturale delle società africane è centrale per un’analisi del successo, o del fallimento, o del valore intrinseco, o di altri aspetti dei programmi di pianificazione familiare. In Africa molti dei cosiddetti ostacoli alla pianificazione familiare hanno una ragion d’essere che richiede un’attenta valutazione.

6. Se la terra sia finita o no dipenderà dal grado in cui la scienza e la tecnologia saranno capaci di trasformare le risorse disponibili per l’umanità. Vi è sì una sola terra, ma il potenziale per la sua trasformazione non è necessariamente finito.

7. La situazione economica internazionale in cui le politiche e i programmi per lo sviluppo dell’Africa vengono definiti e realizzati è una variabile importante nel dibattito sulla popolazione. Il contributo del Nord alla difficile situazione della popolazione africana deve essere valutato quanto a ogni suggerimento che può offrire su come affrontare questa situazione.

8. La dichiarazione del Summit dovrebbe prevedere attività specifiche e strategie di collaborazione fra le varie Accademie in vista della Conferenza del Cairo. Potrebbe essere istituita dalle Accademie delle Scienze una commissione speciale su popolazione e sviluppo, per sviluppare e mettere a punto tali attività e strategie.

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Dichiarazione dell’Accademia Africana delle Scienze al Summit sulla Popolazione

29 Settembre 1994 - Autore: Alleanza Cattolica

Cristianità n. 232-233 (1994)

 

Dal 24 al 27 ottobre 1993 si è tenuto a New Delhi, in India, un Summit Scientifico sulla Popolazione Mondiale, cui hanno partecipato rappresentanti delle Accademie delle Scienze di tutto il mondo. Al termine 58 di esse hanno sottoscritto una Dichiarazione Comune, ispirata all’interpretazione neo-malthusiana dei problemi demografici (cfr: «Science Summit» on World Population. A Joint Statement by 58 of the World’s Scientific Academies, in Population and Development Review, vol. 20, n. 1, marzo 1994, pp. 233-238). Alcune Accademie — fra cui quelle di Irlanda, Italia, Giappone, Singapore, Spagna, e la Pontificia Accademia delle Scienze — non hanno firmato. Mentre sei Accademie nazionali africane — fra cui quelle di Ghana, Kenya, Nigeria e Uganda — hanno sottoscritto la Dichiarazione Comune, l’Accademia Africana delle Scienze, con sede a Nairobi, in Kenya, ha presentato una dichiarazione separata (cfr: Statement by the African Academy of Sciences at the Population Summit, ibid., pp. 238-239), che presentiamo in una traduzione redazionale.

 

Un’autorevole chiarificazione

Dichiarazione dell’Accademia Africana delle Scienze al Summit sulla Popolazione

 

L’Accademia Africana delle Scienze ha studiato la bozza di dichiarazione da pubblicare al Summit sulla Popolazione delle Accademie delle Scienze del mondo, e intende dichiarare quanto segue: 

1. Bisogna aver cura di riconoscere che, mentre i livelli attuali di crescita della popolazione e anche i suoi valori assoluti possono essere e sono un problema per alcuni paesi, per l’Africa la popolazione rimane un’importante risorsa per lo sviluppo, senza di cui le risorse naturali del continente rimarranno nascoste e inesplorate. Lo sviluppo della risorsa umana deve perciò costituire parte del tema popolazione/risorse. La prossima Conferenza Internazionale delle Nazioni Unite su Popolazione e Sviluppo deve recepire chiaramente questo messaggio. 

2. Parte della complessità del tema della popolazione sta nel fatto che vi sono notevoli variazioni sia tra che nelle regioni e nazioni. Di conseguenza, i bisogni di programmazione strategica di ciascuna nazione e regione possono variare in modo molto netto. Perciò definire la popolazione senza precisazioni come un problema globale mette in ombra questo aspetto. Non può esservi quindi un obiettivo per tutti i paesi in tutti i tempi. Un programma per l’Africa sarebbe molto difficile. 

3. La politica demografica non riguarda solo la regolazione della fecondità. La fecondità è solo un parametro che richiede d’esser trattato. Le politiche che riguardano l’intero settore della salute, la migrazione e l’urbanizzazione e le condizioni socio-economiche — soprattutto quelle delle donne — in una nazione sono elementi importanti in una politica demografica efficace.

4. Per molte coppie africane il matrimonio non è solo per la convivenza, ma, con un’importanza anche maggiore, per la procreazione. La dichiarazione ignora completamente che, per certe zone dell’Africa, l’infecondità è uno dei problemi maggiori. La pianificazione familiare dovrebbe essere anche orientata a studiare i problemi dell’infecondità, cosicché le coppie che lo desiderano possano procreare e realizzare il desiderio della loro vita.

5. Supporre che la pianificazione familiare sia la panacea per la regolazione della fecondità e anche per lo sviluppo è quanto meno semplicistico. Una comprensione dell’ambiente sociale e culturale delle società africane è centrale per un’analisi del successo, o del fallimento, o del valore intrinseco, o di altri aspetti dei programmi di pianificazione familiare. In Africa molti dei cosiddetti ostacoli alla pianificazione familiare hanno una ragion d’essere che richiede un’attenta valutazione. 

6. Se la terra sia finita o no dipenderà dal grado in cui la scienza e la tecnologia saranno capaci di trasformare le risorse disponibili per l’umanità. Vi è sì una sola terra, ma il potenziale per la sua trasformazione non è necessariamente finito.

7. La situazione economica internazionale in cui le politiche e i programmi per lo sviluppo dell’Africa vengono definiti e realizzati è una variabile importante nel dibattito sulla popolazione. Il contributo del Nord alla difficile situazione della popolazione africana deve essere valutato quanto a ogni suggerimento che può offrire su come affrontare questa situazione. 

8. La dichiarazione del Summit dovrebbe prevedere attività specifiche e strategie di collaborazione fra le varie Accademie in vista della Conferenza del Cairo. Potrebbe essere istituita dalle Accademie delle Scienze una commissione speciale su popolazione e sviluppo, per sviluppare e mettere a punto tali attività e strategie.

 

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