Da Avvenire del 09/09/2022
«L’abbiamo uccisa perché era impegnata eccessivamente nella diffusione del cristianesimo». La provincia dell’Africa centrale del Daesh ha rivendicato via Telegram l’assassinio di suor Maria De Coppi e l’attacco alla missione São Pedro de Chipene nonché l’omicidio di altri quattro cristiani. Il messaggio non è stato ancora verificato ma ci sono pochi dubbi: fin da subito, i sospetti erano ricaduti sui jihadisti che, da Cabo Delgado, nelle ultime settimane, hanno iniziato a sconfinare nella provincia di Nampula, portando la loro brutale offensiva a sud del fiume Lurio.
Anche la Procura di Roma ha aperto un’indagine per terrorismo, coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino. «Se la rivendicazione è autentica, allora suor Maria è davvero una martire della fede», ha detto all’agenzia Fides, monsignor Inacio Saure, arcivescovo di Nampula, diocesi dove si trova Chipene. «Dall’inizio di settembre ci sono continui attacchi nella nostra provincia – ha sottolineato il pastore –. La gente è disorientata e in grande sofferenza perché vive nell’incertezza e non sa che cosa fare, molti scappano ma non sanno bene dove andare. Siamo preoccupati per l’avanzata dei jihadisti. Spero che il sacrificio di suor Maria contribuisca a tenere alta l’attenzione internazionale su ciò che accade qui». L’angoscia di monsignor Saure sono condivise dai vescovi della Conferenza dell’Africa meridionale (Sacbc) che, nel messaggio di condoglianze, hanno scritto: «Notiamo con crescente preoccupazione i primi attacchi nella provincia di Nampula». Il 2 settembre è stata colpita Namapa, poi Chipene.
Ora si teme che la furia dei miliziani arrivi fino a Nampula.
In ogni caso, «le comboniane resteranno in Mozambico perché hanno sposato il suo popolo: sono state al suo fianco durante la guerra civile e lo saranno ancora, in questo nuovo conflitto», ha affermato suor Elisa Kidané, direttrice del Centro missionario di Roma e consorella di suor Maria. Oggi il vescovo di Nacala, monsignor Alberto Vera Aréjula, celebrerà di quest’ultima a Monapo, insieme ai sacerdoti scampati all’agguato, don Loris Valdignon e don Lorenzo Barro, entrambi della diocesi di Concordia-Pordenone.
Al termine, la religiosa di 83 anni sarà sepolta nel cimitero di Carapira, accanto alle altre comboniane morte nel Paese. Tra loro anche suor Teresa Dalle Pezze, di origine veronese, assassinata in un raid dei guerriglieri nel 1985.