
Lo Spirito Santo ci dona il coraggio di diventare testimoni forti, perseveranti e gioiosi del Vangelo. Il Papa addita come esempio di fedeltà sacerdotale un martire polacco dell’epoca sovietica e prega perché i cattolici cinesi, che sono ancora sotto il giogo comunista, possano ritrovare la piena comunione ecclesiale
di Michele Brambilla
Il 25 maggio Papa Leone XIV torna a pregare il Regina Coeli dalla finestra del Palazzo apostolico. «Sono ancora all’inizio del mio ministero in mezzo a voi e desidero anzitutto ringraziarvi per l’affetto che mi state manifestando, mentre vi chiedo di sostenermi con la vostra preghiera e vicinanza», dato che il Ministero petrino è certamente molto impegnativo. «Tuttavia, proprio il Vangelo di questa domenica (cfr Gv 14,23-29) ci dice che non dobbiamo guardare alle nostre forze, ma alla misericordia del Signore che ci ha scelti, certi che lo Spirito Santo ci guida e ci insegna ogni cosa», dice ai tantissimi fedeli che popolano piazza S. Pietro.
Commentando proprio la pagina di Vangelo della VI domenica di Pasqua, il Papa pone la sua attenzione sopra il primo versetto: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».
«Se rimaniamo nel suo amore, infatti, Lui stesso prende dimora in noi, la nostra vita diventa tempio di Dio e questo amore ci illumina, si fa spazio nel nostro modo di pensare e nelle nostre scelte, fino a espandersi anche verso gli altri e irradiare tutte le situazioni della nostra esistenza», continua il Pontefice. «È bello che, guardando alla nostra chiamata, alle realtà e alle persone che ci sono state affidate, agli impegni che portiamo avanti, al nostro servizio nella Chiesa, ciascuno di noi può dire con fiducia: anche se sono fragile, il Signore non si vergogna della mia umanità, anzi, viene a prendere dimora dentro di me. Egli mi accompagna col suo Spirito, mi illumina e mi rende strumento del suo amore per gli altri, per la società e per il mondo», seguendo il modello eminentissimo di Maria, «“Dimora consacrata a Dio”. Con Lei, anche noi possiamo sperimentare la gioia di accogliere il Signore ed essere segno e strumento del suo amore».
L’apostolo può incontrare difficoltà, o addirittura opposizioni violente. E’ quel che è accaduto spesso nella storia, ma in maniera paradigmatica nel Novecento, il secolo dei totalitarismi. Il Santo Padre ricorda che «ieri a Poznań (Polonia) è stato beatificato Stanislao Kostka Streich, sacerdote diocesano ucciso in odio alla fede nel 1938, perché la sua opera in favore dei poveri e degli operai infastidiva i seguaci dell’ideologia comunista. Il suo esempio possa stimolare in particolare i sacerdoti a spendersi generosamente per il Vangelo e per i fratelli».
«Sempre ieri, memoria liturgica della Beata Vergine Maria Aiuto dei Cristiani, si è celebrata la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, istituita dal Papa Benedetto XVI. Nelle chiese e nei santuari della Cina e in tutto il mondo si sono elevate preghiere a Dio come segno della sollecitudine e dell’affetto per i cattolici cinesi e della loro comunione con la Chiesa universale», impedita, ancora una volta, da un regime comunista. Pensando ai cattolici cinesi, ma anche a quelli che, fortunatamente, vivono dove esiste la libertà religiosa, ma potrebbero scontare una certa “timidezza” nell’essere missionari, «l’intercessione di Maria Santissima ottenga a loro e a noi la grazia di essere testimoni forti e gioiosi del Vangelo, anche in mezzo alle prove». La preghiera del Papa e della Chiesa «abbraccia tutti i popoli che soffrono a causa della guerra; invochiamo coraggio e perseveranza per quanti sono impegnati nel dialogo e nella ricerca sincera della pace». Proprio «dieci anni fa Papa Francesco firmava l’Enciclica Laudato si’, dedicata alla cura della casa comune», che ci ha insegnato a non separare l’attenzione verso la natura dalla difesa della dignità umana.
Lunedì, 26 maggio 2025