
Attenzione alla disinformazione, fuga dai rapitori islamici, un esempio di fronte al dolore
di Luca Bucca
– Dopo la diffusione online di testi e di video prodotti con l’intelligenza artificiale che attribuivano a Leone XIV discorsi in realtà mai pronunciati, i media vaticani hanno diffuso una nota nella quale viene precisato che «tutti i discorsi, le allocuzioni e i testi di Papa Leone XIV sono consultabili integralmente su vatican.va». Si tratta di una tendenza sempre più diffusa, a volte con intento scherzoso, altre volte con piena malizia, ma per quanto riguarda i discorsi pontifici va detto che, prima ancora dell’avvento dei più recenti strumenti tecnologici, già i tradizionali mezzi di comunicazione, spesso, hanno distorto le parole dei Pontefici con operazioni di vera e propria disinformazione. Dunque oggi, a maggior ragione, è necessario che i cattolici vadano direttamente alla fonte, leggendo i testi integrali e impegnandosi nella loro diffusione. Anche questa è Nuova Evangelizzazione.
– Il coraggio dei semplici. Questa la sintesi che si potrebbe fare della testimonianza raccolta e diffusa recentemente dall’associazione Global Christian Relief. Si tratta del racconto fatto da una cristiana nigeriana rapita dall’organizzazione islamista Boko Haram, che voleva costringerla alla conversione all’islam per rendergli salva la vita. Invece la donna, correndo il rischio di restare uccisa, approfittando di un frangente favorevole, il giorno prima della cerimonia di conversione forzata è fuggita, tornando dalla sua famiglia, con la quale ha poi proseguito la fuga lontano dal suo villaggio per evitare di venire nuovamente catturata. Queste le sue parole, ricordando quei momenti: «Avrei preferito morire nel tentativo di scappare piuttosto che restare e diventare musulmana». Ecco cos’è lo spirito di martirio, che non si cerca, ma che si è disposti ad affrontare.
– Sono commoventi le immagini e il racconto che giungono dal Brasile. Una giovane coppia cattolica ha dovuto affrontare la malattia e la morte, pochi giorni fa, della figlia di quattro mesi. I medici, dopo avere comunicato ai genitori che non c’era più niente da fare per potere salvare la neonata, hanno chiesto se c’era ancora qualcosa che potevano fare e i genitori hanno chiesto di potere celebrare una Messa nella stanza dell’ospedale dove la bambina era ricoverata. Così ha scritto nell’occasione il papà sui social: «Ecco la forza della nostra famiglia: l’Eucaristia!». Ci sono dolori, come quello di perdere una figlia, che sono davvero profondi e incancellabili, ma una fede così profonda, anche di fronte a un dramma del genere, rappresenta un esempio da mostrare a un mondo, spesso, disperato per molto meno e può avere un’efficacia maggiore di tante parole e catechesi, per quanto ben pronunciate.
Mercoledì 4 giugno 2025