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“Domani processano il “liberatore” di Hong Kong”

3 Dicembre 2020 - Autore: Alleanza Cattolica

di Nicolò Petrali da nicolaporro.it del 01/12/2020

Se hai aperto questo articolo e stai leggendo queste righe, ti devo innanzitutto un grazie. Significa che sei una persona che probabilmente ha a cuore la Libertà con la “L” maiuscola e che sa dove questo diritto inalienabile dell’uomo è realmente o maggiormente minacciato. E soprattutto da chi.  Se non è così, spero tu possa cambiare idea al più presto con l’ausilio di questo pezzo o meno.

Morbo liberticida

Mentre in Italia e nel mondo, siamo infatti tutti impegnati a combattere il virus proveniente dalla Cina che uccide e che indirettamente ci priva delle nostre libertà fondamentali, in questi giorni a Hong Kong, si sta giocando una fase chiave della partita ancor più decisiva contro un altro virus cinese, di gran lunga più temibile del primo. Anche perché in questo caso, non esiste vaccino.

Si tratta ovviamente del morbo liberticida del regime comunista cinese che da diversi anni ormai sta provando a chiudere nella sua morsa l’ex colonia britannica con i brutali metodi tipici delle dittature e che adesso sembra davvero sul punto di piazzare il colpo del KO. In barba agli accordi internazionali che stabiliscono che la “Svizzera asiatica” debba formalmente godere di autonomia legislativa (vera, non di facciata) fino al 2047.

Omertà Occidentale

Eppure, quella che dovrebbe essere la battaglia di tutti, in favore della libertà, della democrazia e dei diritti umani, nel mondo Occidentale ottiene molta meno eco rispetto ad altre cause. I media raccontano lo stretto indispensabile senza prendere posizione, nessuno si inginocchia in segno di solidarietà verso gli attivisti incarcerati e malmenati o i deputati espulsi, nessuna iniziativa social degna di questo nome e la cui viralità possa favorire il cambio di focus dell’attenzione mondiale.

Le ragioni di questa inazione di massa sono diverse e le conosciamo tutti, spaziano dall’economia alla politica. Un’omertà più o meno consapevole, dunque, della quale la Cina sta approfittando per continuare nel suo diabolico piano di sottomissione di un popolo che evidentemente era abituato troppo bene per gli standard della Repubblica Popolare. Esattamente come ha tratto vantaggio, e continua a farlo, dal Covid19 per rinviare consultazioni elettorali e impedire manifestazioni e riunioni di tipo politico.

Eroi lasciati soli

Le conseguenze di questa viltà tipicamente europea le stanno subendo sulla propria pelle i giovani e coraggiosissimi attivisti di Hong Kong, Joshua Wong in testa, che con altri fedelissimi è stato recentemente incarcerato e il 2 dicembre verrà giudicato dalla giustizia filo-cinese dopo essersi consegnato spontaneamente alle autorità, a testa alta, in quello che sembra essere un vano tentativo di captatio benevolentiae nei confronti del mondo. Ma colpevole di cosa? Di aver organizzato delle manifestazioni pro-democrazia minacciando così la sicurezza nazionale (della Cina). Tutti loro rischiano diversi anni di carcere e Dio solo sa cos’altro.

Non posso che provare una profonda ammirazione per questi ragazzi che stanno mettendo a rischio la loro vita e la loro libertà nel combattere un nemico potentissimo e che proverà in tutti i modi ad avere ragione di loro nel silenzio assordante della comunità internazionale. A mio parere sono degli eroi.

Eroi veri, proprio perché lasciati soli. Non come quelli che provano a spacciare come tali in Occidente, che non rischiano assolutamente nulla combattendo talvolta contro nemici immaginari e ottenendo la ribalta mediatica solamente per fini strumentali, politici o di carriera.

Un uomo libero non può non stare con Hong Kong. Chi ama la libertà ha il dovere morale di fare qualcosa. Non solo hashtag ma cose concrete, nei limiti delle possibilità di ognuno. Perché noi siamo pragmatici, non ci inginocchiamo. Quello, come altri, è un gesto inutile e che, al massimo, riserviamo all’Altissimo. Noi stiamo in piedi, anche soli se necessario, e guardiamo l’avversario dritto negli occhi, senza paura. Finché non fermeremo i carri armati. Anche a costo di sparire come quel povero ribelle sconosciuto di Piazza Tienanmen.

Perché la Libertà è tutto e senza di lei, la vita non è degna di essere vissuta. Ma va difesa sempre, anche quando il tiranno è potente, sempre più ricco e comunista. Altrimenti, dopo Hong Kong sarà la volta di Macao, di Taiwan e via via di tutti i territori contesi. Altro che “un paese, due sistemi”. Gli accordi non sono stati rispettati, gli esperimenti, tutti falliti. In Cina non esiste spazio per la diversità e il pluralismo.

C’è un unico impero la cui sola ragion d’essere è l’autoperpetuazione. Salvare Hong Kong, è salvare noi stessi! Cosa farà ora Pechino? Perderà la faccia assolvendo i ragazzi dopo averli accusati o ne farà dei martiri? Ci rivediamo qui non appena avremo una risposta.

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