Dopo il 21 aprile 1996. La sconfitta del Polo per le Libertà «fu vera sconfitta»? O c’è sconfitta e sconfitta?
Comunicato post-elettorale di Alleanza Cattolica
Alleanza Cattolica, che in vista della consultazione politica del 21 aprile 1996 ha lanciato un appello elettorale invitando a votare per il Polo per le Libertà, invita oggi, a spoglio completato, a riflettere sul risultato.
Si dice che il Polo per le Libertà è stato sconfitto.
È innegabile dal punto di vista del meccanismo del sistema elettorale: infatti i suoi eletti sono minoranza nel Parlamento della XIII legislatura.
Ma non è vero dal punto di vista del consenso elettorale: infatti
— nel 1994 i votanti per il Polo erano 13.321.985 su 48.135.041 aventi diritto al voto, cioè pari a circa il 28% del corpo elettorale, e a essi all’epoca — ai fini del sostegno al Governo Berlusconi — si aggiungevano i suffragi della Lega Nord;
— nel 1996 sono rimasti in soli 15.780.752 su 48.909.496 aventi diritto al voto, pari al oltre il 32% e con un incremento di 2.358.767 suffragi.
Quindi, non si è verificata una flessione di consenso nei confronti del Polo per le Libertà, esattamente il contrario, ma soltanto una sconfitta uscita dal meccanismo del sistema elettorale, prodotta
— da varianti non adeguatamente apprezzate come il tempo di apertura delle urne
— e da variabili in qualche misura imprevedibili come il risultato della Lega Nord nell’Italia Settentrionale e del MS Fiamma Tricolore in quelle Centrale, Meridionale e Insulare;
— ma non certamente esito dell’incremento di consenso popolare nei confronti dei vincitori di oggi, che anzi nel 1994 ammontava a 19.540.709 voti, pari a circa il 41% degli aventi diritto, mentre nel 1996 è di 16.232.961, pari al 33% del corpo elettorale, con un decremento di 3.307.748 suffragi.
Perciò non hanno ragion d’essere demoralizzazione e abbandono, ma il consenso elettorale conseguito dal Polo per le Libertà impone di continuare con fondato entusiasmo e con rinnovata lena l’opera politica intrapresa il 27 marzo 1994 perché sulla base di tale grande consenso, un consenso in consistente crescita,
— anzitutto venga contrastato unitariamente il governo del «fronte impopolare», uscito dal meccanismo del sistema elettorale e non dal consenso del popolo italiano, ed espressione di un segmento del corpo elettorale egemonizzato dai comunisti;
— in secondo luogo tale consenso trovi a tempo debito adeguata espressione elettorale e quindi permetta di costruire non una qualsiasi Seconda Repubblica, ma un’autentica Nuova Repubblica.
23 aprile 1996
San Giorgio martire