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…e anche a «scrivere»

28 Dicembre 2018 - Autore: Francesco Pappalardo

Francesco Pappalardo, Cristianità n. 394 (2018)

 

…e anche a «scrivere»

 

Ho conosciuto Giovanni Cantoni poco più di quarant’anni fa, quando ero ancora studente universitario, e ho potuto verificare anch’io la sua disponibilità e la sua attenzione nei confronti di tutti coloro che approdavano in Alleanza Cattolica. Era incuriosito dal piccolo gruppo dei «napoletani», che seguiva nel loro insieme, come minuscola comunità, ma anche come singoli, lasciandosi coinvolgere dagli interessi di ciascuno. Al termine di ogni incontro trovava sempre il tempo di prendermi sottobraccio e, passeggiando, di pormi domande sulla famiglia, sullo studio e, più in là, sull’attività lavorativa.

Volle leggere la mia tesi di laurea in Storia contemporanea e nel 1982, anno dedicato al centenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, mi sollecitò a preparare alcuni articoli sull’argomento per la rivista Cristianità. Accettai l’onore e l’onere di iniziare a collaborare con lui, senza sapere che era l’inizio di un trentennale sodalizio: prima la scrittura di articoli per la rivista e per i Quaderni di Cristianità; quindi il coinvolgimento nel lavoro redazionale, esteso nel tempo anche al Dizionario del Pensiero Forte e ai testi, suoi e di altri, da pubblicare nelle collane da lui dirette; infine, l’av­ventura della direzione editoriale della rivista, nel 2009, con la nuova veste grafica e la formazione di un corpo redazionale associativo, nella fedeltà al patrimonio dottrinale e culturale cui Alleanza Cattolica ha attinto fin dalla sua fondazione. Ancora anni di telefonate quotidiane, di confronti continui e di scambi di bozze — che mi valsero l’amabile appellativo di suo «terzo occhio» — fino a quel 6 aprile 2013, peraltro giorno del mio compleanno, in cui si manifestarono i sintomi della sua malattia e s’interruppe improvvisamente l’attività comune.

Ma in quei decenni ha insegnato a «scrivere» a noi tutti, sia sotto il profilo tecnico — cioè fornendoci le indicazioni sulla forma da dare ai testi da pubblicare — sia sotto quello dello stile che l’associazione e la rivista si sono imposti fin dal principio per ragioni prima di tutto morali, cioè di rispetto della giustizia e della verità.

Ci ha spiegato usque ad nauseam, come amava ripetere, che ogni testo ha bisogno di essere curato, ovvero di subire diversi livelli d’inter­vento che hanno tutti relazione con la qualità dell’informa­zione, perché l’obiettivo è quello di guadagnarsi la credibilità sul campo, dando informazioni che rispettino livelli di qualità e di accuratezza indiscutibili. Un testo deve essere curato con rigore sia perché è doveroso, nei confronti della verità e di chi legge, presentare un lavoro che esponga cose vere e le esponga bene, sia perché, dal momento che la buona stampa dev’essere anche apologetica, il lettore deve cogliere la buona fede dell’apologeta e avvertire che questi è amante della verità, verificando con scrupolo ogni fatto e mettendo lo stesso lettore in condizione di verificarlo. 

Se l’attività contro-rivoluzionaria in Italia ha potuto trasformarsi da fenomeno culturale sporadico a impegno serio e rigoroso, è merito del pluridecennale apostolato di Alleanza Cattolica e degli insegnamenti del suo fondatore, Giovanni Cantoni, improntati a criteri di qualità i più severi possibile. Tutti i passaggi devono essere esaurienti e inattaccabili; va mantenuto l’equilibrio fra l’erudizione e la sobrietà del­l’informazione; le notizie fornite devono essere sempre aggiornate e documentate; l’obietti­vità e l’amore per la verità devono trasparire da tutto il contenuto; e in ultimo — ma non meno importante — il testo non deve contenere errori ortografici, la cui presenza costituirebbe la prova che non abbiamo riletto «con accanimento» — come mi diceva sempre — e che, dunque, siamo disinteressati a quanto prodotto.

Il risultato è stato duplice: da un lato, la serietà e il rigore richiesti agli autori hanno favorito la formazione di persone ben preparate e, fra l’altro, la nascita di una scuola storica al servizio dell’aposto­lato; dall’al­tro lato, da circa cinquant’anni, con regolarità, migliaia e migliaia di persone sono state raggiunte da un messaggio ben articolato, caratterizzato da un tono intellettuale elevato e da uno stile accurato, e hanno ricevuto elementi d’informazione, d’interpretazione e di giudizio sui grandi eventi che interessano la vita della Chiesa, la politica internazionale e nazionale, la società, la storia e la cultura; aree ampiamente esposte all’aggressione del secolarismo e a quel processo di allontanamento da Dio che Alleanza Cattolica intende contrastare, appunto, «con accanimento».

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