Di Carlo Giovanardi da Libero del 15/04/2023
Roberto Calvi, che finì la sua carriera di banchiere impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra, era solito dire che quando un segreto lo sanno in due lo sanno tutti. Io viceversa non sapevo, come ha reso noto la settimana scorsa Pietro Orlandi alla trasmissione Dimartedì di Giovanni Floris su La7, che al tempo di San Giovanni Paolo II la pedofilia fosse di casa in Vaticano, non soltanto accettata ma praticata da vari Cardinali ed anche coperta (o condivisa dal Papa Regnante. Non soltanto non sapevo, come penso la stragrande maggioranza degli italiani, ma davanti alla denuncia di una tale enormità, ascoltata da un milione di telespettatori, ho auspicato da chi di dovere una vigorosa reazione di smentita o almeno una richiesta di chiarimenti. Martedì 11 sera, dopo una settimana di silenzio generale, Pietro Orlandi scortato dal suo Avvocato e da Andrea Purgatori, ha rilanciato da Floris le sue accuse (chiarendo però che non ha prove) di nuovo davanti a più di un milione di telespettatori. Dopo aver premesso che «qualche politico si è un po’ risentito quando ho nominato Wojtyla» Orlandi ha rilanciato facendo sentire un audio, riferendo voci ricorrenti in Vaticano ed affermando testualmente: «Mi dicono che Wojtyla usciva in macchina (dal Vaticano ndr) con due suoi amici monsignori polacchi, andava in giro perché aveva bisogno di respirare una boccata d’aria perché il Pontificato era pesante, qualche dubbio mi viene, qualcuno mi dice che non andava certo a benedire le case». Quello che trovo sconvolgente è che Orlando con il suo Avvocato era stato ricevuto in mattinata dal Promotore di Giustizia in Vaticano, che in un’intervista a un quotidiano nazionle aveva precedentemente espresso la volontà di verificare seriamente gli audio, le voci, le chiacchiere, le maldicenze ed ogni altro elemento utile a chiarire il mistero della scomparsa della sorella. Ed alla sera abbia diffuso in TV tali sconvolgenti ipotesi. Insomma nelle due interviste televisive Orlandi ha affermato che la pedofilia era tollerata in Vaticano, che pedofili erano un numero imprecisato di Cardinali, che Capo dei suddetti era Papa Wojtila, complice o direttamente coinvolto in questa sordida perversione per coprire la quale, a seguito di inconfessabili ricatti, Manuela sarebbe stata eliminata. Quelle che per decenni sono state giustamente esaltate come caratteristiche positive del Papa polacco, come le evasioni in incognito dal Vaticano per lunghe sciate in solitario sulle montagne d’Abruzzo o passeggiate nei boschi, rischiano così di venire rilette alla luce dei più fantasiosi ed azzardati sospetti, senza che per quaranta lunghi anni ed un meticoloso processo di Beatificazione sia uscita una sola voce ad avanzare dubbi o sospetti sul suo comportamento. E come nel Barbiere di Siviglia dobbiamo purtroppo constatare che “Lacalunnia è un venticello, un auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente, incomincia incomincia a sussurrar” e “colpisce il meschino calunniato, avvilito calpestato” con l’aggravante in questo caso che il calunniato non può più difendersi. Rimaniamo in attesa che oltre alla nostra, altre voci si levino per denunciare questo incredibile linciaggio mediatico.