«Ogni chiamata di Dio», dice il Papa pensando alla vocazione degli Apostoli, «è un’iniziativa del suo amore»
di Michele Brambilla
Il 17 gennaio è la II domenica del Tempo ordinario. Ricorrerebbe anche la memoria liturgica di sant’Antonio abate, patrono del bestiame utilizzato nei lavori agricoli, ma le autorità vaticane non consentono l’usuale benedizione degli animali in piazza S. Pietro.
Papa Francesco dà al discorso dell’Angelus un’impronta decisamente vocazionale: «il Vangelo di questa seconda domenica del Tempo Ordinario (cfr Gv 1,35-42) presenta l’incontro di Gesù con i suoi primi discepoli. La scena si svolge presso il fiume Giordano, il giorno dopo il battesimo di Gesù. È lo stesso Giovanni Battista a indicare a due di loro il Messia con queste parole: “Ecco l’agnello di Dio!” (Gv 1,36)». «E quei due, fidandosi della testimonianza del Battista, vanno dietro a Gesù. Lui», riassume il Pontefice, «se ne accorge e chiede: “Che cosa cercate?”, e loro gli domandano: “Maestro, dove dimori?” (Gv 1,38)».
E «Gesù non risponde: “Abito a Cafarnao o a Nazaret”, ma dice: “Venite e vedrete” (Gv 1,39). Non un biglietto da visita, ma l’invito a un incontro», perché ha intuito il desiderio di Andrea e Giovanni di dimorare nella Verità. «I due lo seguono e quel pomeriggio rimangono con Lui. Non è difficile immaginarli seduti a farGli domande e soprattutto ad ascoltarLo, sentendo che il loro cuore si riscalda sempre più mentre il Maestro parla. Avvertono la bellezza di parole che rispondono alla loro speranza più grande. E all’improvviso scoprono che, mentre intorno si fa sera, in loro, nel loro cuore, esplode la luce che solo Dio può donare». Nasce un rapporto così decisivo che, decenni dopo, Giovanni annoterà nel suo Vangelo che erano le quattro del pomeriggio.
«Poi, quando escono da questo incontro e ritornano dai loro fratelli, questa gioia, questa luce straripa dai loro cuori come un fiume in piena», attivando subito una dinamica missionaria, perché «uno dei due, Andrea, dice al fratello Simone – che Gesù chiamerà Pietro quando lo incontrerà –: “Abbiamo trovato il Messia” (Gv 1,41)».
Il Successore di Pietro suggerisce: «fermiamoci un momento su questa esperienza dell’incontro con Cristo che chiama a stare con Lui. Ogni chiamata di Dio è un’iniziativa del suo amore. Sempre è Lui che prende l’iniziativa, Lui ti chiama. Dio chiama alla vita, chiama alla fede, e chiama a uno stato particolare di vita: “Io voglio te qui”». Il Signore cerca la libera risposta dell’uomo. «Fratelli e sorelle, di fronte alla chiamata del Signore, che ci può giungere in mille modi anche attraverso persone, avvenimenti lieti e tristi, a volte il nostro atteggiamento può essere di rifiuto», osserva il Papa, «rifiuto perché essa ci sembra in contrasto con le nostre aspirazioni; e anche la paura, perché la riteniamo troppo impegnativa e scomoda», tuttavia è proprio in quella vocazione che è insita la nostra autentica felicità.
Allora «la Vergine Maria ci aiuti a fare della nostra vita un canto di lode a Dio, in risposta alla sua chiamata e nell’adempimento umile e gioioso della sua volontà». Il rimanere dei discepoli presso il Signore richiama il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si intitola: «Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto» (cfr Gv 15,5-9).
Lunedì, 18 gennaio 2021