Metodi da anni di piombo, figli non voluti, serie tolkieniana
di Luca Bucca
– Il 22 agosto scorso un’organizzazione politica denominata “Nuovo Partito Comunista Italiano” ha pubblicato online un documento di denuncia e lotta contro organismi e agenti “sionisti” in Italia, a sostegno della “resistenza” palestinese e per la liberazione dell’Italia dall’imperialismo. In parole semplici, si tratta di un elenco in aggiornamento di organizzazioni e persone ritenute per le ragioni più varie in rapporto di vicinanza con Israele. Bisogna fare attenzione a utilizzare metodi del genere per la propria attività e propaganda politica. Gli Anni di piombo, in particolare, dovrebbero avercelo insegnato, dal momento che in quel periodo spesso si iniziava stilando un elenco e si finiva con il cadavere di qualche elencato.
– Una recente indagine statunitense del Pew Research Center ha rilevato che tra gli under 50 senza figli il 57% non ne ha semplicemente perchè non ne ha voluti, avendo preferito dedicare le proprie risorse ad altro (lavoro, tempo libero, relazioni sociali). In tempi di crisi demografica si tratta di un’informazione importante sotto vari profili. Il Magistero della Chiesa più volte ha denunciato lo scontro in atto tra la cultura della vita e la cultura della morte: anche una mentalità che non vuole figli e li vede come un impedimento per la realizzazione di altri aspetti della vita è espressione di una cultura di morte, o è perlomeno caduta nel suo inganno. Ben vengano, dunque, anche gli aiuti economici, ma nella consapevolezza che per vincere questa battaglia serve un’azione capillare di promozione della cultura della vita. Si tratta di un’opera lunga e difficile ma fondamentale, se si vuole davvero invertire la rotta rispetto al sempre più freddo inverno demografico che tutto il mondo occidentale sta attraversando.
– La seconda stagione della serie Il Signore degli Anelli: gli Anelli del Potere, disponibile dal 29 agosto in streaming, difficilmente potrà meritarsi un giudizio diverso rispetto alla prima stagione: certamente non adatta ai “puristi”, si discosta non poco dai testi tolkieniani. Alcuni personaggi sono tratteggiati come ragazzini in piena crisi adolescenziale, per non parlare delle concessioni alla cultura woke. Resta il fatto che, nonostante tutto, riecheggia almeno un po’ lo spirito dell’opera originaria, e questo è comunque un pregio. Inoltre il successo di pubblico restituisce un altro dato interessante: le opere e il “messaggio” di Tolkien suscitano ancora interesse.
Mercoledì, 28 agosto 2024