Massimo Introvigne, Cristianità n. 139-140 (1986)
Ernesto Zucchini, Sintesi dell’ideologia della setta dei testimoni di Geova, Krinon, Caltanissetta 1986, pp. 72, L. 4.000
Don Ernesto Zucchini è nato a Piacenza il 15 novembre 1946. Formatosi presso il seminario di Massa, è da diversi anni parroco di Forno, nella diocesi di Apuania, detta ora di Massa. Dal 1975 si è specializzato nello studio della problematica relativa ai Testimoni di Geova e ha fondato — insieme a monsignor Giovanni Marinelli, professore presso il seminario di Ferrara — il GRIS, il Gruppo di Ricerca e di Informazione sulle Sette, per conto del quale ha partecipato come organizzatore o come relatore a vari congressi e conferenze tenuti in diverse città italiane. Il volumetto Sintesi dell’ideologia della setta dei testimoni di Geova raccoglie appunto il testo della relazione svolta da don Ernesto Zucchini il 21 gennaio 1984 a Palermo nel corso di un convegno organizzato da Alleanza Cattolica, dall’istituto culturale San Tommaso d’Aquino e dal settimanale diocesano di Agrigento L’Amico del Popolo, convegno a cui ebbe a partecipare come relatore, tra gli altri, anche S.E. mons. Giuseppe Petralia, vescovo emerito di Agrigento, e che raccolse le adesioni di S.E. il cardinale Pietro Palazzini e di numerosi vescovi italiani. Come nota nella presentazione Benito Macchiarola, di Alleanza Cattolica, il decorso del tempo non ha tolto, ma piuttosto ha accresciuto, l’attualità di tale relazione, dopo la pubblicazione di un «rapporto provvisorio» su Il fenomeno delle sette o nuovi movimenti religiosi: sfida pastorale da parte di quattro dicasteri vaticani, e dopo tutta una serie di notizie di cronaca che hanno riportato in primo piano il fenomeno dei Testimoni di Geova e della loro tumultuosa crescita nel nostro paese.
Il volumetto riassume i principali temi della dottrina dei Testimoni di Geova adottando come chiave di schematizzazione un’«ottica storico salvifica», che l’autore ritiene «essere la migliore per comprendere il geovismo con un colpo d’occhio e senza forzarne minimamente la fisionomia» (p. 11). Don Ernesto Zucchini passa così in rassegna anzitutto le nozioni geoviste di Dio, dotato di un corpo, sia pure «spirituale», e quindi non onnipresente ma legato a una dimora determinata «nei cieli»; del nome di Dio, Geova — ricavato da un’arbitraria ricostruzione delle vocali del tetragramma ebraico, scritto nei testi più antichi con le sole consonanti Y-H-W-H —, il cui «uso» è necessario per salvarsi; di Gesù Cristo, non Dio, ma «prima sua creatura» (p. 21), identificato con l’arcangelo Michele; e dell’uomo, destinato naturalmente alla morte come «annientamento» assoluto — dal momento che la nozione di un’anima immortale è assente —, anche se talora soprannaturalmente «resuscitato» per gratuito intervento di Dio. Nel volumetto vengono quindi esaminate l’azione di Geova, di Gesù Cristo e dell’uomo nella storia della salvezza geovista, dal peccato originale alla redenzione per opera di Gesù, di cui don Ernesto Zucchini mette in luce l’accezione profondamente diversa e riduttiva rispetto alla dottrina cattolica, pur dietro termini apparentemente simili; dall’inizio invisibile di un nuovo regno terreno di Cristo nel 1914 alla «fine» anche visibile del presente ordine di cose reiteratamente profetizzata per date precise poi smentite, ma comunque tuttora attesa come «molto vicina»; dalla battaglia di Armaghedon, in cui «solo i fedeli di Geova sopravviveranno» — «e forse neppure tutti loro» (p. 62) —, attraverso mille anni esatti di regno di Cristo sulla terra, fino all’epilogo finale dopo il millennio con le ultime tentazioni di Satana, l’annientamento definitivo dei malvagi e la vita per sempre della «grande folla» dei buoni su una terra paradisiaca, mentre solo 144 mila «unti» — il numero è inteso in senso letterale e non simbolico — regneranno con Cristo in Cielo e non solo sulla terra.
Il panorama attuale della letteratura sul tema dei Testimoni di Geova presenta lacune notevoli. Sulla storia dei Testimoni di Geova le sole opere di taglio scientifico esistenti sono difficilmente accessibili se non in edizione inglese o francese (per qualche indicazione bibliografica, cfr. il mio I Testimoni di Geova: un profetismo gnostico, in Quaderni di «Cristianità», anno I, n. 1, primavera 1985, pp. 20-38); sulla dottrina non mancano buone trattazioni anche in italiano, che rimangono però di difficile utilizzo per il grande pubblico e per chiunque abbia scarsa familiarità con l’esegesi biblica. Le opere divulgative in commercio presentano spesso — con rare eccezioni — imprecisioni anche gravi. Il volumetto di don Ernesto Zucchini offre una traccia di conferenza, breve ma rigorosa, sulla problematica dottrinale del geovismo, traccia che — completata o meglio preceduta da una necessaria trattazione di carattere storico — può costituire uno schema per l’organizzazione di incontri e di seminari, che la diffusione sempre maggiore dei Testimoni di Geova in Italia rende ormai non solo opportuna ma indispensabile presso parrocchie, istituti e associazioni.
Massimo Introvigne