Di Giuseppe Brienza da Il Populista del 18/01/2020
È morto stanotte a Piacenza Giovanni Cantoni, studioso di storia, filosofia, antropologia religiosa, editore e traduttore e, soprattutto, cofondatore nel 1968 e responsabile nazionale fino al 2016 dell’associazione civico-politica Alleanza cattolica.
Nato nel 1938, quattro figli, Cantoni in più di mezzo secolo di instancabile attività ha contribuito in misura notevole a tracciare le linee di una cultura cattolica in grado di resistere al laicismo e alle ideologie progressiste, divulgando e formando in generazioni di uomini e donne un pensiero originale e profondo, fondato sulla Dottrina sociale della Chiesa.
Il suo impegno pubblico ebbe inizio nel 1960 quando aderì al Centro studi tradizionali di Torino e al Centro per l’Ordine Civile di Augusto del Noce e Gianni Baget Bozzo, entrambi think-thank sorti per contestare la formazione dei governi di centrosinistra. Dal punto di vista editoriale curò in questi anni la pubblicazione degli scritti del gesuita Luigi Taparelli d’Azeglio (1793-1862), fortemente critici verso il Risorgimento italiano, ritenuto la versione italiana della Rivoluzione francese del 1789. Dal 1961 al 1972 ha collaborato al quotidiano del Movimento Sociale Italiano “Il Secolo d’Italia” e, nei primi anni Settanta, assieme all’avv. Mauro Ronco, al prof. Roberto de Mattei e altri studiosi ha fondato a Piacenza Alleanza Cattolica, associazione di cui è stato reggente nazionale per oltre cinquant’anni, dal 1960 al 2016. Dal 1972 al 2016 ha diretto la rivista Cristianità, organo ufficiale di Alleanza Cattolica e, nel 1996, ha fondato ed è stato primo rettore dell’Istituto per la Dottrina e l’Informazione Sociale (IDIS) di Roma, artefice fra le altre cose dell’iniziativa editoriale del Dizionario del pensiero forte. Dal 2000 Cantoni ha collaborato con la rivista culturale il Timone, “mensile di formazione e informazione apologetica popolare” e, fin dalla sua fondazione, ha ispirato e diretto per la “D’Ettoris editori” di Crotone la collana “Magna Europa. Panorami e voci”, dedicata alla storia e all’identità europea e occidentale. Suoi studi sono stati tradotti in spagnolo e in slovacco.
“Giovanni Cantoni ci ha insegnato tante cose – ha dichiarato subito dopo la notizia della sua scomparsa l’attuale reggente di Alleanza Cattolica Marco Invernizzi – soprattutto nel campo della dottrina sociale della Chiesa e in quello della filosofia della storia, ma forse quello che più rimane del suo insegnamento riguarda il metodo, lo “stile” con cui ha sempre cercato di formare gli “amici” dell’associazione. Uno stile fatto di apostolato quotidiano, la “routine” come la chiamava, e di una straordinaria umiltà che si manifestava in tante piccole cose, ma estremamente significative, dal cercare sempre figure autorevoli nelle citazioni, da invitarci sempre a cercare gli “esperti” nelle singole materie trattate negli incontri pubblici, nel mettersi al servizio delle varie realtà con cui entravamo in contatto, appunto “per servirle” e non per “servirsene”. La sua grande testimonianza possa continuare e raccogliere frutti attraverso la nostra militanza: questo credo sia l’impegno che ci dobbiamo assumere come militanti e soci della realtà alla quale ha dedicato e sacrificato la sua vita”.
“Giovanni Cantoni ci ha lasciato – ha scritto Massimo Polledri, ex senatore della Lega -. Uno dei più grandi intellettuali cattolici contemporanei, fondatore e per anni reggente di Alleanza Cattolica è stato per anni mio maestro e amorevole guida. Ha attraversato due secoli con coraggio e grande amore per la verità. Tradizionalista e conservatore del valore pubblico e sociale della religione nella crescita sociale ha praticato e insegnato ad essere “laici positivi”. I suoi scritti vanno riletti o letti perché tanto ha prodotto tanto insegnato. Ricorderemo le sue frasi scarne ed incisive che ti restavano appiccicate per sempre, provocazioni, aforismi qualche volte in dialetto o in latino. Attraversò la guerra con la sua povertà e violenze e riportò però una grande tenerezza e pazienza, dietro dei modi apparentemente severi. Alla moglie, ai figli, a tutta la famiglia e ad Alleanza Cattolica il mio affetto e le più sentite condoglianze”.
Avendo avuto personalmente l’opportunità e l’onore di conoscere e frequentare Giovanni Cantoni, oltre alla grande ricchezza umana e culturale, credo ne vada rievocato anche l’inimitabile humor, mai troppo lodato in un uomo di cultura. Soprattutto, da lui ho potuto apprendere quello che ne rappresenta a mio avviso uno dei più importanti insegnamenti ed eredità: “Chi sbaglia storia, sbaglia politica”.