Non c’è più Natale, cattolici europei in caduta libera, fare pace con Dio, con chi sta Tolkien.
di Luca Bucca
– La commissione interna dell’Istituto Universitario Europeo di Fiesole ha deciso che, nel rispetto di uguaglianza, inclusività e tolleranza, da quest’anno la festa di Natale sarà denominata festa d’inverno. Di iniziative del genere in Italia nel tempo se ne sono già verificate parecchie, da scuole che mettono al bando i simboli religiosi legati al Natale, vietando addirittura i tradizionali canti che fanno riferimento alla nascita di Gesù bambino, all’annosa disputa sulla presenza del crocifisso negli uffici pubblici. Si registrano però anche lodevoli reazioni contrarie. Bene dunque difendere le tradizioni ma, se si vuole farlo con efficacia, sono necessarie coerenza e costanza nell’azione, altrimenti il rischio è di restare limitati all’interno del trending topic del momento.
– In occasione della 97.ma Giornata Missionaria Mondiale, celebrata il 22 ottobre 2023, come di consueto l’Agenzia Fides ha presentato alcune statistiche estratte dall’ultimo Annuario Statistico della Chiesa. Si registra un trend non nuovo: i cattolici crescono ovunque nel mondo tranne che in Europa, dove oltretutto a diminuire è anche la popolazione totale. Lo scenario diventa ancora peggiore verificando poi la percentuale, ormai bassissima, dei cosiddetti praticanti rispetto al totale dei battezzati. Continuando di questo passo noi europei, un tempo evangelizzatori, dovremo sperare che qualcuno venga a evangelizzarci.
– Si invoca la pace, ma si torna anche a parlare di scontro di civiltà man mano che cresce il timore di azioni terroristiche in Occidente da parte di fondamentalisti islamici come conseguenza della guerra in atto tra Israele e Hamas. Il rischio è concreto e già nelle ultime settimane si sono verificati alcuni attentati in Europa. Ciononostante, se alcuni musulmani sono terroristi, non tutti lo sono e un numero certamente significativo, pur non concordando con la visione occidentale – ad esempio in tema di libertà religiosa, dignità della donna o poligamia – potrebbe essere disponibile al confronto, pur con alcuni distinguo, se trovasse interlocutori con un’identità chiara e portatori di una cultura forte e ben radicata. Perché certamente la maggior parte dei musulmani, che ci piaccia o no, crede in qualcosa e ha un’identità forte, mentre l’occidente secolarizzato e relativista non crede più in niente. Si invoca la pace, ma bisogna prima fare pace con Dio per potere fare la pace tra gli uomini.
– Nel cinquantesimo anniversario della sua morte (2 settembre 1973), la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, dal prossimo 15 novembre, ospiterà la mostra J. R. R. Tolkien 1973 – 2023 Uomo, Professore, Autore. Si tratta di un’occasione per ricordare e approfondire la conoscenza dell’uomo che ha creato delle opere letterarie ancor oggi di grande attrattiva presso il pubblico – soprattutto Il Signore degli Anelli e Lo hobbit – e rese ancora più celebri dalle omonime trilogie cinematografiche e più di recente, seppure con scarsa fedeltà al testo, dalla serie TV Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere. Non sono però già mancate le polemiche sollevate da alcuni ambienti di sinistra ai quali Tolkien non è mai andato particolarmente a genio perché considerato “di destra”. Effettivamente in Italia il professore di Oxford da sempre è stato maggiormente apprezzato negli ambienti di destra – anche con letture neopaganeggianti a onor del vero – ma, soprattutto fuori dall’Italia, è capitato anche che venisse “arruolato” a sinistra, per esempio tra gli ambientalisti. Per fare chiarezza sulla questione meglio lasciare la parola proprio a Tolkien: «sono un cristiano (cosa che può anche essere dedotta dalle mie storie), anzi un cattolico romano» (lettera a Deborah Webster, ottobre 1958).
Mercoledì, 1 novembre 2023