Ermanno Pavesi, Cristianità n. 98-99 (1983)
Il secolo XVIII, culminato con la Rivoluzione francese, non ha soltanto sovvertito l’ordinamento politico delle nazioni europee, ma è stato anche il crogiuolo di idee rivoluzionarie destinate, in parte, a diffondersi e ad affermarsi solamente in epoca successiva. È il caso delle dottrine di Mesmer, che ispirano numerosi fenomeni culturali di massa del nostro tempo.
Una fonte poco nota della cultura rivoluzionaria
Franz Anton Mesmer e il «magnetismo animale»
Negli ultimi anni vi è stato un risveglio di interesse per una figura estremamente problematica della cultura europea a cavallo tra i secoli XVIII e XIX, il dottor Franz Anton Mesmer.
Questa nuova attenzione per Mesmer si sviluppa prevalentemente nel quadro degli studi sulla storia della psicoanalisi e dei suoi precursori, che portano così un contributo certamente importante per la comprensione dell’opera di Mesmer, anche se, nella maggior parte dei casi, la presentano in un modo unilaterale e talvolta anche distorto. Ciò dipende, prima di tutto, dalla presunzione della psicoanalisi di rappresentare l’unico modo valido di affrontare il problema dell’uomo e, quindi, di costituire tanto la pietra di paragone di tutte le scienze umane, quanto una pietra miliare nello sviluppo della civiltà. E di questa presunzione soffrono gli studi su Mesmer, in quanto molti aspetti della sua opera vengono trascurati, se non addirittura negati, a vantaggio di quegli elementi che possono essere considerati come anticipatori della teoria e della tecnica psicoanalitiche. Contemporaneamente si nota sempre una certa ambivalenza: gli storici psicoanalitici mostrano, da una parte, un certo orgoglio nell’annoverare nomi illustri tra i precursori della teoria di cui intendono scrivere la storia; d’altra parte, però, si preoccupano anche di relativizzarne l’apporto, per non compromettere la originalità delle scoperte di Freud e per non sminuire la portata della «rivoluzione psicoanalitica». Non mancano, poi, autori che interpretano l’opera di Mesmer e dei suoi discepoli in una prospettiva ancora più limitata: alcuni, per esempio, intendono unicamente giustificare la propria tecnica: altri puntano a rivendicare anche alla cultura francese un contributo sostanziale allo sviluppo della psicoanalisi (1).
Ma Mesmer è una figura chiave nella storia della cultura degli ultimi secoli, e in lui convergono molteplici tendenze e scuole, e altrettante da lui si dipartono. La importanza che la psicoanalisi ha acquisito conferisce a essa una posizione certamente privilegiata, anche se non unica, nella interpretazione del mesmerismo, ma considerare Mesmer unicamente come un precursore di Freud non è meno erroneo che considerare Freud unicamente come un continuatore dell’opera di Mesmer.
La vita
Mesmer nasce nel 1734 in un piccolo villaggio svevo sulle rive del lago di Costanza. Il padre era al servizio del vescovo-conte di Costanza come guardia forestale e Mesmer ha la possibilità di frequentare la scuola in istituti religiosi. Il corso dei suoi studi non può essere ricostruito completamente: è certo che nel 1752 si iscrive al collegio di Dillingen, e nel 1754 risulta iscritto al terzo anno della facoltà di teologia della università di Ingolstadt. Dal 1754 al 1759 si perdono le sue tracce. Nel 1759 è iscritto al primo anno di giurisprudenza a Vienna, ma l’anno successivo inizia gli studi di medicina, che termina nel 1766 con una tesi sull’influsso dei pianeti sul corpo umano. Sposatosi nel 1767 con una ricca vedova, conduce per anni una vita agiata, dedicandosi più ai suoi interessi scientifici e culturali che non all’esercizio vero e proprio della professione medica.
Il fatto che Mesmer abbia abbandonato gli studi di teologia potrebbe avere una spiegazione quanto mai semplice: le condizioni economiche della famiglia non avrebbero consentito a Mesmer di studiare, ed egli avrebbe utilizzato, quindi, la possibilità di frequentare istituti religiosi, ma, dopo alcuni anni di seminario, avrebbe abbandonato gli studi teologici non sentendosi chiamato al sacerdozio. Ma questa svolta potrebbe avere avuto ragioni più profonde e documentare la evoluzione del pensiero di Mesmer. A quei tempi i legami riconosciuti tra scienza, filosofia e teologia erano ben più stretti di quanto non siano oggi, e la lentezza del progresso scientifico consentiva agli studiosi di meditare sulle implicazioni e sulle ripercussioni filosofiche e teologiche delle nuove scoperte, con la possibilità di integrarle nei sistemi preesistenti. Per esempio, la legge di gravitazione sembrava confermare certe concezioni astrologiche, in quanto era ormai scientificamente dimostrato che gli astri esercitavano una attrazione, e quindi un certo influsso, sui corpi in generale e sul corpo umano in particolare. Elettricità e magnetismo, poi, dimostravano la esistenza in natura di entità e di forze normalmente impercettibili ai sensi. Ciò determinava un mutamento considerevole: la elettricità come fenomeno fisico e con implicazioni metafisiche veniva a sostituire, in elucubrazioni filosofico-teologiche, simboli millenari quali il sole e la luce. Descrivendo il terreno culturale da cui si origina il mesmerismo, Ernst Benz sintetizza con precisione questo sviluppo, prendendo come esempio l’opera del gesuita padre Athanasius Kircher: «L’opera di Kircher sul magnetismo è di particolare interesse per la storia delle religioni, poichè mostra come, nonostante il mantenimento formale di una concezione di Dio dogmaticamente concreta, proprio in lui la trasposizione metaforica delle proprietà del magnete su Dio fa gradualmente passare in secondo piano gli elementi personali della sua idea di Dio, sostituiti sempre più da elementi impersonali: Dio viene a essere concepito come forza e irradiazione che tutto penetrano e tutto vivificano, formano e conservano. Il “Dio magnete” diventa sempre più forza magnetica nella natura e, finalmente, forza magnetica della natura. Non vi è dubbio che, proprio la concezione del magnetismo e della elettricità trasposta alla idea di Dio, ha contribuito allo sviluppo della teologia pansofica della natura e costituisce il passaggio alla filosofia della natura di Mesmer e del romanticismo: il passaggio da “potenza” personale a “forza” impersonale» (2).
Quel poco che sappiamo circa questa fase della vita di Mesmer conferma uno sviluppo analogo: dagli studi di teologia passa a medicina; la tesi di laurea relativa all’influsso dei pianeti sul corpo umano prende ancora in considerazione un condizionamento e un influenzamento dell’uomo da parte di realtà superiori, ma l’intervento divino è già stato sostituito dalla influenza astrale; nella fase successiva il corpo viene assimilato a un oggetto magnetizzabile e la influenza è ridotta all’azione di un campo magnetico.
Se uno sviluppo di questo tipo può essere considerato quasi certo, più difficile risulta stabilire quali ne siano stati i motivi. Alcuni autori ritengono possibile che Mesmer abbia avuto contatti con ambienti esoterici e massonici, e che proprio questi ambienti abbiano stimolato il suo interesse per la filosofia della natura.
Agli inizi degli anni Settanta del secolo XVIII Mesmer collabora a Vienna con padre Hell, un gesuita diventato astronomo di corte. Insieme sviluppano una tecnica terapeutica consistente nella applicazione sulle parti malate di calamite di forme particolari, ideate da padre Hell. La collaborazione non dura a lungo, in quanto sorgono divergenze nella interpretazione del fenomeno: mentre padre Hell riteneva di avere semplicemente migliorato una tecnica già conosciuta, sfruttando meglio le proprietà del campo magnetico con la forma speciale delle sue calamite, Mesmer era convinto di avere scoperto una nuova entità e le sue teorie sul magnetismo incominciavano a divergere da quelle scientifiche. Se prima aveva addirittura somministrato cure di ferro ai suoi pazienti per renderli più sensibili all’azione della calamita, Mesmer cominciava allora a magnetizzare realtà non metalliche come carta, legno, acqua, pane, cani, praticamente tutto. Per la magnetizzazione Mesmer abbandona la calamita: è lui stesso che, carico di magnetismo, può magnetizzare cose e persone toccandole, o perfino a distanza.
Mesmer contrappone al magnetismo «minerale» della scienza contemporanea il magnetismo «animale» da lui scoperto (3). Il magnetismo animale è un fluido onnipresente, per cui è possibile magnetizzare ogni oggetto, che a sua volta può servire per la magnetizzazione di persone, ma, per la legge della simpatia, questa azione sarebbe più accentuata tra corpi simili. La magnetizzazione diretta del malato da parte del magnetizzatore sarebbe, quindi, il trattamento più efficace delle malattie, che consisterebbero nello squilibrio della distribuzione di tale fluido nel corpo umano. Nella forma classica del trattamento, il magnetizzatore siede di fronte al paziente, stringendone le ginocchia tra le sue, e con le mani ne tocca tutto il corpo, dalla testa fino ai piedi, soffermandosi poi sulle parti ammalate. Per essere efficace il trattamento doveva provocare nell’ammalato crisi convulsive, che avrebbero ristabilito una distribuzione armonica del fluido nel corpo. Oltre al trattamento individuale vi era anche una terapia di gruppo, in cui i malati sedevano attorno a una vasca rotonda magnetizzata, e «tenendosi tra loro per i pollici formavano una catena, anche le ginocchia e i piedi si toccavano in maniera da assicurare la circolazione continua del fluido.
«In un angolo della sala un musicista suonava su un pianoforte dei motivi che variavano durante le sedute. Brani di un ritmo violento e guerresco animavano le “crisi languenti” […].
«Le porte e le finestre della sala dovevano essere accuratamente chiuse. Le tende tirate lasciavano filtrare solo una debole luce. Il silenzio era d’obbligo. […]
«Strane scene di convulsioni, di intorpidimenti, di pianti, di singulti, di risa scoppiavano bruscamente attorno alle tinozze. Il contagio diventava generale, dando l’impressione che una corrente traversasse i corpi» (4).
In questi anni la rottura con la scienza ufficiale diventa sempre più netta: gli scienziati ritengono astruse le teorie di Mesmer sul magnetismo animale, di cui nessun esperimento riesce a dimostrare la esistenza; le guarigioni di Mesmer non vengono messe in discussione, ma viene sottolineato come, nella maggior parte dei casi, si tratti di guarigioni da disturbi «nervosi» isterici, interpretabili come effetti della suggestione. Mesmer, dal canto suo, rifiuta questa interpretazione; professa la realtà del magnetismo animale e, con il passare degli anni, sviluppa attorno a questa teoria tutto un sistema filosofico-scientifico.
A Vienna Mesmer era diventato una personalità; la sua casa era un centro di cultura, vi si tenevano concerti di prestigio: basti pensare che Mozart vi suona diverse volte e che la sua opera Bastiano e Bastiana viene rappresentata per la prima volta proprio in casa di Mesmer. I suoi trattamenti e le sue guarigioni suscitano sempre più scalpore e la sua fama supera ben presto i confini dell’Austria.
Nel 1775 Mesmer viene chiamato come esperto a Monaco di Baviera davanti alla commissione incaricata di esaminare il caso Gassner.
Don Gassner era un parroco austriaco diventato famoso per avere ottenuto guarigioni sorprendenti con l’esorcismo. Il fenomeno aveva raggiunto tali proporzioni che le autorità civili e religiose ordinano una inchiesta. Davanti alla commissione Mesmer dà prova delle sue capacità di magnetizzatore, e spiega le guarigioni di Gassner in termini di magnetismo animale. Il risultato è che don Gassner viene confinato in una piccola parrocchia, mentre Mesmer viene nominato membro dell’accademia bavarese delle scienze.
La situazione a Vienna, però, si andava deteriorando, e la ragione è da ricercarsi nel tipo di disturbi che Mesmer curava. Trattando ammalati isterici, aveva ottenuto miglioramenti sorprendenti, che, però, nella maggior parte dei casi, dovevano dimostrarsi solo temporanei. Le ricadute inesorabili di quei malati, le cui «guarigioni» lo avevano reso famoso, compromettono la sua reputazione più di tutti i giudizi negativi della scienza ufficiale.
Nel 1778 Mesmer lascia Vienna e si trasferisce a Parigi, dove il successo gli arride in breve tempo. Egli era già conosciuto nella capitale francese, in quanto i giornali di vari paesi avevano riportato notizie relative alle guarigioni da lui operate, e, soprattutto, poteva contare sull’appoggio di ambienti massonici: «I fra-massoni tedeschi avevano raccomandato Mesmer ai loro fratelli in Francia. Il suo titolo di fra-massone straniero gli aveva aperto le porte del Grande Oriente, delle Logge delle Nuove-sorelle [sic], degli amici di Talìa. […] I suoi legami con questi gruppi gli avevano consentito di conoscere filosofi, scienziati e medici che ne erano membri: anzi, erano stati proprio gli amici massoni che lo avevano aiutato ad arrivare fino alla regina» (5). A intercedere presso la regina è soprattutto Maria Teresa Luisa di Savoia Carignano, principessa di Lamballe, una delle personalità più in vista della corte di Versailles: apparteneva alla casa reale di Sardegna, era vedova di un discendente di Luigi XIV, è a lungo la favorita di Maria Antonietta, e dirige come «grande maestra» la loggia madre scozzese (6). La principessa di Lamballe è, per un certo tempo, paziente di Mesmer, ma, anche dopo avere interrotta la cura, continua «a difendere la fede mesmeriana presso la corte di Versailles e negli ambienti massonici» (7).
A Parigi Mesmer era diventato, in breve tempo, il medico alla moda e malati di ogni ceto affollavano la sua casa. Mentre i malati dei ceti più bassi si preoccupavano soltanto della guarigione, molti ammalati dei ceti superiori si interessavano anche del sistema filosofico di Mesmer, diventandone discepoli. Ben presto affiorano divergenze tra Mesmer e alcuni suoi allievi, e tali divergenze portano a rotture più o meno clamorose: per esempio, il medico D’Elson cerca di trovare un compromesso tra le teorie di Mesmer e la medicina ufficiale; Brissot è più interessato alle implicazioni politico-sociali del mesmerismo, e si impegna attivamente in politica, diventando in seguito uno dei capi della Gironda; il marchese di Puységur tempera la tecnica, inducendo semplicemente uno stato di sonnambulismo; un gruppo di discepoli di Lione utilizza la trance sonnambolica per ottenere comunicazioni paranormali.
Per istituzionalizzare la iniziazione ai principi del magnetismo animale, Mesmer fonda la Società dell’Armonia, una loggia di tipo massonico, di cui fa parte, tra gli altri, La Fayette. Secondo alcuni proprio la creazione di questa società gli è fatale. Mesmer cessava di essere il «fratello» straniero – costretto a rifugiarsi a Parigi dall’oscurantismo degli ambienti viennesi e, quindi, meritevole di simpatia e di protezione -, e diventava, piuttosto, un concorrente dei gruppi esistenti in una fase estremamente delicata nei rapporti tra le diverse logge: sarebbe stato, quindi, abbandonato al proprio destino.
Nel 1784 il re ordina una inchiesta: una commissione accademica, di cui facevano parte, tra gli altri, il chimico Lavoisier, l’astronomo Bailly e Benjamin Franklin come esperto di elettricità, è incaricata di esaminare il magnetismo animale tanto in generale, quanto nella sua efficacia terapeutica. Il fenomeno viene studiato accuratamente e vengono eseguiti anche diversi esperimenti: la commissione constata, per esempio, che pazienti presentavano crisi vicino ad alberi che credevano magnetizzati, mentre rimanevano insensibili vicino a quelli magnetizzati a loro insaputa. Sulla base di questi e di altri elementi, i commissari negano la esistenza del fluido magnetico e giungono a ritenere che i presunti effetti siano da ascrivere alla immaginazione. Oltre al rapporto ufficiale reso di dominio pubblico, i commissari compilano anche un rapporto segreto per il re, in cui vengono stigmatizzate le componenti emozionali e affettive del rapporto terapeutico, che vedeva spesso un magnetizzatore alle prese con una giovane paziente. La conclusione del rapporto è esplicita: «Il trattamento magnetico non può che essere pericoloso per i costumi» (8).
Dopo un tale verdetto a Mesmer non rimane altro che abbandonare il campo e nel 1785 lascia Parigi. Negli anni seguenti egli si sposta frequentemente e le sue peregrinazioni sono note solo in parte. Nel 1793 viene arrestato a Vienna, ove era, tornato da poco, sospettato di giacobinismo e di attività sovversive. Costretto ad abbandonare la città, si trasferisce in Svizzera, probabilmente per sfuggire alla sorveglianza della polizia austriaca, che però cercherà di non perderlo completamente di vista.
Per anni Mesmer vive pressoché dimenticato a Frauenfeld, nel cantone di Turgovia. Nei primi anni dell’Ottocento ambienti medici tedeschi, soprattutto a Berlino, si interessano al magnetismo animale, e grande è la meraviglia quando un medico svizzero rende noto, in una comunicazione, che Mesmer è ancora in vita. Egli, quindi, riceve la visita di diversi studiosi. e nel 1811 gli viene addirittura offerta la possibilità di aprire e di dirigere una clinica «magnetica» a Berlino. Egli declina questo invito per motivi di età, avendo ormai 77 anni, ma fa la controproposta di comunicare le sue conoscenze a un allievo. E nel 1812 il dottor Wolfart soggiorna per incarico ufficiale presso Mesmer, che, oltre a introdurlo nei segreti del magnetismo animale, gli affida la traduzione in tedesco del suo manoscritto sul mesmerismo redatto in francese: questa traduzione verrà pubblicata nel 1814. Mesmer muore il 5 marzo 1815 a Meersburg, sul lago di Costanza, ove si era trasferito da poco.
L’opera
Dunque, nel 1814 viene stampata l’opera Mesmerismus, che rappresenta la formulazione più completa e matura del pensiero di Mesmer, che vi ha lavorato per anni, sì che essa costituisce una specie di testamento spirituale, contenente tutte quelle conoscenze, che egli voleva trasmettere alle generazioni future.
L’opera è preceduta da una prefazione del dottor Wolfart e da una introduzione, e si divide in due parti, dedicate rispettivamente alla fisica e alla morale. Tenendo presente la formazione filosofica e teologica di Mesmer, già questa suddivisione appare estremamente significativa: alla fisica non segue una metafisica, bensì una morale. Lo studio della natura non trova il suo completamento in una disciplina che superi l’ambito della fisica, cioè in una visione trascendente la realtà, ma è l’unica fonte della conoscenza e della morale: Mesmer parla esplicitamente di un «Vangelo della natura», di cui lui sarebbe stato l’annunciatore (9).
Già la introduzione contiene concetti estremamente interessanti riguardo all’uomo e al suo sviluppo intellettuale.
Nello sviluppo infantile Mesmer distingue una prima fase, da lui definita dell’apprendimento naturale, che va dalla nascita fino all’apprendimento del linguaggio. In questa fase le impressioni sensoriali verrebbero registrate, mescolate e modificate nel cervello formando le prime idee. Tali impressioni sensoriali, dovute al caso e diverse da individuo a individuo, sarebbero responsabili delle differenze individuali. Ma con l’apprendimento del linguaggio questa fase cessa, la esperienza personale perde il primato e il bambino assimila, con il linguaggio, concetti preformati. Per Mesmer il linguaggio e le parole sono inadeguate a esprimere la realtà, per cui vengono distorte e usate in modo non corretto: «parole vengono confuse con idee, pure idee vengono scambiate con realtà […]; la lingua è madre di astrazioni metafisiche e di invenzioni poetiche: in tale modo sono creati esseri immaginari, spiriti, geni, demoni e divinità» (10).
Mesmer auspica, quindi, un prolungamento della prima fase di apprendimento: «occupato in silenzio a disegnare e a ordinare immagini, a comporre disegni secondo la natura, il bambino può sviluppare un linguaggio ideale, chiaro, vero e naturale, prima di tradurlo in una lingua articolata secondo le convenzioni esistenti; avrà quindi preso la buona abitudine di pensare prima di esprimersi a parole. Con questa disposizione il bambino riceverà di ogni cosa una idea fisica, cioè una rappresentazione delle caratteristiche e del meccanismo della cosa stessa, prescindendo dal suo significato convenzionale.
«Questa lingua fisica, ideale o intellettuale, conterrebbe solo due idee sostantive o idee di sostanze: materia e corpo. Tutti gli altri concetti rappresenterebbero proprietà accidentali o modificazioni di queste sostanze» (11).
Nei passi successivi tutta la realtà viene spiegata con due principi: materia e movimento. La materia sarebbe sempre la stessa, e solo la diversa quantità di movimento di cui la materia di una cosa è fornita, determinerebbe le proprietà della cosa stessa: «è quindi sicuro che tutte le organizzazioni e le proprietà dei corpi sono il risultato delle relazioni tra movimento e riposo» (12).
La prima parte dell’opera, dedicata alla fisica, rappresenta il tentativo di interpretare le conoscenze del tempo alla luce del magnetismo, ma, contemporaneamente, contiene anche teorie originali. La materia sarebbe costituita da particelle «primordiali», che, aggregandosi, formerebbero i corpi. Come già accennato, la relazione tra movimento e riposo determinerebbe le proprietà dei corpi e le modificazioni di questa relazione spiegherebbero le trasformazioni di un corpo. In tale modo tutte le proprietà di un essere sarebbero accidentali e suscettibili di modificazione.
Mesmer formula anche una teoria completa della evoluzione: la terra sarebbe stata originariamente una massa melmosa, e con il tempo le terre si sarebbero separate dalle acque. Per un processo di cristallizzazione si sarebbero formate, nel seno della terra, rocce e pietre, allo stesso modo di come si formano le ossa nel corpo umano. «Seguendo le leggi della cristallizzazione e della vegetazione, si sono formate in mare tutte le specie possibili di animali. Dopo che interi tratti di terra erano sommersi dalle acque, piante, alberi e molte specie di animali si sono adattate al clima, modificando il loro organismo, e da esseri marini quali essi erano, sono diventati esseri terrestri, continuando in questa forma la loro specie. […]
«Si può addirittura sostenere che ogni organizzazione tanto di piante, quanto di animali o di minerali, non è nient’altro che l’unico identico prodotto dell’acqua, che si è solidificata in mille modi, ristagnando in svariate forme, perdendo il movimento interno e si è consolidata. assumendo ogni forma possibile» (13).
Oltre al movimento, per spiegare la vita Mesmer ammette la esistenza di un fluido sottile, spesso definito anche come «fuoco vitale», ma precisa che «non si tratta di una sostanza, ma di un movimento, superiore a tutto in sottigliezza e motilità, probabilmente è la medesima che attraversa la sostanza nervosa e fa cui omogeneità e continuità mettono la sostanza nervosa in relazione reciproca con tutta la natura» (14).
Mesmer proclama, quindi, la superiorità dell’istinto sulla ragione: «Abituato fin dalla prima infanzia a ricevere forti impressioni dai sensi e a servirsi per la propria conservazione di ciò che egli chiama ragione, che viene sempre determinata da moventi sensibili, l’uomo sente raramente le manifestazioni dell’istinto da sole. L’uomo che si serve solo della ragione è come uno che porta gli occhiali: per questa abitudine non è in grado di vedere con i propri occhi» (15); l’istinto invece, come «effetto dell’ordine e dell’armonia dell’universo, costituisce una regola sicura per la percezione come per le azioni. Tutti gli esseri dotati di sensibilità sono stati forniti dalla natura dell’istinto per conseguire verità utili» (16). L’istinto è sensibile a stimoli esterni, che vengono percepiti con il senso interno: «Poiché l’istinto è il risultato di azioni dirette sul senso interno, si può capire che l’uso dei sensi esterni ostacola e confonde questa sensibilità» (17).
Mesmer rivaluta, quindi, quelle condizioni come il sonnambulismo, che, alterando lo stato di coscienza, consentono il manifestarsi delle percezioni del senso interno.
«Solo la considerazione di come la materia sia sottile e mobile, di come essa riempia lo spazio, può fare capire che non è possibile movimento o spostamento nelle sue parti più piccole, senza che si estenda, fino a un certo punto, a tutto l’universo. Da ciò si può trarre incontrovertibilmente la conclusione che non vi è essere o combinazione della materia che, grazie al suo rapporto con il tutto, non agisca anche sulla materia in cui noi ci troviamo: allo stesso modo tutto quanto esiste può essere percepito: così i corpi viventi, che si trovano in contatto con tutta la natura, sono capaci di percepire esseri o avvenimenti come essi si svolgono» (18).
Il pensiero è dovuto a un movimento nella sostanza nervosa, si trasmette all’ambiente circostante e può essere percepito dal «senso interno» di un’altra persona: così Mesmer spiega la telepatia e, in modo analogo, la chiaroveggenza (19).
Nella seconda parte dell’opera, dedicata alla morale, Mesmer esamina i problemi della organizzazione sociale.
Secondo lui l’uomo è mosso dall’istinto, soprattutto da quello di conservazione, e dalla aspirazione alla felicità (20). Dato che il fine di ogni società sarebbe quello di consentire a ogni suo membro di essere felice, Mesmer ritiene necessario fissare le regole della convivenza sociale in una costituzione. Lui stesso fornisce un progetto di costituzione, in cui prende in considerazione vari aspetti della società, come ripartizioni amministrative, collegi elettorali e organi rappresentativi, festività pubbliche, educazione, difesa, finanze, sistema carcerario: eccone i punti più interessanti.
«Il governo deve fissare ogni anno un numero adeguato di matrimoni» (21). La educazione dei figli viene affidata completamente alla madre, «mentre il padre, come amico e tutore, deve contribuire unicamente con gli alimenti stabiliti per contratto e fissati dal governo, senza essere tenuto a vivere assieme alla madre» (22).
«Nei primi quattro anni di vita si evita l’uso di una lingua servendosi solo della lingua naturale […].
«La lingua naturale consiste nella mimica, nella emissione di suoni, nei gesti e nelle diverse combinazioni di questi mezzi» (23).
«Gli educatori, come i legislatori, non hanno altro scopo da perseguire, che quello di prescrivere e mantenere la uguaglianza tra i membri della società» (24). «Il fondamento della libertà, così come della felicità pubblica, consiste nella uguaglianza» (25).
Mesmer descrive anche come si dovrebbe svolgere il rito religioso. Dopo avere brevemente accennato alla esistenza di un non meglio definito «essere supremo», egli limita la parte della cerimonia dedicata all’essere supremo ad alcune considerazioni sul sole come suo simbolo. La cerimonia prosegue, poi, con la illustrazione di leggi dell’universo, su cui è fondata la morale; con considerazioni sulle virtù civiche, e con la discussione di problemi pubblici correnti.
«Poichè è il sole, che agli occhi di tutti i popoli dà nel modo più evidente una immagine delle perfezioni di Dio, l’oggetto della cerimonia religiosa dedicata all’essere supremo consiste […] nella considerazione degli influssi del sole […]» (26).
Per ogni comune Mesmer prevede una persona con una gamma di funzioni pubbliche: «essa sarà maestro, consigliere, giudice e conciliatore dei suoi concittadini, e in particolare tutore della salute. […] Egli sarà il religioso della comunità […]. Questa persona istruita nei principi del mesmerismo, avrà la funzione di parroco», e avrà anche il compito di presiedere le cerimonie religiose (27).
Mesmer prevede pure la progressività delle tasse, e pretende che, anche in campo finanziario, le leggi aiutino a eliminare le disuguaglianze e ad «avvicinare gli uomini per quanto possibile alla uguaglianza» (28).
Il giudizio su Mesmer e sulla sua opera non è unanime, ma si deve riconoscere che i pareri, talvolta diametralmente opposti, rispecchiano gli aspetti contraddittori della sintesi operata da Mesmer, che si indignava contro le accademie scientifiche che si rifiutavano di riconoscere il suo sistema, ma contemporaneamente, partecipando a congressi di alti gradi massonici, si presentava come il «possessore della vera luce cercata dai massoni» (29).
Mesmer cerca di sintetizzare sapere iniziatico e scienza, fondando il sapere iniziatico su basi scientifiche, ma cercando anche di dare un contenuto iniziatico alla scienza. Tale sintesi, però, non soddisfa pienamente né la scienza, né l’esoterismo. «Il ricorso ai simboli, nell’accezione più completa del termine, significa la ricerca della gnosi, il cui possesso rende iniziato. La Società dell’Armonia ha vocazione iniziatica. In ultima analisi si tratta di un sapere trasformante, grazie al quale lo gnostico conosce e utilizza il segreto dell’armonia universale. Ma questo ricorso ai simboli è timido, questa Società si impegna solo a metà, questa gnosi ha vergogna davanti alla scienza» (30).
Ciononostante, l’opera di Mesmer ha influenzato varie correnti culturali moderne, definite spesso come «spiritualismo» o «scienze dello spirito», quali lo spiritismo, la teosofia, la psicoanalisi, l’ipnotismo e altre.
Anche se, a prima vista, la scienza moderna ha poco in comune con il magnetismo animale, ci si può chiedere se essa se ne sia sostanzialmente e radicalmente distaccata o se non presenti ancora, da qualche punto di vista, elementi e influenze di tipo esoterico. A questo proposito è interessante notare il giudizio di Carl Gustav Jung, che rovescia di fatto la concezione di una scienza basata sulla logica e sulla ragione e aliena da ogni elemento «misticheggiante»: mentre alla scolastica dobbiamo unicamente la «disciplina e l’allenamento dell’intelletto», dobbiamo riconoscere nell’alchimia la «madre dei temi essenziali e del pensiero sostanziale della scienza moderna della natura» (31)
Ermanno Pavesi
Note:
(1) Questa, per esempio, è la tesi di fondo dell’opera di LÉON CHERTOK e RAYMOND DE SAUSSURE, Freud prima di Freud, trad. it., Laterza, Roma-Bari 1975: il periodo più fecondo della vita di Mesmer sarebbe costituito dal suo soggiorno parigino (1778-1785). Le teorie di Mesmer sarebbero, poi, maturate in Francia per circa un secolo, fino a quando avrebbero dato a Freud, durante il suo soggiorno a Parigi (1885-1886), la ispirazione per i temi fondamentali della psicoanalisi.
(2) ERNST BENZ, Franz Anton Mesmer und die philosophischen Grundlagen des «animalischen Magnetismus», Steiner, Wiesbaden 1977, p. 17.
(3) Il termine «magnetismo animale» era stato usato in precedenza da altri autori, ma questo concetto assume in Mesmer tali caratteri di originalità, da fare ritenere almeno in parte legittima la qualifica, spesso attribuitagli, di «scopritore del magnetismo animale».
(4) JEAN VINCHON, Il magnetismo animale. Mesmer e il suo segreto, trad. it., Astrolabio, Roma 1972, p. 58.
(5) Ibid., pp. 106-107.
(6) Cfr. ibid., p. 85.
(7) FRANKLIN RAUSKY, Mesmer o la rivoluzione terapeutica, trad. it., Feltrinelli, Milano 1980, p. 80.
(8) Cit. in F.-A. MESMER, Le magnétisme animal, a cura di Robert Amadou, Payot, Parigi 1971, p. 280. Questa raccolta di scritti di Mesmer, o riguardanti il mesmerismo, comprende il testo integrale del rapporto segreto, di cui è interessante riportare la motivazione: «I commissari incaricati dal re di esaminare il magnetismo animale, redigendo il rapporto che deve essere presentato a sua maestà e che potrebbe essere reso di dominio pubblico. hanno ritenuto prudente la eliminazione di una osservazione che non deve essere divulgata, ma non hanno taciuto il fatto al ministro di sua maestà: tale ministro li ha incaricati di redigere una nota destinata a essere portata a conoscenza del re, e riservata unicamente a sua maestà.
«Questa importante osservazione riguarda i costumi» (ibid., pp. 278-279).
(9) Cfr. ERNST BENZ, F. A. Mesmer (1734-1815) und seine Ausstrahlung in Europa und Amerika, Fink, Monaco di Baviera, 1976, p. 25.
(10) FRIEDRICH [sic] ANTON MESMER, Mesmerismus, Berlino 1814, reprint Bonset, Amsterdam 1966, p. 7.
(11) Ibid., p. 8.
(12) Ibid., p. 12.
(13) Ibid., pp. 66-67. È interessante notare come questa teoria della evoluzione sia totalmente priva di «prove scientifiche» e si basi unicamente su principi filosofici come il materialismo l’atomismo contro la tesi secondo cui la teoria della evoluzione sarebbe una ipotesi scaturita dalla ricerca. scientifica, quasi come unica interpretazione possibile dei dati scientifici stessi. L’esempio di Mesmer dimostra proprio il contrario, e cioè che la teoria della evoluzione è antecedente alle «scoperte scientifiche» da cui si vorrebbe che tale teoria sia scaturita. Così come viene formulata da Mesmer, la teoria della evoluzione assomiglia non tanto a una ipotesi scientifica, quanto, piuttosto, a un tentativo di formulare in modo più o meno scientifico-filosofico un mito cosmogonico.
(14) Ibid., p. 110.
(15) Ibid., p. 156.
(16) Ibid., p. 157.
(17) Ibidem. Questa teoria non può essere apprezzata in tutta la sua portata se non si tiene presente il fatto che, mettendo in dubbio la validità della conoscenza sensibile, viene compromessa contemporaneamente anche la validità della ragione. Ogni sano ragionamento e la filosofia diventano illusori e ci si può chiedere: «[…] ora, se il senso errasse, non crollerebbe tutto il palazzo della filosofia aristotelico-tomista?» (FRANCESCO OLGIATI, I fondamenti della filosofia classica, ristampa della 2ª ed., Vita e Pensiero, Milano 1965, p. 218).
(18) F. A. MESMER, Mesmerismus, cit., pp. 201-202.
(19) Cfr. ibid., pp. 202-203.
(20) Cfr. ibid., p. 243.
(21) Ibid., p. 266.
(22) Ibid., p. 267.
(23) Ibid., pp. 273-275.
(24) Ibid., p. 278.
(25) Ibid., p. 280.
(26) Ibid., p. 291.
(27) Ibid., p. 296.
(28) Ibid., p. 332.
(29) Considerazione di un massone, cit. da R. Amadou, in F. A. MESMER, Le magnétisme animal, cit., p. 207.
(30) R. Amadou, ibid., p. 364.
(31) CARL GUSTAV JUNG, Aion. Beiträge zur Symbolik des Selbst, Walter, Olten 1980, p. 185.