Su Youtube viaggia un piccolo capolavoro cinematografico, che descrive la vicenda delle presunte apparizioni di San Sebastián de Garabandal (1961-65).
di Cristina Cappellini
«Garabandal – Solo Dio lo sa»: così recita il titolo di un film, uscito sulla piattaforma YouTube lo scorso 15 agosto – solennità dell’Assunzione di Maria -, che racconta le presunte apparizioni mariane avvenute in un comune del nord della Spagna a partire dal 1961.
Tra il 1961 e il 1965, infatti, presso San Sebastián de Garabandal, un piccolo paese della Cantabria subito ribattezzato la “Fatima spagnola”, sarebbero apparsi a quattro bambine, tra gli undici e i dodici anni, l’arcangelo san Gabriele e la Madonna. Uso il condizionale perché tali apparizioni non sono ancora state ufficialmente riconosciute dalla Chiesa.
Il film non solo si ispira a questi eventi, ma li rappresenta con una freschezza e un’armonia degne di nota, merito anche dei bravissimi interpreti. Sono tre, in particolare, i personaggi chiave che lasciano il segno nello spettatore: Conchita Gonzales, la protagonista, don Valentín, il parroco del paese, e Juan Álvarez Seco, il brigadiere della Guardia Civile. Tre personaggi e tre personalità completamente diversi, ma ritratti in maniera molto genuina e piacevole. Indipendentemente dal riconoscimento ufficiale delle apparizioni di Garabandal (una questione ancora aperta, come spiegano anche le scritte che appaiono al termine della pellicola), ritengo che il film meriti di essere visto soprattutto per tre motivi.
Il primo è il più semplice: perché è un bel film, con una bella regia e una bella sceneggiatura, che avvincono e tengono lo spettatore attaccato allo schermo, poco importa che si tratti di un PC o persino di uno smartphone. Se lo spettatore è credente, la trama risulta ancora più coinvolgente e appassionante. Restare incollati a uno smartphone, magari di notte come nel mio caso, per seguire ogni scena dal primo all’ultimo minuto, rappresenta già una vittoria per chi ha voluto e realizzato questo film. A prescindere dal successo che un film può vantare in termini di critica o di premi.
Secondo motivo: il film è piacevole perché tratta con la necessaria sensibilità e il giusto tatto argomenti delicati, senza eccessi, senza sbavature, senza finzione verrebbe da dire, a parte i necessari accorgimenti cinematografici. La semplicità della vita di campagna in un contesto come quello della Spagna nei primi anni ’60 è ben ricostruita, così come la vita normale di un villaggio come tanti, che viene sconvolta dalle apparizioni, le quali finiscono per trascinare, in un crescendo di devozione e di mistero, i suoi abitanti. La naturalezza dei personaggi fa da pendant allo splendore del paesaggio e al senso religioso che si esprime nella devozione popolare. Ecco, si potrebbe dire che il film apra uno straordinario spaccato sulla devozione popolare, che si manifesta e cresce di giorno in giorno e, nel film, giunge a sfidare la prudenza delle autorità ecclesiastiche e le obiezioni degli scienziati chiamati ad indagare sulle apparizioni di Garabandal.
Terzo motivo: è un film che fa bene all’anima, emoziona, come un raggio di luce che dapprima fa capolino da una finestra e nel giro di poco tempo finisce per rischiarare tutta la stanza.
Spiace che di questo semplice, ma intenso film si sia finora parlato poco, anche se non stupisce il silenzio dei media e della critica cinematografica internazionale quando si trattano temi legati alla spiritualità e alla fede: non sia mai che qualcuno si possa convertire!
Mercoledì, 7 ottobre 2020