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Giotto e la Resurrezione

12 Luglio 2025 - Autore: Mario Vitali

L’affresco “Noli me tangere” di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova è una toccante rappresentazione dell’episodio del Vangelo di San Giovanni.

di Mario Vitali

La cappella della Scrovegni a Padova è nota in tutto il mondo per i meravigliosi affreschi che la decorano realizzati da Giotto di Bondone (1267 ca – 1337). Tra questi l’opera “Noli me tangere”, che fu affrescata tra il 1303 e il 1305, e inserita nel ciclo pittorico Storie della Passione di Gesù, posto a sinistra della cappella osservando l’altare, è considerata un capolavoro dell’arte occidentale ed è stata riconosciuta dall’UNESCO per il suo valore universale. Per la realizzazione dell’opera l’artista si è ispirato al Vangelo di San Giovanni (Gv. 20 – 11,18).

L’affresco (219 x 235 cm.) illustra una doppia scena fatta di alternanze, di prima e di dopo, di sonno e di veglia, di vita e di morte. A sinistra si vede il sepolcro vuoto, due angeli seduti sopra il sepolcro e cinque guardie addormentate che sono simbolo del sonno in cui sono immersi gli uomini, che non vedono pur avendo gli occhi per vedere, che non odono, pur avendo orecchi, ciò che Dio ha loro donato. Il sepolcro di marmo è di colore rosa e simboleggia l’aurora e la speranza, presumibilmente anche il momento in cui il Salvatore risorge. Gli angeli stanno annunciando a Maria Maddalena, venuta al sepolcro per ungere il corpo di Gesù, che il Maestro è risorto aprendo così una nuova scena sul lato destro dell’opera. Giotto allude a questo momento mostrando, secondo quanto narrato dal Vangelo di Giovanni, il gesto compiuto da uno dei due angeli che con la mano sembra voglia indicare a Maddalena qualcuno che sta oltre il sepolcro e che potrà consolare il suo cuore.

Le rocce sullo sfondo declinano da sinistra verso destra e sono un espediente utilizzato da Giotto per indirizzare l’attenzione dell’osservatore verso il centro, verso il cuore della scena, l’incontro tra Gesù e la Maddalena.

Molto interessante il ricorso ai simboli. I due angeli rappresentano la trascendenza divina e tengono nelle loro mani delle verghe con la punta trilobata, simbolo imperiale dell’oriente e che richiamano il mistero trinitario.

La Maddalena è inginocchiata, ha appena ascoltato il messaggio angelico, vede davanti a sé Cristo vincitore sulla morte, Gesù indossa abiti bianchi e dorati, simboli della luce e della regalità. L’aureola del Signore è anch’essa dorata e disegna al suo interno una croce, croce che è assente in quelle degli angeli e della Maddalena.

Gesù mostra ancora i segni della passione: le stigmate alle mani e ai piedi indicano che ciò che appare a Maddalena è il corpo umano del risorto, non il suo spirito. Egli stringe nella mano un vessillo con impresso, su campo bianco, il segno rosso della croce e sul quale si legge la scritta in latino “victor mortis”, vincitore della morte.

Non appena Maria riconosce il Signore rimanendo in ginocchio in segno di adorazione, protende le braccia verso di Lui e tenta di prendere la sua mano per stringerla tra le sue, ma Gesù con il gesto della stessa mano invita Maria a non trattenerlo pronunciando quelle parole che danno il titolo all’opera di Giotto.

Lo sguardo intenso e il gesto delle braccia rivelano la carica emotiva di Maddalena e l’affetto che nutre nei confronti del Maestro che Giotto ha voluto sottolineare con il colore rosso del suo mantello, colore che nell’arte viene spesso utilizzato per indicare la passione e l’amore.

I piedi di Gesù sembrano accarezzare la vegetazione rigogliosa simbolo della vita che rinasce, della Resurrezione, della vita che ha sconfitto la morte e che si contrappone ai due tronchi spogli e rinsecchiti che si vedono a sinistra sulla montagna che idealmente rappresentano la morte frutto del peccato.

La postura di Gesù sembra indicare l’inizio di un movimento, il busto è frontale ed eretto mentre la gamba destra pare muovere per far uscire la figura dalla scena, è il movimento con il quale Gesù intende tornare al Padre.

Ci si può chiedere perché Maria non riconosce Gesù scambiandolo per il giardiniere. La Maddalena è in lacrime, e le lacrime, a volte, offuscano il nostro sguardo, non ci consentono di vedere la realtà dalla prospettiva di Dio. Le dice Gesù: “Maria….”. Egli si fa strada tra le sue lacrime pronunciando il suo nome.

Anche le nostre lacrime, che sono metafora dei momenti bui e difficili della nostra vita, ci spingono all’atto di fede che ci permette di vedere la realtà in una luce nuova, la luce di Dio.

Sabato 12 luglio 2025

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