
Ricordando don Giussani, c’è chi nega le foibe, la testimonianza dei 21 martiri Copti in Libia
di Luca Bucca
– Il 22 febbraio Comunione e Liberazione ricorda i vent’anni dalla morte del suo fondatore, il servo di Dio don Luigi Giussani. Fin dai primi anni di sacerdozio e più intensamente dalla metà degli anni Cinquanta, rispondendo a una precisa vocazione, il suo apostolato si concentrò prevalentemente nel servizio e nell’educazione dei giovani, ai quali cercò di fornire un’alternativa alle sirene sessantottine, che in molti casi, quando non trovarono un’adeguata resistenza, finirono per traviare anche giovani cattolici, non senza colpe dei loro responsabili ed educatori. Di questo, ma non solo di questo, c’è da essergli ancora grati e il miglior modo per farlo è ricordare le sue opere e il suo insegnamento, ancora certamente attuale.
– «Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del comunismo». Così scriveva Karl Marx nel 1848 nel Manifesto del Partito Comunista. E questo spettro, a quanto pare, si rivela ancora. Ne è un esempio la lettera scritta al presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, da quattro eurodeputati sloveni e cinque croati, appartenenti ai gruppi politici dei Socialisti e Democratici (S&D), dei Liberali (Renew) e dei Verdi, per contestare la mostra sulle foibe allestita nella sede istituzionale di Strasburgo. Nella lettera viene di fatto negata la responsabilità dei comunisti titini nell’eccidio di migliaia di italiani e si legge, tra l’altro, che «l’Istria, la costa croata, la Dalmazia e le isole dell’Adriatico sono state liberate dal potere delle proprie armi, dall’adesione volontaria di massa alle brigate partigiane e dalla volontà del popolo». Negli stessi giorni a Basovizza comparivano scritte anti-italiane e venivano vandalizzati monumenti in memoria delle vittime delle foibe a Roma, Torino, Cagliari e altre città italiane. Sì, è uno spettro, e sa essere ancora molto violento.
– Il 15 febbraio di dieci anni fa 21 cristiani copti furono decapitati sulle spiagge libiche dai terroristi dello Stato Islamico. Come macabra consuetudine le riprese dell’esecuzione furono diffuse dai carnefici con intento propagandistico, divenendo però una delle poche (certamente la più famosa) video-testimonianze di un martirio cristiano. Si tratta certamente di immagini crude, come quelle di ogni martirio da santo Stefano in avanti, ma immagini apologetiche e da meditare, chiare più di qualsiasi catechesi. Così muoiono i cristiani per la loro fede, invocando Gesù fino all’ultimo respiro. Santi 21 martiri Copti in Libia, intercedete per noi perché possiamo ottenere la vostra stessa fede e il vostro stesso coraggio.
Mercoledì, 19 febbraio 2025