La guerra è di nuovo in Europa e l’europeo non può non tenerne conto, come tenterà di spiegare la Scuola estiva di Alleanza Cattolica
di Marco Invernizzi
Sabato scorso si sono conclusi i campeggi estivi organizzati da Alleanza Cattolica per i giovani delle scuole elementari, medie e superiori. Oggi, 5 agosto, comincia a Sommaprada (Brescia) la Scuola estiva per studenti universitari e adulti, che quest’anno avrà come tema Guerra e Pace, non tanto come richiamo letterario al capolavoro di Lev Tolstoj, ma come invito preoccupato a prendere in considerazione il fatto che la guerra non è mai stata così vicina alla nostra vita pubblica e privata come in questi ultimi anni.
In realtà, dopo la fine del disastroso secondo conflitto mondiale, le guerre hanno continuato ad accompagnare la storia dell’umanità. Pensiamo alle guerre nella ex-Jugoslavia degli Anni ‘90 del secolo scorso, alla tragedia del Ruanda nel 1994, che in tre mesi costò la morte di quasi un milione di appartenenti alla minoranza tutsi, alle due guerre in Cecenia (1994-1996 e 1999-2009), al conflitto mai terminato fra israeliani e palestinesi, al terrorismo islamista, che ha colpito al cuore gli USA l’11 settembre 2001, per fare solo gli esempi principali di quella terza guerra mondiale a pezzi di cui tratta frequentemente Papa Francesco.
Ma mai come oggi, a partire dall’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo nel febbraio 2022, la guerra ci riguarda da vicino. Non soltanto perché avviene in Europa, cosa che era accaduta anche dopo il dissolvimento della Jugoslavia, ma perché siamo di fronte alla guerra classica fra due eserciti, con un popolo che subisce una invasione militare da parte di un esercito straniero e con un conflitto che si sta allargando sempre più, costringendo tutti o quasi gli Stati del mondo a prendere posizione fra chi vuole un nuovo ordine mondiale, fondato sull’alleanza fra Cina, Russia, Corea del Nord e Iran, e chi invece vuole stare all’interno o entrare a fare parte del sistema politico occidentale. Alla guerra russo-ucraina, ormai diventata un episodio della guerra contro l’Occidente, si è aggiunto, dopo il 7 ottobre di quest’anno, il conflitto fra Israele e Iran, combattuto soprattutto nella striscia di Gaza contro le milizie filo-iraniane di Hamas, ma che potrebbe estendersi al Libano contro l’esercito degli Hezbollah, anch’essi legati all’Iran, se non diventare una guerra diretta fra le due potenze.
Ma perché la guerra? Perché gli uomini non riescono a risolvere i loro problemi se non uccidendosi a vicenda? È sempre stato così?
La guerra rimanda ovviamente alla pace, a quella situazione di tranquillità nell’ordine di cui scriveva sant’Agostino, e alla causa prima delle guerre, cioè a quel disordine entrato nel cuore dell’uomo all’origine della Creazione, prima con la ribellione di Lucifero e poi col peccato dei nostri progenitori.
Ma il male che sembra dominare la storia non è invincibile ed è già stato sconfitto dalla Redenzione, ottenuta dal sacrificio di Cristo. Per questo non dobbiamo avere paura del male, ma collaborare perché non renda ancora più difficile la vita degli uomini in hac lacrimarum valle. Ma per collaborare alla Redenzione di Cristo, che continua con l’azione della Chiesa, bisogna conoscere il male che opera nella storia, anche quella dei nostri giorni. È quello che cercheremo di fare in questa settimana di studio e di preghiera, di amicizia e di riflessione comune, mettendo un po’ del nostro tempo al servizio del Signore e della Sua Santa Madre. A Maria, che nel 1917 a Fatima ha annunciato l’avvento del comunismo in Russia, la sua diffusione nel mondo e la persecuzione della Chiesa, fino alla conversione della Russia e alla nascita di un tempo mariano di pace, cose che in parte riguardano il passato ma hanno anche a che fare con il futuro del mondo, chiederemo il dono della pace, che nasce nel cuore degli uomini prima di estendersi eventualmente nelle relazioni sociali e anche internazionali, perché chi non è nella pace non potrà mai portare la pace.
Lunedì, 5 agosto 2024