Guida Bibliografica dell’Insorgenza in Lombardia (1796- 1814), a cura di Chiara Barbesino, Paolo Martinucci e Oscar Sanguinetti, Istituto per la Storia delle Insorgenze, Milano 1999, pp. XVIII+ 206, £ 36.000
Il luogo comune secondo cui la storia viene sempre scritta dai vincitori non può essere condiviso. Più convincente e dimostrabile è invece l’affermazione che i vincitori, spesso, mettono in secondo piano o condannano, per convenienza ideologica, alla damnatio memoriae pagine rilevanti della storia dei popoli. Si pensi alle vicende che hanno interessato l’Italia dal 1796 al 1814: guidata da Napoleone Bonaparte l’Armée d’Italie dilaga nella Pianura padana; gli austriaci sono sconfitti, nascono le repubbliche giacobine, fra cui la Cisalpina, e poi la Repubblica Italiana e il Regno d’Italia, a seguito dell’alternarsi delle fortune politiche e militari del generale corso. Questa è la storia più nota. Ve n’è poi un’altra, poco raccontata e mai celebrata: nello stesso periodo, contro i regimi filofrancesi instaurati in tutta la Penisola, è un susseguirsi di fatti d’arme, che coinvolgono gruppi e bande di uomini di umile estrazione sociale, subito definiti insorgenti; questi, esasperati dalla vessatoria legislazione statale e dalla persecuzione anticattolica dei giacobini, combattono in difesa delle tradizioni sociali, civili e religiose dei propri paesi, al grido di «Viva Maria», «Viva la religione», «Viva l’Imperatore».
L ’ISIN, l’Istituto per la Storia delle Insorgenze, con sede in Milano, dopo essersi fatto promotore di molte iniziative sul tema, pubblica una Guida Bibliografica dell’Insorgenza in Lombardia (1796-1814) curata da Chiara Barbesino, Paolo Martinucci e Oscar Sanguinetti, edita con il sostegno parziale dell’assessorato alla Trasparenza e Cultura della Regione Lombardia. Si tratta di un primo censimento — sono più di trecento le schede redatte — di quanto sull’argomento è possibile reperire nelle oltre quaranta raccolte bibliografiche che i tre ricercatori hanno esplorate.
Alla Premessa del presidente dell’ISIN, Marco Invernizzi (pp. I-II), segue l’Introduzione (pp. III-XVII) di Sanguinetti, che nella sezione A illustra le Finalità dell’opera (pp. III-V); nella sezione B traccia il Profilo storico dell’Insorgenza lombarda, quasi un piccolo saggio a sé stante di grande interesse (pp. V-VIII) in cui non espone solamente il profilo storico dell’Insorgenza in Lombardia, ma l’inquadra nel contesto di quella italiana ed europea; nella sezione C esamina Gli studi sull’Insorgenza italiana (pp. VIII- XI); infine, nella sezione D, traccia il Profilo della ricerca bibliografica (pp. XI-XVII), descrivendo le modalità con cui la ricerca stessa è stata condotta, i risultati ai quali è pervenuta e i limiti e le caratteristiche della guida.
In quanto categoria storico-politica, l’Insorgenza è paragonata, pur essendone note le differenti finalità, alle varie espressioni della resistenza popolare che, nel nostro secolo, si è manifestata contro il totalitarismo, soprattutto quello comunista, estrema forma della «razionalizzazione» della vita politica e sociale e, pertanto, in linea di continuità con il giacobinismo. La storiografia ufficiale, impegnata a celebrare i fasti della Libertà o dell’Unità nazionale o i prodromi della lotta di classe, affrontando questo segmento della storia d’Italia secondo schemi ideologici, ha ignorato o sottovalutato le fonti e i documenti disponibili, non ha condotto un’accurata ricerca archivistica.
Volendo dare un contributo alla riscrittura storica del periodo, la Guida Bibliografica dell’Insorgenza in Lombardia (1796-1814) non si riduce a un arido elenco di opere: la presentazione delle stesse non è limitata al dato bibliografico; per ogni testo vengono offerte una sintesi non lapidaria e una valutazione complessiva. La lettura delle schede permette di prendere conoscenza della vastità del fenomeno dell’Insorgenza in generale e di quella lombarda in particolare: fra il 1796 e il 1798 essa ha interessato Pavia, Binasco, Cremona, Casalmaggiore, Lodi, Como, Varese, Bormio, le Valli bresciane e bergamasche, la Valtellina e il Canton Ticino; nel periodo dal 1800 al 1814, la rivolta scoppiava in Val d’Intelvi e nuovamente, a più riprese, in Valtellina.
Non meno interessanti i riferimenti alle vicende umane dei personaggi che hanno guidato le varie sommosse: i sacerdoti don Paolo Bianchi (1758-1796), parroco di Sanperone, nel Pavese, e don Giuseppe Catazzi (1721-1797) della Valsabbia, nel Bresciano, fucilati dai soldati francesi; i popolani, spesso sbrigativamente definiti briganti: fra cui tale «Gognin» nel Lodigiano, i valtellinesi Andrea Menaglio e Gerolamo Gualtieri, il pavese Natale Barbieri e il bergamasco Vincenzo Pacchiana. Quasi del tutto estraneo al fenomeno il ceto aristocratico, assente l’alto clero; importante invece è stato il ruolo svolto da alcuni ufficiali dell’esercito imperiale austriaco: Branda de’ Lucioni (1740-1803), Giuseppe de La Hoz de Ortiz (1770?-1799) e Corrado Juvalta.
Non viene tralasciato di segnalare quanto è già stato edito circa l’Insorgenza europea e italiana e, fra le opere di ausilio per la ricerca, le bibliografie e i repertori biografici, i testi concernenti le raccolte di documenti ufficiali, i cataloghi di argomento generale, i periodici coevi. In appendice sono poi menzionati gli archivi esteri e lombardi, sui quali sarà posta l’attenzione nella seconda fase della ricerca che l’ISIN intende realizzare nei prossimi anni. La Guida Bibliografica dell’Insorgenza in Lombardia (1796- 1814) si rivela quindi uno strumento prezioso e indispensabile per chi voglia approfondire questa particolare pagina della storia del popolo italiano o intraprendere nuove ricerche.