• Passa al contenuto principale
  • Skip to secondary menu
  • Passa al piè di pagina
Alleanza Cattolica

Alleanza Cattolica

  • Cristianità
    • La rivista Cristianità – indici
    • Abbonarsi
    • Quaderni di Cristianità
    • Edizioni Cristianità
  • Temi
    • Libertà religiosa
    • Occidente
    • Politica internazionale
    • Famiglia
      • Matrimonio
      • Divorzio
      • Family day
      • Unioni civili
      • Omosessualità
    • Educazione
    • Vita
      • Aborto
      • Droga
      • Fine vita
  • Rubriche
    • Voce del Magistero
      • Angelus
      • Udienze
      • Regina coeli
      • Discorsi
      • Magistero episcopale
    • Dizionario del Pensiero Forte
    • Archivio film
    • Lo scaffale
    • Via Pulchritudinis
      • Santità
      • Arte
      • Architettura
      • Cinema
      • Costume
      • Iconografia
      • Letteratura
      • Musica
      • Teatro
    • Nel mondo…
      • Italia
        • Elezioni 2022
      • Africa
      • Centro america
      • Europa
      • Medio Oriente
      • Mediterraneo
      • Nord America
      • Sud America
      • Sud-est Asiatico
    • Economia
    • Interviste
    • Comunicati
    • Spigolature
    • English version
    • Versión en Español
  • Spiritualità
    • Il pensiero del giorno
    • Cammei di Santità
    • Esercizi di Sant’Ignazio
    • Le preghiere della tradizione
    • Sante Messe del mese
    • Ora di adorazione
    • Affidamento a Maria
      • Appello ai Vescovi e ai Sindaci d’Italia
      • L’affidamento alla Madonna dei Vescovi
      • Affidamento alla Madonna da parte dei sindaci
  • Lettere agli amici
  • Eventi
  • Audio e Video
    • Video
      • Riflessioni di Marco Invernizzi
      • Storia della Chiesa
      • Geopolitica
      • Islam: ieri e oggi
      • Video interviste
      • Convegni
      • Conferenze
    • Scuole estive
    • Audio
    • Radio Maria
Ti trovi qui: Home / La voce del Magistero / I 60 anni di Nostra aetate e il suo valore, anzitutto, per il dialogo con l’ebraismo

I 60 anni di Nostra aetate e il suo valore, anzitutto, per il dialogo con l’ebraismo

30 Ottobre 2025 - Autore: Michele Brambilla

Concilio Vaticano II

La Nostra aetate è definita da Leone XIV un documento provvidenziale perché ha ricordato ai cristiani le loro inscindibili radici ebraiche, ed è più attuale che mai in un mondo in cui esse sono nuovamente disprezzate. Il dialogo interreligioso è possibile solo se non ci si dimentica che tutto deve essere ricapitolato nell’ebreo Gesù Cristo

di Michele Brambilla

L’udienza del 29 ottobre mette al centro il 60° anniversario della dichiarazione conciliare Nostra aetate, del Concilio Vaticano II, che nel 1965 fece delle precisazioni fondamentali sul rapporto tra il Cattolicesimo e le altre religioni. Leone XIV celebra l’importante anniversario leggendo lo storico documento alla luce del dialogo tra Cristo e la samaritana nel Vangelo di Giovanni, in cui il Signore dice che «Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità»(Gv 4,24). Per il Papa «questo incontro rivela l’essenza dell’autentico dialogo religioso: uno scambio che si instaura quando le persone si aprono l’una all’altra con sincerità, ascolto attento e arricchimento reciproco. È un dialogo nato dalla sete: la sete di Dio per il cuore umano e la sete umana di Dio», che si placa solo una volta raggiunta la Verità. Infatti «al pozzo di Sicar, Gesù supera le barriere di cultura, di genere e di religione. Invita la donna samaritana a una nuova comprensione del culto, che non è limitato a un luogo particolare – “né su questa montagna né a Gerusalemme” – ma si realizza in Spirito e verità», cioè lasciandosi guidare dallo Spirito Santo, che conduce i semina Verbi a sbocciare nel riconoscimento della divinità dello stesso Gesù, come accade in quella pagina di Vangelo. Cristo fornisce degli indizi, senza forzare l’interlocutrice, perché ha profondo rispetto della libertà umana, che non deve mai essere umiliata.

Alla luce dell’esempio che ci viene dato dallo stesso Signore, «questo luminoso Documento ci insegna a incontrare i seguaci di altre religioni non come estranei, ma come compagni di viaggio sulla via della verità; a onorare le differenze affermando la nostra comune umanità; e a discernere, in ogni ricerca religiosa sincera, un riflesso dell’unico Mistero divino che abbraccia tutta la creazione» e la porta a compimento in Cristo.

«In particolare, non va dimenticato che il primo orientamento di Nostra aetate fu verso il mondo ebraico, con cui San Giovanni XXIII intese rifondare il rapporto originario» con gli Ebrei dopo diversi secoli in cui esso era stato condizionato da letture degli eventi cristologici che avevano enfatizzato, in maniera anche molto brutale e irriguardosa, le distanze. «Per la prima volta nella storia della Chiesa doveva così prendere forma un trattato dottrinale sulle radici ebraiche del cristianesimo, che sul piano biblico e teologico rappresentasse un punto di non ritorno», ribadendo in modo chiaro e inequivocabile che «“Il popolo del Nuovo Testamento è spiritualmente legato con la stirpe di Abramo. La Chiesa di Cristo infatti riconosce che gli inizi della sua fede e della sua elezione si trovano già, secondo il mistero divino della salvezza, nei patriarchi, in Mosè e nei profeti” (NA, 4). Così, la Chiesa, “memore del patrimonio che essa ha in comune con gli Ebrei, e spinta non da motivi politici, ma da religiosa carità evangelica, deplora gli odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell’antisemitismo dirette contro gli Ebrei in ogni tempo e da chiunque” (ibid.)».

In un tempo in cui la vergognosa propaganda antisemita riversata sui tragici fatti intercorsi a partire dal 7 ottobre 2023 ha fatto riaffiorare atteggiamenti di ostilità verso Israele come popolo anche in vasti settori del mondo cattolico, Leone XIV ricorda e conferma che «tutti i miei predecessori hanno condannato l’antisemitismo con parole chiare. E così anch’io confermo che la Chiesa non tollera l’antisemitismo e lo combatte, a motivo del Vangelo stesso», che non è comprensibile al di fuori delle attese messianiche del popolo di Dio. Non solo: il Pontefice ritiene che la Nostra aetate rientri pienamente in un piano provvidenziale dello stesso Signore, dato che «ciò non è dovuto solo allo sforzo umano, ma all’assistenza del nostro Dio che, secondo la convinzione cristiana, è in sé stesso dialogo. Non possiamo negare che in questo periodo ci siano stati anche malintesi, difficoltà e conflitti, che però non hanno mai impedito la prosecuzione del dialogo. Anche oggi non dobbiamo permettere che le circostanze politiche e le ingiustizie di alcuni ci distolgano dall’amicizia, soprattutto perché finora abbiamo realizzato molto».

«La Dichiarazione invita tutti i cattolici – vescovi, clero, persone consacrate e fedeli laici – a coinvolgersi sinceramente nel dialogo e nella collaborazione con i seguaci di altre religioni, riconoscendo e promuovendo tutto ciò che è buono, vero e santo nelle loro tradizioni (cfr ibid.). Questo è oggi necessario praticamente in ogni città del mondo dove, a motivo della mobilità umana, le nostre diversità spirituali e di appartenenza sono chiamate a incontrarsi e a convivere fraternamente»: sono questioni all’ordine del giorno anche in molte parti d’Italia. L’arcidiocesi di Milano, fortemente interessata dal fenomeno delle migrazioni, ha giusto pubblicato un utile vademecum per le comunità parrocchiali, che nello spirito di quanto detto dal Papa non dimentica di porre alcuni paletti a tutela dell’unicità salvifica di Cristo, vietando, per esempio, gli atti di culto non cattolici negli oratori.

Per il Santo Padre, «più che mai, il nostro mondo ha bisogno della nostra unità, della nostra amicizia e della nostra collaborazione». Coloro che credono in differenti religioni possono contribuire, in fraternità, a tutelare alcuni valori umani, a proteggere l’ambiente dalle devastazioni, ma soprattutto «dobbiamo essere vigilanti contro l’abuso del nome di Dio, della religione e dello stesso dialogo, nonché contro i pericoli rappresentati dal fondamentalismo religioso e dall’estremismo. Dobbiamo anche affrontare lo sviluppo responsabile dell’intelligenza artificiale, perché, se concepita in alternativa all’umano, essa può gravemente violarne l’infinita dignità e neutralizzarne le fondamentali responsabilità. Le nostre tradizioni hanno un immenso contributo da dare per l’umanizzazione della tecnica e quindi per ispirare la sua regolazione, a protezione dei diritti umani fondamentali».

«Come tutti sappiamo, le nostre religioni insegnano che la pace inizia nel cuore dell’uomo», ovvero dal singolo, rifiutando soluzioni palingenetiche che violano la dignità e la libertà dell’essere umano, fossero anche religiosamente giustificate. «Nostra aetate, sessant’anni fa, ha portato speranza al mondo del secondo dopoguerra. Oggi siamo chiamati a rifondare quella speranza nel nostro mondo devastato dalla guerra e nel nostro ambiente naturale degradato. Collaboriamo, perché se siamo uniti tutto è possibile. Facciamo in modo che nulla ci divida» come esseri umani «e in questo spirito, desidero esprimere ancora una volta la mia gratitudine per la vostra presenza e la vostra amicizia», ripete il Pontefice alle delegazioni interreligiose già incontrate al Colosseo il 28 ottobre e presenti anche all’udienza generale del giorno dopo.

Sono utile chiosa a quanto detto sopra le parole rivolte ai pellegrini portoghesi. A loro il Santo Padre ribadisce che «ogni cristiano è chiamato a partecipare allo sforzo per l’unità, riportando la speranza nel cuore della società. Non dimentichiamo mai che il vero rapporto con il Signore conduce sempre alla pace e alla concordia» con tutti. Per evitare che la concordia desiderata sia adulterata con la ricerca di un semplice “quieto vivere”, magari relativisticamente fondato, il Papa aggiunge, parlando ai pellegrini polacchi, che «gli sforzi per ottenere i beni temporali, necessari nella vita terrena, scaturiscano sempre dall’amore e dalla fedeltà alla verità del Vangelo, che non passano perché hanno la loro fonte in Dio stesso».

Giovedì, 30 ottobre 2025

* campi obbligatori
Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla Privacy per avere maggiori informazioni.

Controlla la tua posta in entrata o la cartella spam adesso per confermare la tua iscrizione.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su X (Si apre in una nuova finestra) X
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra) Facebook
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra) LinkedIn
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra) WhatsApp

Correlati

Archiviato in:La voce del Magistero, Udienze

Footer

Alleanza Cattolica

Viale Parioli 40, 00197 Roma
tel. +39 349 50.07.708
IBAN: IT59N0623012604000030223995
info@alleanzacattolica.org

Privacy Policy

CRISTIANITA SOCIETÀ COOPERATIVA

Largo Toscanini n. 5 – 27058 – Voghera (PV)
tel. +39 349 50.07.708
C.F./IVA 00255140337

Chi siamo

  • Presentazione
  • Statuto
  • Riconoscimento ecclesiale
  • Decreto Indulgenza
  • Inter nos
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • WhatsApp
  • YouTube

Copyright © 2025 Alleanza Cattolica · Accedi