A fronte dei mutamenti in corso nella Germania Orientale, una riflessione di S. E. mons. Johannes Dyba, vescovo di Fulda, nella Germania Occidentale, comparsa con il titolo Pastorenrepublik, “La Repubblica dei Pastori”, in Bonifatiusbote, n. 18, 6 maggio 1990. Il titolo e la traduzione sono redazionali.
Un anno fa — quando erano in corso a pieno ritmo i preparativi per il 40° anniversario della DDR [Repubblica Democratica Tedesca] — chi avrebbe potuto immaginare che il governo del Politburo della DDR sarebbe stato sostituito nel giro di brevissimo tempo da un governo di transizione, in cui proprio Pastori e membri del Sinodo svolgono un ruolo portante? Comunque, dopo la gioia iniziale sarà necessaria una riflessione costante.
Si deve notare senz’altro positivamente che sempre, quando cadono sistemi atei, quando la fiducia è stata delusa fuori di ogni misura, gli uomini riscoprono il cristianesimo e i cristiani come l’unica alternativa veramente degna di fiducia. Quanto spesso ciò è accaduto, anche solo nel nostro secolo, nella storia d’Europa!
Ma questa volta trarremo dalla storia una lezione duratura? Anzitutto nei grandi ministeri nuova brava gente, che non sa come vanno le cose, ha preso posto di fronte agli uomini dei vecchi apparati, che non dicono loro tanto facilmente come vanno le cose. Il prezzo per il “passaggio delle consegne” sarà la rinuncia a chiarire responsabilità e a pretendere giustizia?
Adesso si scoprono fosse comuni, addirittura interi ossari nelle vicinanze di Berlino e si apprende con meraviglia che la loro esistenza era già nota al nostro governo liberal-socialista, ma che non si era voluto “mettere in imbarazzo” il governo Honecker. Proviamo soltanto a immaginare con quale tempesta di reazioni sarebbe stata accolta la scoperta di tali fosse comuni se fosse avvenuta, per esempio, in Cile. Vengono scoperti interi Lager di bambini della Namibia deportati dalla SWAPO [Organizzazione del Popolo dell’Africa Sud-Occidentale], e con quale reazione? I crimini commessi in tutto il mondo in nome del socialismo devono proprio essere gli unici a non poter essere assolutamente denunciati? Nel nostro Stato di diritto perfino i sofisticatori di vino vengono messi in carcere preventivo per il pericolo di inquinamento delle prove, ma dove sono i vertici responsabili della Stasi [servizi segreti della Repubblica Democratica Tedesca]? Si è forse mai visto uno stalinista in tribunale?
Se si parla di giustizia, sembra piuttosto che si tratti anzitutto della quotazione del cambio. Ma anche a questo proposito ci si deve chiedere: il patrimonio di quanti si sono potuti arricchire per quarant’anni grazie alla loro fedeltà al regime deve essere senz’altro cambiato “uno contro uno”? O non è necessario un risarcimento a favore di quanti sono stati emarginati dalla SED [Partito di Unità Socialista di Germania]? Personalmente conosco molte famiglie nella Rhön e nell’Eichsfeld che, a causa del loro attaccamento alla fede, hanno dovuto rinunciare a molto — dall’istruzione superiore alla carriera pubblica — e così non hanno potuto mettere da parte neanche in marchi orientali le somme, il cui cambio viene ora chiesto con insistenza.
Un problema dopo l’altro, ma il primo resta questo: che rendiamo conto con onestà davanti a Dio e agli uomini e che — tanto all’Est quanto all’Ovest — costruiamo finalmente il nostro futuro sul solo fondamento solido della verità cristiana e non sulle ingannevoli sabbie mobili delle “conquiste” del materialismo teorico o pratico. Quanto più coraggiosamente i Pastori ci aiuteranno in questo, tanto prima potranno riprendere il loro posto naturale, nelle loro comunità ecclesiali.
Il vostro vescovo
+ Johannes