Papa Francesco ribadisce i principi di Dottrina sociale della tutela del creato: una nuova occasione per prendere le distanze dalla tecnocrazia e dall’antropocentrismo dispotico, ma anche da un ecologismo che considera l’uomo un problema. La carità verso il prossimo è il motore che deve sempre muovere ogni azione sociale
di Susanna Manzin
Il 6 ottobre 2023 il Santo Padre ha mandato un messaggio ai partecipanti al Villaggio Coldiretti di Roma, la grande manifestazione che vede la presenza di coltivatori e imprenditori del settore agricolo provenienti dalle diverse regioni d’Italia. L’attenzione del Papa nei confronti dell’evento è molto significativa: sottolinea la sua sensibilità per quanto accade nella società civile ed offre lo spunto per ribadire i principi di Dottrina sociale della Chiesa circa la cura del creato. Con un milione e mezzo di associati, la Coldiretti è la principale organizzazione degli imprenditori agricoli ed ha un vastissimo raggio d’azione: agricoltura, pesca, filiera agroalimentare, fattorie, mercati, agriturismi, turismo enogastronomico, botteghe, tutela e valorizzazione del Made in Italy, educazione alimentare nelle scuole. Gli imprenditori di questi settori devono confrontarsi con temi sensibili quali la valorizzazione e tutela del territorio, la difesa della biodiversità, l’ecologia, la diffusione di stili di vita sani dal punto di vista della salute non solo fisica, ma anche sociale e relazionale.
Il regnante Pontefice ricorda le parole del suo predecessore san Giovanni XXIII, che nella Mater et Magistra «volle sottolineare il valore arricchente del lavoro agricolo ai fini della promozione integrale della persona, tanto sul piano umano, come eminente via di realizzazione individuale e di sviluppo comunitario, quanto sul piano dello spirito, come partecipazione all’attuazione del disegno provvidenziale di Dio nella storia». Torna alla mente la figura ed il pensiero di Gustave Thibon, il filosofo contadino così caro al mondo conservatore e controrivoluzionario, per il quale il contatto con la vita agricola e i suoi ritmi è stato fonte di ispirazione, favorendo un sano realismo e, nello stesso tempo, un’elevazione verso le verità eterne. Quella del contadino è una vocazione e una missione, ricorda Papa Francesco: «La creazione è stata voluta da Dio come un dono e un’eredità affidati all’uomo. Fatta nel Verbo eterno e per mezzo di esso, essa non è uscita dalle mani del Creatore già “finita”, ma “in stato di via”, cioè aperta e diretta ad un compimento. Nel consegnarla all’uomo, come un bene da custodire, Dio ha disposto che egli contribuisse ad indirizzarla a quella perfezione cui essa è destinata e che sarà raggiunta alla fine dei tempi. Dunque, rispondere all’invito di Dio, originario e sempre attuale, di far germogliare e fruttificare la terra, di trasformarla con rispetto e cura, significa cooperare al progetto iniziale di Dio. […] Nel racconto di Genesi, imparare a conoscere le leggi dell’agricoltura, costruire canali per modificare il corso dei fiumi, sono lavori da compiere in vista di un duplice vantaggio: rendere la terra più bella e feconda, nel mentre la si rende più umana, più accogliente e ospitale per la vita dei suoi abitanti. Mentre l’uomo lavora, cambia il mondo, ma cambia anche sé stesso diventando più responsabile e generoso».
Oggi il tema dell’ecologia è al centro del dibattito mediatico e le parole del Papa danno un importante contributo, fondato sui principi di Dottrina sociale della Chiesa. All’uomo è affidata la natura perché ne tragga il suo sostentamento ma sempre con rispetto e responsabilità, concetti sui quali bisogna riflettere più che mai in un’epoca come la nostra nella quale lo sviluppo di nuove tecnologie accresce a dismisura il potere dell’uomo ed in cui si assiste ad un affievolimento del senso morale e al dilagare della ricerca del profitto svincolata dalla dimensione etica: «L’uso sconsiderato e coercitivo della tecnologia, applicata a ritmi di produzione insostenibili, assoggettata a modelli di consumo omologanti, ha un prezzo altissimo». La terra viene maltrattata, gli ecosistemi sono compromessi, acqua e aria sono sempre più inquinate e gli eventi meteorologici sempre più instabili, imprevedibili e violenti. Tutto questo rende il lavoro agricolo difficile e arduo. «A pagarne il prezzo non è soltanto la natura, ma anche i poveri. È il paradosso “scandaloso” della cultura dello scarto: produciamo alimenti sufficienti a sfamare l’intera popolazione mondiale, ma la maggior parte di essa vive senza il pane quotidiano. Pertanto, è dovere di tutti estirpare questa ingiustizia mediante azioni concrete e buone pratiche, attraverso politiche locali e internazionali che abbiano il coraggio di scegliere il giusto e non soltanto l’utile, il conveniente, il profittevole».
Il messaggio alla Coldiretti diventa quindi una nuova occasione per prendere le distanze dal cosiddetto antropocentrismo dispotico, che saccheggia la natura in modo sconsiderato cercando solo il profitto, ma anche da un ecologismo che considera l’uomo un problema. Il Papa ribadisce la responsabilità che abbiamo verso il creato e nello stesso tempo ricorda che la carità verso il prossimo è il motore che deve sempre muovere ogni nostra azione sociale.
Venerdì, 10 novembre 2023