E’ stato proclamato beato un giovane di 15 anni. Carlo Acutis ci invita a vincere lo scoraggiamento e a non perdere la speranza in un mondo migliore.
di Marco Invernizzi
“Preghiera e missione”, sono le due caratteristiche del nuovo beato Carlo Acutis, ricordate ieri dal card. Agostino Vallini, il legato pontificio incaricato dal Pontefice di presiedere alla cerimonia di beatificazione che si è svolta sabato 10 ottobre ad Assisi. Il cardinale ha anche ricordato come il beato Carlo, un ragazzo di 15 anni morto per una leucemia fulminante a Milano nel 2006, fosse un grande missionario che usava i social per il suo apostolato e che sapeva, con il sorriso e la gentilezza, difendere la propria identità cristiana e le ragioni della sacralità della vita e della santità della famiglia contro l’aborto e l’eutanasia (alleghiamo il testo dell’omelia gentilmente concesso dal cardinale).
Sembra incredibile, ma questa è la Chiesa. Mentre il fango la colpisce anche per colpa dei peccati e delle omissioni dei suoi membri, la Grazia continua a lavorare e a “sfornare” santi, di tutte le età e condizioni.
Carlo Acutis era un ragazzo nato a Londra ma che ha sempre vissuto a Milano, proveniva da una famiglia non praticante, frequentava le scuole cattoliche che tante volte abbiamo criticato per la loro timidezza nel formare alla fede e nel diffondere una cultura cristiana.
Ciononostante il Signore lo ha convocato, lo ha fatto innamorare dell’eucarestia, gli ha messo in cuore un desiderio apostolico straordinario, grazie al quale ha riportato alla fede anzitutto i genitori, contagiando tutti quelli che incontrava a cominciare dai compagni di scuola. Giustamente è stato fatto notare come sia riuscito a utilizzare internet per fare apostolato, cioè abbia sfruttato la rivoluzione digitale del nostro tempo come una ulteriore occasione per testimoniare la fede al prossimo. Sua madre, Antonia Salzano, ha detto che era un ragazzo assolutamente normale, ma con un’armonia interiore assolutamente speciale. E l’armonia attira e affascina, proprio perché “normale”.
Tuttavia c’è un aspetto ancora che mi sembra giusto sottolineare a proposito di Carlo Acutis. Un ragazzo come tanti, vissuto in una metropoli del XXI secolo, in piena epoca di scristianizzazione, ha saputo corrispondere alla grazia di Dio che lo voleva fare diventare il testimone e l’apostolo che è diventato.
Allora tutto è possibile. Dio non ha smesso di elargire la sua Grazia e i suoi doni. E’ possibile sconfiggere la malattia più pericolosa della nostra epoca, che è lo scoraggiamento, quella tristezza che penetra nel cuore di tanti e li paralizza, privandoli del fervore necessario per essere veri testimoni della fede.
Carlo è stato un ragazzo speciale, ma solo perché ha detto di sì al Signore, ha confidato che Maria gli avrebbe dato la forza necessaria per essere quello che è stato. Non ha conquistato il mondo, come un condottiero, ma ha aiutato Dio a convertire tante persone, lasciando in ciascuna di esse il profumo del Signore. E grazie a lui il mondo è diventato migliore.
Nella continua lotta tra la luce e le tenebre che viene combattuta nel mondo, la beatificazione di Carlo avvenuta sabato 10 ottobre ha acceso nel cuore di decine di migliaia di persone una luce che non si spegne.
Beato Carlo, prega per noi e per l’Italia intera!
Lunedì, 12 ottobre 2020