Dio, ripete il Papa, non è colpevole del male, neppure del tanto male che attanaglia ancora l’Ucraina. Francesco dà a tutti appuntamento al 25 marzo per la consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore immacolato di Maria
di Michele Brambilla
In tempi difficili è quanto mai opportuna la scelta del Lezionario romano per la III domenica di Quaresima. «Siamo al cuore del cammino quaresimale», spiega infatti Papa Francesco ai fedeli dell’Angelus, il 20 marzo, «e oggi il Vangelo inizialmente presenta Gesù che commenta alcuni fatti di cronaca» sanguinosi: il crollo di una torre a Gerusalemme e un massacro compiuto dal praefectus Ponzio Pilato, che si ritroverà di lì a poco a giudicare lo stesso Messia. Pandemie e guerre catastrofiche sono punizioni divine? Dio vuole scientemente il male delle sue creature? Perché non interviene in maniera evidente?
«Ma invece di incolpare Dio, dice Gesù, bisogna guardarsi dentro: è il peccato che produce la morte; sono i nostri egoismi a lacerare le relazioni; sono le nostre scelte sbagliate e violente a scatenare il male», fin da Adamo ed Eva. «A questo punto il Signore offre la vera soluzione. Qual è? La conversione: “Se non vi convertite – dice –, perirete tutti allo stesso modo” (Lc 13,5)». Non è una minaccia a chi non si converte, ma la constatazione di quanto accade ed accadrà alle anime che non accolgono il Vangelo. Non si tratta di infliggere agli infedeli la morte corporale (nessuno, insegna la dottrina cattolica, può essere costretto a riconoscere la Verità con la forza), ma della morte spirituale. Il male è un’anti-creazione. Il male produce altro male. Solo il Bene costruisce altro bene: per evitare il male, bisogna aderire a questo Bene sommo, cioè Cristo.
«Gesù, però, sa che convertirsi non è facile», rassicura il Pontefice. Il Signore non teme neanche la reiterazione dello stesso peccato da parte dell’uomo e «ci offre l’immagine consolante di un albero di fichi che non porta frutti nel periodo stabilito, ma che non viene tagliato: gli si concede altro tempo, un’altra possibilità. A me piace pensare che un bel nome di Dio sarebbe “il Dio di un’altra possibilità”: sempre ci dà un’altra opportunità, sempre, sempre. Così è la sua misericordia».
La presenza del male è assai evidente nella guerra in Ucraina: «non si arresta, purtroppo, la violenta aggressione contro l’Ucraina, un massacro insensato dove ogni giorno si ripetono scempi e atrocità». In linea con quanto affermato nell’esegesi della pagina evangelica del giorno, il Santo Padre ribadisce che «tutto questo è disumano! Anzi, è anche sacrilego, perché va contro la sacralità della vita umana, soprattutto contro la vita umana indifesa, che va rispettata e protetta, non eliminata, e che viene prima di qualsiasi strategia» militare, economica o politica. «Mi consola sapere che alla popolazione rimasta sotto le bombe non manca la vicinanza dei Pastori, che in questi giorni tragici stanno vivendo il Vangelo della carità e della fraternità. Ho sentito in questi giorni alcuni di loro al telefono», per primo il nunzio apostolico, mons. Visvaldas Kulbokas.
Poiché il male è questione anzitutto preternaturale, «invito ogni comunità e ogni fedele a unirsi a me venerdì 25 marzo, Solennità dell’Annunciazione, nel compiere un solenne Atto di consacrazione dell’umanità, specialmente della Russia e dell’Ucraina, al Cuore immacolato di Maria, affinché Lei, la Regina della pace, ottenga al mondo la pace», come promesso nel 1917 in Valle d’Iria. Ancora una volta, come insegna la Genesi, la salvezza dell’umanità passa attraverso l’Immacolata, dal suo grembo, dalle sue mani, dal suo calcagno.
Lunedì, 21 marzo 2022