Victorino Rodríguez y Rodríguez O.P., Cristianità n. 213-214 (1993)
Presentato ufficialmente dal Santo Padre Giovanni Paolo II il 7 dicembre 1992. Prime considerazioni su un’esposizione della dottrina cattolica indicata dal Sommo Pontefice come “norma sicura per l’insegnamento della fede” (Costituzione Apostolica Fidei depositum, dell’11-10-1992, n. 4).
Ormai i cattolici di tutti i paesi hanno davanti il nuovo Catechismus Ecclesiae Catholicae, il Catechismo della Chiesa Cattolica (1), richiesto al Sommo Pontefice Giovanni Paolo II dai Padri del Sinodo Straordinario dei Vescovi svoltosi a Roma dal 24 novembre all’8 dicembre 1985, nel ventesimo anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II (2): infatti, il Santo Padre ne ha approvato ufficialmente il testo il 25 giugno 1992; quindi, l’11 ottobre dello stesso anno, nel trentesimo anniversario dell’apertura del medesimo concilio, ne ha solennemente ordinata la pubblicazione con la costituzione apostolica Fidei depositum (3); finalmente, il 7 dicembre sempre del 1992, lo ha presentato.
Per la realizzazione di questa grande opera — grande anche materialmente, in quanto il testo italiano è di quasi ottocento pagine, con indici dei riferimenti e tematico —, nel 1986, lo stesso Papa aveva nominato una Commissione costituita da sei cardinali e da sei vescovi, presieduta da S. Em. il card. Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Vennero pure istituiti un comitato redazionale di sette vescovi e una segreteria composta da quattro segretari, S. E. mons. Alberto Bovone, S. E. mons. Christoph Schönborn O.P., monsignor Raffaello Martinelli e la signorina Ana Ofelia Fernández. Dal 1986 al 1992 la Commissione ha svolto un lavoro improbo, elaborando redazioni successive sulla base di ventiquattromila “modi” o proposte di modifica ricevute dai vescovi di tutta la Chiesa.
Il miglior dono di Dio
Il 12 ottobre 1992, a Santo Domingo, Papa Giovanni Paolo II, nel discorso rivolto ai vescovi ispanoamericani in occasione dell’inaugurazione della IV Conferenza del CELAM, il Consiglio Episcopale Latino-americano, offriva loro il Catechismo della Chiesa Cattolica “[…] come il miglior dono che la Chiesa può fare ai suoi Vescovi e a tutto il Popolo di Dio […], nel quale si compendia tutta la dottrina che la Chiesa deve insegnare” (4).
Nella stessa occasione, S. E. mons. Alberto Bovone, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, lo presentava in questi termini: “Uno strumento o, meglio, uno strumento autentico per la trasmissione dei contenuti essenziali e fondamentali della fede e della morale cattolica in forma completa, benché sintetica, e, pertanto, non si tratta di una rassegna di opinioni teologiche. Si è avuto cura di non chiudere questioni particolari che sono ancora aperte e che corrispondono alla ricerca e alla riflessione teologica” (5).
Da Papa san Pio V a Papa Giovanni Paolo II
Sulla base del Concilio di Trento, Papa san Pio V si preoccupò di offrire ai vescovi un catechismo di base, detto Catechismo Romano, la cui struttura viene ripresa dal nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica. La Commissione redattrice, composta da quattro vescovi, fu presieduta da san Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, mentre ne fu segretario e principale artefice dell’opera il teologo domenicano portoghese Francisco Foreiro. Il nuovo catechismo ha avuto un numero maggiore di redattori e ha fruito di una maggiore consultazione ecclesiale. Papa Giovanni Paolo II ricorda questo precedente: “Il Catechismo comprenderà quindi cose nuove e cose antiche (cf Mt 13, 52), poiché la fede è sempre la stessa e insieme è sorgente di luci sempre nuove.
“Per rispondere a questa duplice esigenza, il Catechismo della Chiesa Cattolica da una parte riprende l’”antico” ordine, quello tradizionale, già seguito dal Catechismo di san Pio V, articolando il contenuto in quattro parti: il Credo, la sacra Liturgia, con i sacramenti in primo piano; l’agire cristiano, esposto a partire dai comandamenti, ed infine la preghiera cristiana. Ma, nel medesimo tempo, il contenuto è spesso espresso in modo “nuovo”, per rispondere agli interrogativi della nostra epoca” (6).
Espressione qualificata del Magistero
“Espressione qualificata del Magistero”: a giusto titolo, S. E. mons. Alberto Bovone qualifica in questi termini il Catechismo della Chiesa Cattolica (7), un documento pontificio approvato e promulgato dal Papa dopo aver consultato e aver ricevuto il consenso dell’episcopato di tutto il mondo. Quindi, obbliga all’assenso interno e alla non contraddizione esterna, soprattutto sapendo che la maggior parte di quanto contiene è parola rivelata e definita. Non esime da questa responsabilità il fatto che non costituisca una definizione ex cathedra. Infatti, “[…] questo religioso ossequio della volontà e dell’intelligenza lo si deve in modo particolare al Magistero autentico del Romano Pontefice, anche quando non parla ex cathedra, così che il suo supremo magistero sia con riverenza riconosciuto, e con sincerità si aderisca alle sentenze che egli esprime, secondo che fa conoscere la sua intenzione e la sua volontà, che si palesano specialmente sia dalla natura dei documenti, sia dal frequente riproporre la stessa dottrina, sia dal tenore dell’espressione verbale” (8).
Caratteri peculiari del Catechismo
Papa Giovanni Paolo II afferma che “[…] questo Catechismo apporterà un contributo molto importante a quell’opera di rinnovamento dell’intera vita ecclesiale, voluta e iniziata dal Concilio Vaticano II” (9). Questo rinnovamento riguarda in modo assolutamente particolare le discipline teologiche, che devono essere insegnate “[…] alla luce della fede e sotto la guida del Magistero della Chiesa, […] in maniera che gli alunni possano attingere accuratamente la dottrina cattolica dalla divina Rivelazione […].
“Nell’insegnamento della teologia dogmatica, prima vengano proposti gli stessi temi biblici; si illustri poi agli alunni il contributo dei Padri della Chiesa […]. Inoltre, per illustrare integralmente quanto più possibile i misteri della salvezza, gli alunni imparino ad approfondirli e a vederne il nesso per mezzo della speculazione, avendo s. Tommaso per maestro” (10).
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, che è un denso compendio di teologia dogmatico-morale, realizza perfettamente queste direttive conciliari. È turgido di Rivelazione, come provano i 4.278 riferimenti biblici; di Magistero, con 810 citazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II; di sant’Agostino, citato 88 volte; di san Tommaso, cui rimanda 64 volte. Certamente non si dilunga in discussioni e in tesi teologiche di scuola, com’è naturale in un’opera di questa indole, ma favorisce l’accettazione universale da parte di tutti i cattolici senza reticenze. Costituisce anche criterio per sapere che i suoi contenuti non sono aperti a libera discussione. Per esempio, non sono problemi aperti la certezza della fede, la sopravvivenza delle anime dopo la morte, la fecondazione artificiale omologa o eterologa, l’intrinseca immoralità dell’aborto e dell’eutanasia, la non ammissione della donna al sacerdozio, la subordinazione della politica alla morale, e così via.
Le novità maggiori
La prima parte sul Credo o professione di fede è preceduta da una sezione introduttiva con tre capitoli sulla capacità dell’uomo di conoscere Dio, di ascoltare la sua parola e di rispondere a essa credendo. Troviamo grandi linee di antropologia teologica. Nell’esposizione degli articoli della fede in Dio Padre, in Gesù Cristo, nello Spirito Santo, nella Chiesa, nella Santa Vergine Maria, troviamo i migliori risultati degli studi positivi su Trinità, Cristologia, Pneumatologia, Mariologia ed Ecclesiologia.
Nella parte morale si descrivono e si illuminano i valori della libertà e della coscienza morale nella loro problematica attuale di fronte al libertinismo e all’amoralismo. Il testo è particolarmente ricco di cose nuove quanto alla morale sociale e internazionale, dal momento che fa propri i grandi svolgimenti della dottrina sociale della Chiesa nel Magistero Pontificio. Viene adeguatamente sottolineata la responsabilità morale degli Stati di fronte ai diritti fondamentali della persona, della famiglia e della società. Le leggi contrarie alla morale naturale non obbligano e danno fondamento alla rivolta dei cittadini. Il diritto alla vita viene meno nell’ingiusto aggressore, sia individuo che società. Infine, è sapientemente rivendicato il diritto alla verità.
Victorino Rodríguez y Rodríguez O.P.
Note:
(1) Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, testo italiano, Libreria Editrice Vaticana, Roma 1992.
(2) Cfr. La Chiesa nella parola di Dio celebra i misteri di Cristo per la salvezza del mondo. Relazione finale del Sinodo Straordinario. 24 novembre-8 dicembre 1985, II, B, b), 4.
(3) Cfr. Giovanni Paolo II, Costituzione Apostolica Fidei depositum per la pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica redatto dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, dell’11-10-1992.
(4) Idem, Discorso di apertura della IV Conferenza Generale del Consiglio Episcopale Latino-americano Nueva Evangelización, Promoción humana, Cultura cristiana. “Jesucristo ayer, hoy y siempre”, a Santo Domingo, del 12-10-1992, n. 9.
(5) Exposición de monseñor Alberto Bovone sobre el Catecismo de la Iglesia católica, in L’Osservatore Romano, edizione settimanale in lingua spagnola, anno XXIV, n. 45, 6-11-1992.
(6) Giovanni Paolo II, Costituzione Apostolica Fidei depositum per la pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica redatto dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, cit., n. 3.
(7) Exposición de monseñor Alberto Bovone sobre el Catecismo de la Iglesia católica, cit.
(8) Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium, n. 25.
(9) Giovanni Paolo II, Costituzione Apostolica Fidei depositum per la pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica redatto dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, cit., n. 1.
(10) Concilio Ecumenico Vaticano II, Decreto sulla formazione sacerdotale Optatam totius, n. 16.