Hilario Apodaca C.M.F., Cristianità n. 110-111 (1984)
Efficace sunto della enciclica leoniana ed esposizione di quanto accaduto da cento anni a questa parte fra la Chiesa e la massoneria in relazione sia al giudizio sostanziale che alle conseguenze giuridiche di esso. Dal Codice di Diritto Canonico del 1917 a quello del 1984. Il piccolo passo indietro costituito dalla dichiarazione della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede del 26 novembre 1983. Lo studio di padre Hilario Apodaca C.M.F. è comparso, con il titolo Centenario de la «Humanum genus», in Iglesia-Mundo, serie III, n. 274-275, prima e seconda quindicina di aprile 1984, pp. 24-28. La traduzione dallo spagnolo è redazionale.
Anche alla luce della nuova codificazione canonica
Il centenario della «Humanum genus»
Il 20 aprile 1984 è caduto il centenario della enciclica Humanum genus di Leone XIII, riguardante la massoneria. Non si tratta dell’unico documento importante della Chiesa sull’argomento. Un secolo e mezzo prima – il 24 aprile 1738 – Papa Clemente XII pronuncia la prima scomunica, che viene insistentemente ripetuta nel secolo XIX. I Papi Pio VII, Leone XII, Pio VIII, Gregorio XVI e Pio IX continuano a condannare le associazioni massoniche e a mantenere la scomunica lanciata da Clemente XII.
La enciclica di Leone XIII
La Humanum genus è l’ultimo grande documento dei Pontefici relativo alla massoneria. Il fatto è spiegabile perché i Papi del secolo XX hanno incluso la condanna nel Codice di Diritto Canonico vigente fino a ieri. Nonostante questo, Pio X ricordava la condanna nella sua allocuzione concistoriale del 27 novembre 1911 (1), e Pio XII, il 23 maggio 1958, insegnava che «le radici» della apostasia moderna «teoretica, oltre che pratica, vanno ricercate nel progressivo allontanarsi delle correnti del pensiero e dei vari aspetti della cultura dalle verità cristiane: la rottura dell’unità cristiana in Europa, l’ateismo scientifico, il razionalismo, l’illuminismo, il laicismo, il materialismo dialettico, la massoneria. sono alcune fra le cause di questo lento processo di smarrimento intellettuale e morale di cui vediamo oggi le ultime conseguenze» (2).
La condanna della massoneria si trovava nei canoni 684, 2335 e 2336. Nel primo si proibiva ai fedeli di iscriversi ad associazioni segrete. Nel secondo si precisava che quanti si fossero iscritti alla setta massonica incorrevano, per ciò stesso, nella scomunica. Nel terzo erano riunite le pene imposte ai chierici che si fossero iscritti alla massoneria. Avremmo potuto aggiungere il canone 1065, in cui si ordinava di dissuadere i fedeli dai contrarre matrimonio con quanti si fossero iscritti ad associazioni condannate dalla Chiesa, al punto che il parroco non poteva assistere a questi matrimoni senza certe cautele; e il canone 1240, che negava la sepoltura ecclesiastica agii affiliati alla setta massonica, se prima di morire non avessero dato segni di pentimento.
Un ripasso della «Humanum genus»
Ripassiamo brevemente i punti della enciclica, che espone con energica chiarezza i fondamenti e i pericoli della massoneria.
Le due città
Il Papa comincia la sua enciclica facendo riferimento alla Città di Dio di Sant’Agostino, per arrestarsi immediatamente su «quella associazione largamente diffusa e saldamente costituita, detta massoneria», i cui membri «pubblicamente e a viso aperto tramano la rovina della santa Chiesa» (3).
Dovere dei Papi
Di fronte a un rischio così incombente «è Nostro dovere denunciare il pericolo, indicare gli avversari, resistere per quanto possiamo alle loro trame» (4). A questo proposito ricorda i Papi che in precedenza «prontamente riconobbero chi fosse e cosa volesse questo così capitale nemico nel momento stesso in cui cominciava a emergere dalle tenebre della occulta congiura» (5). La previsione dei Papi è stata provata dai risultati. La massoneria in un secolo e mezzo ha acquisito un tale potere «da sembrare quasi dominare negli Stati» (6).
Cosa vuole la massoneria?
Il principale e ultimo dei suoi intenti consiste nel distruggere dalle fondamenta tutto l’ordine religioso e civile istituito dal cristianesimo, elevando a suo modo un ordine nuovo con fondamenti e leggi ricavate dal naturalismo (7).
Lotta di Leone XIII contro i princìpi, non contro le persone
Tutto quanto detto si deve intendere della setta massonica considerata in sé stessa, e non in ciascuno dei suoi seguaci, tra i quali possono esservi molti che ne «ignorino […] lo scopo finale» (8). Anche alcune associazioni unite alla massoneria non approveranno certe conclusioni, ma questa «deve essere giudicata non tanto sulla base degli atti e delle azioni compiutamente realizzate, quanto sulla base del complesso dei suoi princìpi» (9).
Conseguenze del naturalismo
Il principio fondamentale della massoneria è che la natura e la ragione umana devono essere sovrane e maestre in tutto. Trascura i doveri verso Dio oppure ha di essi concezioni vaghe ed erronee; nega ogni rivelazione divina; non ammette dogmi religiosi, né verità alcuna che non possa essere compresa dalla umana ragione, né maestro al quale si debba credere per l’autorità della sua funzione. Da ciò il suo odio nei confronti della Chiesa cattolica (10). E da ciò il suo impegno nel portare a realizzazione le sue teorie naturalistiche, annullando ogni ingerenza del Magistero e della autorità della Chiesa (11). La sua rabbia si manifesta specialmente contro la Sede Apostolica, alla quale ha tolto il suo regno temporale, e tenta di sopprimere la sacra potestà del Pontefice e di distruggere completamente il Pontificato, istituzione di diritto divino (12).
Attraverso la cattura di incauti verso l’indifferentismo religioso
Gli adepti non vengono obbligati ad abiurare espressamente la fede cattolica, ma questo è per essa di maggiore utilità. Anzitutto perché questa è la via per ingannare i semplici e gli incauti, attirandone molti; poi perché, aprendo le sue braccia a chiunque di qualsiasi religione, riesce a introdurre l’indifferentismo religioso e la uguaglianza di tutti i culti: si tratta di un comportamento molto opportuno nei confronti di ogni religione e soprattutto nei confronti di quella cattolica che, essendo la unica vera, non può essere messa sullo stesso piano delle altre senza somma ingiuria (13).
Dio, la famiglia e la educazione
I massoni confessano generalmente la esistenza di Dio, ma essi stessi testimoniano che questa verità non è impressa nella mente umana con fermo e stabile assenso di giudizio. Non nascondono che il problema di Dio è fonte di grandissima discordia fra loro. Indebolito questo fondamento principale, restano vacillanti le altre verità conosciute attraverso la legge naturale, come la esistenza di tutto per libera volontà di Dio Creatore, la Provvidenza che regge il mondo, le anime che non muoiono, la vita eterna … (14).
Logicamente, dopo queste premesse viene meno ogni vita soprannaturale e rimangono turbati i costumi, che hanno come base la legge naturale, dal momento che vengono a mancare direttamente il fondamento e la difesa del giusto e dell’ingiusto. Il matrimonio, per i naturalisti, è solamente un contratto. Può essere sciolto quando i contraenti vogliano, e l’autorità civile ha potere sul vincolo matrimoniale. La stessa cosa pensano e tentano di mettere in pratica i massoni, che si sono proposti, con straordinaria intensità di volontà, di accaparrarsi la educazione dei giovani. Nulla lasciano al Magistero e alla vigilanza della Chiesa, e hanno ottenuto in diversi paesi che nella educazione dei giovani non si dica nulla dei grandi e sacri doveri che legano l’uomo a Dio (15). «Infatti, l’unica morale approvata dalla famiglia massonica e nella quale, secondo essa, deve essere educata la gioventù, è quella che chiamano civile, indipendente e laica: ossia, che prescinde totalmente da ogni idea religiosa», con le fatali conseguenze che già si lamentano (16). E poiché negano che il nostro progenitore abbia peccato, i naturalisti e i massoni pensano che il libero arbitrio non sia inclinato al male; al contrario, il principio e la norma di giustizia si trovano nella natura. E poiché si toglie ogni speranza di beni celesti, si pone ogni genere di stimoli agli appetiti dell’uomo (17).
Princìpi di scienza politica
I naturalisti sostengono come dogma che tutti gli uomini hanno uguali diritti e sono in tutto di uguale condizione. Nessuno ha diritto di comandare a un altro; e pretendono che ogni autorità che non venga da loro stessi sia una violenza. Tutto è nelle mani del popolo libero. L’autorità esiste per mandato oppure per concessione del popolo. Se muta la volontà popolare, è lecito detronizzare i principi anche con la forza. Bisogna che lo Stato sia ateo, dal momento che non vi è ragione per anteporre una religione alle altre (18). Però, tolto il timore di Dio e le leggi divine, ne deve seguire la rovina di tutte le cose. E questa rovina è quella che scrupolosamente tramano le masse di comunisti e di socialisti, al cui disegno non si potrà dire estranea la setta dei massoni, dal momento che concorda con esse nei dogmi principali (19).
Insinuandosi fra i principi e fingendosene amici, i massoni hanno mirato a conquistarli come compagni e collaboratori potenti per opprimere la religione cattolica. Sfruttata l’audacia e la sicurezza, hanno incominciato a intervenire nel regime delle nazioni, pronti a scuotere le fondamenta degli imperi e a detronizzare i principi, quando questi non si mostrino disposti a governare secondo la volontà della setta (20). In modo non diverso hanno ingannato i popoli, adulandoli, chiedendo a gran voce libertà e mostrando a essi che non erano usciti dalla loro miseria per colpa della Chiesa e dei monarchi. Così hanno ingannato il popolo, spingendolo a combattere contro entrambi i poteri (21).
Leone XIII termina la enciclica indicando i rimedi dottrinali e insistendo soprattutto sulla educazione della gioventù.
Dal Codice di Diritto Canonico del 1917 a quello del 1984
Come abbiamo visto, il Codice di Diritto Canonico del 1917 era sufficientemente esplicito in tema di massoneria. L’indice analitico-alfabetico alla parola «associazioni» era ampiamente eloquente per confermarci sul punto. Ebbene, per quanto scorriamo l’indice analitico dell’attuale Codice del 1984, né sotto la voce «associazioni» né sotto la voce «società» troveremo lumi al nostro fine. Esiste solamente un canone, il 1374, che dice testualmente: «Chi dà il nome ad una associazione, che complotta contro la Chiesa, sia punito con una giusta pena; chi poi tale associazione promuove o dirige sia punito con l’interdetto». Come si è giunti alla mitezza di questo canone …? Facciamo un poco di storia contemporanea.
Il fumo di Satana si infiltra
Nel gennaio del 1968, la stampa occidentale diffuse una decisione dell’episcopato scandinavo, con la data dell’ottobre del 1966. Tale decisione permetteva ai vescovi scandinavi di concedere l’autorizzazione ai massoni, che volessero entrare nella Chiesa cattolica, a restare massoni. Si fece credere che presto sarebbe comparsa una dichiarazione pontificia in tale senso, ma il 19 marzo 1968 la Radio Vaticana smentì le voci come prive di fondamento. Ma la confusione si era infiltrata nella Chiesa, con una iniziale vittoria da parte della massoneria. Le voci non cessano finché la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, il 17 febbraio 1981, fa riferimento a una misteriosa lettera diretta dalla stessa congregazione ad alcune conferenze episcopali unicamente con la intenzione di interpretare il canone 2335. Nella dichiarazione si dice, facendo riferimento alla lettera che ha dato origine a tutta la confusione: «Poiché la suddetta lettera, divenuta di dominio pubblico, ha dato luogo a interpretazioni errate e tendenziose, questa Congregazione, senza voler pregiudicare le eventuali disposizioni del nuovo Codice, conferma e precisa quanto segue:
«1. non è stata modificata in alcun modo l’attuale disciplina canonica che rimane in tutto il suo vigore;
«2. non è quindi stata abrogata la scomunica né le altre pene previste;
«3. quanto nella suddetta lettera si riferisce alla interpretazione da dare al canone in questione deve essere inteso, come era nelle intenzioni della Congregazione, solo come un richiamo ai principi generali della interpretazione delle leggi penali per la soluzione dei casi di singole persone che possono essere sottoposte al giudizio degli Ordinari. Non era invece intenzione della Congregazione rimettere alle Conferenze Episcopali di pronunciarsi pubblicamente con un giudizio di carattere generale sulla natura delle associazioni massoniche che implichi deroghe alle suddette norme» (22).
Che cosa diceva la lettera «pietra dello scandalo»?
Il paragrafo principale relativo al nostro oggetto ricordava che la legge penale non deve essere interpretata in senso stretto: «Per tal motivo si può sicuramente insegnare ed applicare l’opinione di quegli autori i quali ritengono che il suddetto canone 2335 tocchi soltanto quei cattolici iscritti ad associazioni che veramente cospirano contro la Chiesa» (23). Questo è il principio dal quale deriva ogni stato di confusione e che, in sostanza, è passato nel nuovo Codice Canonico.
In questo non appare espressamente in nessun canone la parola «massoneria», oppure la frase «sette massoniche». Inoltre, il canone 1374 sembra confermare i princìpi della lettera precedentemente citata. Recita così: «Chi dà il nome ad una associazione, che complotta contro la Chiesa, sia punito con una giusta pena; chi poi tale associazione promuove o dirige sia punito con l’interdetto». Secondo questo canone dobbiamo intendere che chiunque si iscrive alla massoneria non cade nella scomunica come accadeva nel diritto canonico precedente. Il canone sembra più ampio, dal momento che parla di una «associazione» che complotta contro la Chiesa, e le domande si susseguono: che cosa significa «complottare»? Secondo il vocabolario il termine «complottare», che traduce il latino machinari, significa «ordire, tramare qualche cosa nascostamente e artificiosamente». Così, di passaggio, vediamo la proprietà con cui si è espresso Leone XIII dicendo che i massoni, senza dissimulare più i loro intenti, «pubblicamente e a viso aperto tramano la rovina della santa Chiesa» (24). Oggi, posta la dottrina del nuovo Codice, dobbiamo considerare le sette massoniche come intrinsecamente perverse perché hanno tra i loro fini la distruzione della Chiesa? La massoneria, almeno nei suoi fini principali, è identica in tutti i paesi? Cosa possiamo dire di una massoneria che non complotta direttamente contro la Chiesa, ma porta necessariamente alla indifferenza religiosa da parte dei suoi affiliati? Il Codice attuale ordina che gli iscritti alla massoneria siano puniti con giusta pena, che il canone non determina. Questo significa che tale pena dovrebbe essere determinata da una legge particolare, da parte dei vescovi, che dovrebbero tenere conto di tutte le circostanze in cui operano le associazioni massoniche nel paese. Si potrebbe ammettere in concreto la efficacia di questa norma?
Leone XIII aveva ragione
Leone XIII è partito direttamente e senza incertezze dai princìpi massonici immutabili, senza bisogno di chiarimenti circa la loro dottrina. Oggi abbiamo una prova incontestabile del fatto che il grande Pontefice era nel giusto. Infatti, per sei anni, dal 1974 al 1980, si sono svolte conversazioni ufficiali, caratterizzate da grande sincerità, tra la Chiesa cattolica e la massoneria tedesca. Si trattava di studiare la compatibilità tra la appartenenza alla Chiesa cattolica e la contemporanea iscrizione alla massoneria. Dopo pazientissimi studi e dopo avere messo le carte in tavola, si è giunti alla conclusione finale che, nonostante i cambiamenti accidentali, la massoneria non ha mutato la sua essenza. Le indagini svolte sui rituali massonici, sulla specificità massonica, e sulla idea, per altro non mutata, che la massoneria ha di sé stessa, hanno mostrato chiaramente che l’appartenenza alla Chiesa cattolica e contemporaneamente alla massoneria si escludono reciprocamente. Le ragioni della incompatibilità si basano sul concetto massonico di relativismo, convinzione fondamentale per i massoni, e dal quale derivano i concetti di verità, religione, Dio, rivelazione, ecc. E non si tratta di una massoneria «ostile» alla Chiesa, ma di una massoneria «benevola» nei confronti della Chiesa. Ebbene, anche così, e forse a maggiore ragione, le difficoltà sono insuperabili, perché riguardano i fondamenti della esistenza cristiana (25).
La Chiesa fa un passo indietro, ma più piccolo
Il 29 novembre 1983, prima domenica di Avvento, entrava in vigore il nuovo Codice di Diritto Canonico, le cui nebulose allusioni alla massoneria abbiamo indicato. Ebbene, tre giorni prima, il 26 dello stesso mese, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, con approvazione e per mandato del Sommo Pontefice, pubblicava il decreto in cui si risponde alla obiezione se la Chiesa ha cambiato il suo giudizio riguardo alla massoneria. Il documento puntualizza: «rimane […] immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione» (26). Il documento non fa distinzione tra massoneria e massoneria, e proibisce che qualsiasi autorità locale possa essere giudice di questa distinzione.
Leone XIII troncava definitivamente ogni discussione quando affermava che «quanto abbiamo detto […] deve intendersi della setta massonica considerata in sé stessa […], ma non dei singoli seguaci […]. Infatti, nel loro numero se ne possono trovare, e non pochi, che […] ignorino anche lo scopo finale» (27). Questa dottrina che salva i princìpi e fonda in essi una legge di «pericolo generale», una volta modificata dalla teoria di salvare gli individui da una pena, con pregiudizio per i principi, ha creato l’attuale stato di confusione.
Dopo la lettera della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede del 26 novembre 1983 il fumo non è scomparso totalmente, ma almeno sappiamo che un massone è uno scomunicato nel senso più profondo, in quanto non può partecipare con gli altri fedeli alla più soave mensa comune, la mensa eucaristica.
Hilario Apodaca C.M.F.
Note:
(1) Cfr. SAN PIO X, Allocuzione concistoriale Gratum quidem, del 27-11-1911, in Actes de Pie X, Bonne Presse, Parigi s.d., vol. VII, pp. 151-159.
(2) PIO XII, Norme alla VIII Settimana Nazionale di Aggiornamento Pastorale, fatte pervenire con lettera di mons. Angelo Dell’Acqua, sostituto della Segreteria di Stato, a mons. Giovanni Battista Montini, arcivescovo di Milano, del 23-5-1958, in L’Osservatore Romano, 29-6-1958.
(3) LEONE XIII, Enciclica Humanum genus, del 20-4-1984, n. 1.
(4) Ibid., n. 2.
(5) Ibid., n. 3.
(6) Ibid., n. 5.
(7) Cfr. ibid., n. 8.
(8) Ibid., n. 9.
(9) Ibidem.
(10) Cfr. ibid., n. 10.
(11) Cfr. ibidem.
(12) Cfr. ibidem.
(13) Cfr. ibidem.
(14) Cfr. ibid., n. 11.
(15) Cfr. ibid., n. 12.
(16) Ibidem.
(17) Cfr. ibid., n. 13.
(18) Cfr. ibid., n. 17.
(19) Cfr. ibid., n. 18.
(20) Cfr. ibid., n. 19.
(21) Cfr. ibidem.
(22) SACRA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Dichiarazione del 17-2-1981, in L’Osservatore Romano, 2/3-3- 1981.
(23) IDEM, Lettera all’arcivescovo di Filadelfia (USA), del 19-7-1974, trad. it., in La Civiltà Cattolica, anno 125, n. 2984, 19-10-1974, p. 159.
(24) LEONE XIII, doc. cit., n. 1.
(25) Cfr. CONFERENZA EPISCOPALE TEDESCA, Dichiarazione circa l’appartenenza di cattolici alla massoneria, del 28-4-1980, trad. it., in Cristianità, anno VIII, n. 66, ottobre 1980.
(26) SACRA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Dichiarazione sulla massoneria, del 26-11-1983, in L’Osservatore Romano, 27-11-1983.
(27) LEONE XIII, doc. cit., n. 9.