Di Michele Brambilla
Come si insegna nelle scuole, l’anno civile corrisponde all’arco temporale che la Terra impiega per ruotare attorno al Sole. L’uomo postmoderno tende, però, a dimenticarsi che anche le realtà più quotidiane sono un dono preziosissimo del Creatore. Lo rimarca con forza Papa Francesco alla recita dell’Angelus del 1° gennaio 2020: «non è scontato che il nostro pianeta abbia iniziato un nuovo giro intorno al sole e che noi esseri umani continuiamo ad abitarvi. Non è scontato, anzi, è sempre un “miracolo” di cui stupirsi e ringraziare», perché è un nuovo tempo che ci viene dato per incontrare la misericordia di Dio e convertirci a Lui.
Ogni 1° gennaio il credente ringrazia il Signore dei doni ricevuti nell’anno precedente e inizia quello successivo «[…] con lo stesso atteggiamento di gratitudine e di lode». In più, «nel primo giorno dell’anno la Liturgia celebra la Santa Madre di Dio, Maria, la Vergine di Nazareth che ha dato alla luce Gesù, il Salvatore». La data del 1° gennaio, infatti, segna il culmine dell’Ottava di Natale, che ci ricorda che «quel Bambino è la Benedizione di Dio per ogni uomo e donna, per la grande famiglia umana e per il mondo intero». «Gesù non ha», infatti, «tolto il male dal mondo ma lo ha sconfitto alla radice» nella Sua Pasqua. La morte e la risurrezione di Gesù hanno impresso un nuovo significato al tempo, «per questo contemplando il Presepe noi vediamo, con gli occhi della fede, il mondo rinnovato, liberato dal dominio del male e posto sotto la signoria regale di Cristo, il Bambino che giace nella mangiatoia» e viene cullato da Colei che più rappresenta il progetto originario di Dio sull’umanità.
Il Pontefice descrive l’azione di Maria nel mondo e nella Chiesa come un continuo additare l’unico Salvatore del genere umano: «[…] come ci benedice, la Madonna? Mostrandoci il Figlio. Lo prende tra le braccia e ce lo mostra, e così ci benedice». Francesco sottolinea che «Gesù, come cantarono gli Angeli a Betlemme, è la “gioia per tutto il popolo”, è la gloria di Dio e la pace per gli uomini (cfr Lc 2,14). E questo è il motivo per cui il Santo Papa Paolo VI ha voluto dedicare il primo giorno dell’anno alla pace – è la Giornata della Pace –, alla preghiera, alla presa di coscienza e di responsabilità verso la pace».
La Giornata mondiale della Pace non è quindi l’esaltazione del pacifismo mondano, privo di riferimenti al trascendente. Il vero garante della pace è infatti il Signore Gesù Cristo: «Gesù è la benedizione per quanti sono oppressi dal giogo delle schiavitù, schiavitù morali e schiavitù materiali. Lui libera con l’amore», cioè con la misura sovrabbondante della Sua misericordia. «Il mio pensiero», dice il Santo Padre , «va anche ai tanti volontari che, nei luoghi dove la pace e la giustizia sono minacciate, scelgono con coraggio di essere presenti in forma nonviolenta e disarmata; come pure ai militari che operano nelle missioni di pace in molte zone di conflitto». Sono tutte azioni che in vario modo rendono già presente e operante il Regno di Dio negli eventi della storia umana.
Giovedì, 02 gennaio 2020