Il campeggio itinerante per i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori di Alleanza Cattolica è stato organizzato quest’anno lungo il tratto toscano della Via Francigena, con ritrovo nella città di Siena il 27 luglio e arrivo a Lucca una settimana dopo
di Vittorio Colella Albino
Il campeggio itinerante, in forma di pellegrinaggio, proposto quest’anno da Alleanza Cattolica per i ragazzi delle scuole secondarie di II grado è iniziata con un intenso momento di adorazione eucaristica dinanzi al Miracolo Eucaristico delle Sacre Particole, custodite nella maestosa basilica di San Francesco a Siena. Grazie alla affettuosa disponibilità e cortesia del Padre Guardiano della basilica, i ragazzi e gli accompagnatori hanno avuto l’opportunità di osservare da vicino la pisside contenente le Sacre Particole e di restare in silenziosa adorazione per oltre un’ora, dopo una breve spiegazione della storia del miracolo che stavano contemplando.
In effetti il Miracolo Eucaristico di Siena, pur essendo «una delle più grandi meraviglie di Cristo sulla terra» come lo ebbe a definire lo scrittore danese Giovanni Jorgensen, autore tra l’altro di importanti biografie di San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena, è ancora oggi un miracolo sconosciuto ai più.
Le Sacre Particole sono 223 ostie consacrate che, contrariamente a qualsiasi legge della fisica, della chimica e della biologia, sono incorrotte – si conservano cioè intatte ed in un perfetto stato di conservazione – dal 14 agosto 1730.
Quel giorno era la vigilia della festa di Maria Assunta, patrona di Siena. Nel tardo pomeriggio, la grandissima maggioranza dei senesi si era recata nel Duomo per onorare la Vergine con un cero votivo, in ossequio ad un voto fatto alla Vergine nel 1200; approfittando del fatto che la basilica di San Francesco, così come tutte le altre chiese della città, era deserta, alcuni ignoti ladri vi entrarono e rubarono la pisside, contenente 351 Ostie consacrate.
Il furto sacrilego venne scoperto dai frati francescani il mattino successivo, durante la celebrazione della S. Messa, provocando un’ondata di sdegno e disapprovazione che condusse anche alla sospensione del Palio, previsto per il giorno successivo. Le Ostie furono ritrovate, casualmente, la mattina del 17 agosto nella vicina chiesa di S. Maria in Provenzano, dentro la cassetta delle elemosine, in mezzo a polvere e ragnatele. Furono devotamente ripulite, esaminate e debitamente identificate come quelle rubate; l’arcivescovo promosse pertanto una solenne processione di riparazione per riportare le Ostie dalla chiesa di Provenzano alla basilica di San Francesco. Le cronache dell’epoca descrivono nel dettaglio la processione per esaltarne la particolare solennità e la enorme e gioiosa partecipazione di tutto il clero, delle autorità e del popolo.
Oggi, a distanza di quasi 300 anni da quegli avvenimenti, non riusciamo ad immaginare l’entusiasmo di una intera città per il ritrovamento di quelle Ostie consacrate. Oggi la stragrande maggioranza dei cittadini, dopo aver letto la notizia su qualche sito, se la dimenticherebbe in un istante. A Siena, la città della Vergine, nel 1730 non fu così: il dolore e lo sdegno coinvolsero tutta la città. La devozione, la partecipazione, il desiderio di riparazione di quei giorni segnarono in qualche modo l’inizio di una devozione al miracolo eucaristico che dura ancora oggi.
Ciò che i fedeli che parteciparono quel giorno alla processione di riparazione non potevano certamente immaginare era che quelle Ostie si sarebbero conservate per quasi 300 anni «ancora fresche, intatte, fisicamente incorrotte, chimicamente pure» senza presentare «alcun principio di corruzione». Se in un primo momento le Ostie furono semplicemente conservate, e quasi dimenticate, dopo ben 50 anni, con la prima ricognizione ufficiale, si iniziò a parlare di una «specie di vero prodigio», con riferimento al fatto che le ostie si «fossero conservate incorrotte senza veruna alterazione».
Nel corso dei secoli sono state effettuate molte altre ricognizioni ufficiali, le ultime delle quali sono state effettuate nel 1914, nel 1952 e nel 2014 alla presenza di commissioni di esperti, che hanno sempre confermato lo stato di perfetta conservazione e di mancanza di segni di alterazione. Scientificamente non spiegabile, il fenomeno delle Sacre Particole, secondo quanto affermato nel 1914 dal prof. S. Grimaldi, «inverte le leggi naturali della conservazione della materia organica. È un fatto unico conservato negli annali della scienza».
Attualmente sono rimaste 223 ostie: le altre sono state utilizzate per effettuare, nel corso delle varie ricognizioni, le analisi chimiche e fisiche necessarie anche a valutarne commestibilità e gusto.
Ciò che caratterizza il Miracolo Eucaristico delle Sacre Particole di Siena è la sua continuità nel tempo: mentre gli altri miracoli eucaristici si sono misteriosamente compiuti in un dato momento temporale, quello di Siena è un miracolo che si perpetua da quasi tre secoli, confermando agli occhi del nostro mondo distratto la presenza di Cristo, con il suo corpo, il suo sangue, la sua anima e la sua divinità in quelle Ostie che sfidano le leggi della fisica. Non a caso, recandosi in pellegrinaggio a Siena il 14 settembre 1980, lo stesso Pontefice, oggi santo, Giovanni Paolo II, dopo aver sostato in adorazione davanti alle reliquie del miracolo, disse unicamente: «è la Presenza!». La presenza di Gesù che anche i nostri ragazzi, alla ricerca del Suo Volto, durante quella commovente ora di intensa e silenziosa adorazione hanno sentito come viva e vera.
Sabato, 3 agosto 2024