Cronaca di un pellegrinaggio vero, autentico e che è solo all’inizio.
di Francesca Morselli
Dal 30 luglio al 9 agosto si è svolto il pellegrinaggio dei ragazzi di Alleanza Cattolica per presiedere alla GMG di Lisbona. Sono partiti da Milano carichi di zaini, sacchi a pelo, entusiasmo e fede, con la voglia di condividere questa grande avventura che li avrebbe portati al “campo della Grazia”, all’incontro con il Santo Padre. Ho avuto la fortuna di seguire questo pellegrinaggio da una postazione assolutamente privilegiata: come cambusiera a seguito dei 100 ragazzi; per 10 giorni io e altri tre valorosi cambusieri (Sabina, Davide e Danilo) abbiamo “spiato” i loro spostamenti, i loro giochi, le loro fatiche (dormire per terra, avere un bagno ogni 50 ragazzi….) la loro voglia di stare insieme, di pregare, di divertirsi ma anche di sapersi racchiudere in un silenzio profondo durante le celebrazioni o le relazioni.
Seguire i loro rosari e i loro schiamazzi è stato per noi linfa vitale e ci ha fatto capire che eravamo veramente tra “la meglio gioventù” (P.P. Pasolini). Il loro viaggio si è suddiviso a tappe tra la Spagna e il Portogallo sulle tracce della vita di Sant’Ignazio di Loyola, toccando le città di Monserrat, dove Ignazio ha deposto le armi, Manresa, dove ha vissuto per undici mesi, consolidando la sua vita spirituale, Burgos e Salamanca, dove Ignazio ha studiato, per poi passare per Fatima, fino ad arrivare all’incontro, con un altro milione e mezzo di ragazzi a Lisbona, con il Santo Padre per la Via Crucis, la veglia ed infine la Santa Messa.
Il pellegrinaggio si è concluso poi a Loyola, paese natale di Ignazio con il santuario a lui dedicato, ed infine ad Hondarribia, grazioso centro turistico sull’oceano Atlantico, per ritemprare i ragazzi.
Il viaggio nella Spagna cattolica si è concretizzato attraverso quelle meravigliose testimonianze che sono le cattedrali gotiche e barocche e le cittadine medievali, baluardi di antico splendore e di civiltà cristiana in un tempo in cui la cristianità era il collante tra i popoli europei. Abbiamo però fortunatamente potuto constatare che questo legame esiste ancora: le persone che abbiamo incontrato sul nostro cammino ci hanno parlato di questo, di una corda invisibile che ci lega al di là delle differenze linguistiche e al di là degli stati di appartenenza. Proprio l’amore per Cristo e per la Chiesa unisce i popoli e le persone e fa sì che anche senza parole ci si possa abbracciare e aiutare. L’abbiamo sperimentato sia noi che i ragazzi, quando, vicino a Fatima, la popolazione di un piccolo paesino ha voluto stare con noi, pregare con noi e accompagnarci con canti e preghiere sulla via di Fatima, facendoci capire quale sia il senso del termine “condivisione” e costringendoci a lasciare questo piccolo villaggio con gli occhi umidi ma il cuore ricolmo di gioia.
Purtroppo noi cambusieri non c’eravamo a Lisbona, ci siamo ritirati abbandonando i nostri ragazzi all’organizzazione della GMG, ma li abbiamo ritrovati dopo tre giorni stanchi ed affamati ma con tanto entusiasmo e vitalità, dopo l’esperienza indimenticabile dell’incontro col Papa e con più di un milione di ragazzi venuti da tutto il mondo. Anche qui hanno potuto sperimentare il senso di appartenenza alla Chiesa, trovandosi a recitare il rosario e a passare la notte con ragazzi che letteralmente venivano all’altra parte del mondo.
Dopo 5000 km e 10 giorni il viaggio si è concluso a Milano tra abbracci e lacrime. Ora gli sporchi zaini dei ragazzi sono riempiti anche di tante emozioni, ricordi e un’infinita volontà di ricreare quelle “tende” notturne per stare vicino al Signore (Mc 9, 2-10) ancora una volta tutti assieme. Salutandosi si ripetono a vicenda che il pellegrinaggio non è finito qui, ma continua nelle loro vite e li tiene uniti anche se sono distanti.
Poi un’improvvisa drammatica notizia li riavvicina tutti: Samuele, un ragazzo dello staff della GMG, amato da tutti perché relatore capace, musicista eclettico, dotato di spirito dinamico e fede tangibile, improvvisamente il 15 agosto, nel giorno di Santa Maria Assunta, viene chiamato dal Signore in Cielo in circostanze che umanamente sembrano incredibili, ma che forse lui, come era trapelato da mezze parole dette ad amici, aveva considerato nel suo intimo.
Proprio mentre tanti ragazzi lo ammiravano e lo eleggevano, in cuor loro, guida per la loro vita, il Signore sceglieva per lui un cammino diverso, più grande: un vero compimento a testimoniare che davvero siamo fatti per una vita definitiva e migliore.
Il pellegrinaggio non finisce qui.
Sabato, 26 agosto 2023