Bicentenario del primo sogno di san Giovanni Bosco, autonomia differenziata e Dottrina Sociale della Chiesa, la libertà di coscienza che non c’è nel PD, il tentativo di salvare davvero l’Africa
di Luca Bucca
– Oggi, festa di san Giovanni Bosco, nell’anno del bicentenario del primo celebre sogno del santo dei giovani. Un sogno che lascia un insegnamento ancora attuale per gli evangelizzatori del XXI secolo. Perché l’evangelizzatore, tentato di percorrere la strada dell’aggressività, deve sempre ricordare che le anime si conquistano «non con le percosse, ma con la mansuetudine e con la carità», restando sempre fedele alla Chiesa «con l’ubbidienza», pregando, ma anche con l’altrettanto necessario «acquisto della scienza» e, quando qualcosa non appare subito chiara, confidando nella promessa che «a suo tempo tutto comprenderai».
– Il ddl sulla cosiddetta autonomia differenziata, votato al Senato il 23 gennaio, passa adesso in discussione alla Camera. Se sarà definitivamente approvato, darà attuazione a quanto previsto sul tema dall’art. 116 della Costituzione, come riformato nel 2001 dall’allora maggioranza di centrosinistra. Sarà in un certo senso il centrodestra di oggi a portare a compimento una riforma iniziata oltre vent’anni fa dal centrosinistra, che oggi invece stranamente si oppone. In ogni caso l’augurio e la speranza è che nel trattare temi come l’autonomia e il federalismo, ma non solo, si mettano da parte pregiudizi ideologici e posizioni partigiane e ci si ispiri ai principi di solidarietà e sussidiarietà come proposti dalla Dottrina sociale della Chiesa.
– Lasciare libertà di coscienza sui temi etici a volte può celare l’ipocrisia di non volere affrontare determinate questioni o prendere posizione. Un rischio che comunque non si corre dalle parti del PD, partito nel quale il consigliere regionale veneto Anna Maria Bigon è stato sanzionato con la revoca dell’incarico di vicesegretario provinciale di Verona per essersi astenuta durante la votazione della legge regionale sul fine vita, contribuendo così a che il provvedimento non venisse approvato. Quanto valga la libertà di coscienza in certi partiti è più che evidente.
– Il Piano Mattei per l’Africa, promosso dal governo italiano, che ha avuto un primo momento importante nel vertice con i Paesi africani del 29 gennaio in Senato, se riuscirà a realizzare quanto negli intenti sarà un progetto con tutte le carte in regola per passare alla storia. Se non si dovesse riuscire a concretizzarlo (le incognite, gli imprevisti e le situazioni di instabilità sono comunque tante e significative), si tratta in ogni caso di una strada tracciata per chi adesso e in futuro vorrà davvero fare qualcosa per il bene dell’Africa.
Mercoledì, 31 gennaio 2024