Il francescanesimo è presente nella monumentale opera del filosofo tedesco-statunitense della politica Eric Voegelin (1901-1985) come momento di snodo fondamentale tra la prospettiva politica antica e medioevale da un lato e il ritorno, sub specie philosophiae, dello gnosticismo con la Modernità dall’altro. L’autrice segue l’interpretazione che il pensatore dà del movimento francescano, principalmente nel secondo volume di History of Political Idea: The Middle Age to Aquinas (1944), in connessione con la prospettiva teologica di Gioacchino da Fiore (1135-1202) e quindi del gioachimismo. Da un lato emerge che «l’indagine sulla figura di Francesco d’Assisi serve a Voegelin per approfondire un percorso speculativo dedicato all’esame delle ideologie totalitarie e della crisi della modernità; ovvero per elaborare un vero e proprio paradigma interpretativo teso ad afferrare il complesso rapporto tra religione e politica» (p. 9). Dall’altro si fa valere, al di là della figura del Poverello d’Assisi (1181/1182-1226), il fatto che la sua spinta ideale e religiosa «può subire torsioni e forzature, innescando soluzioni immanentistiche, ovvero il concretizzarsi di una politica soteriologica volta a realizzare aspettative salvifiche, fini metapolitici in terra» (p. 12).
Tenendo conto di questo quadro, scorrono i tre capitoli del testo. Nel primo, Francesco d’Assisi, l’ordine politico medievale e l’attesa di un’età nuova, l’esperienza religiosa del santo e del movimento minoritico successivo alla sua morte viene inserita nel cambiamento di epoca occorso nella Cristianità medioevale, stante la crisi di due istituzioni di riferimento: la Chiesa Cattolica e l’Impero. La proposta di Francesco, vista in connessione con la carica millenarista di Gioacchino da Fiore, pone in discussione non solo la prassi religiosa corrotta degli ecclesiastici del tempo, ma anche questioni direttamente politiche. Sulla scia di Voegelin, l’autrice propone dunque la tesi secondo cui vi è un nesso tra simbolismo spirituale e ideologia. In altri termini, «il confine tra riforma e rivoluzione è […], molto sottile e la vicenda stessa del francescanesimo esprime bene come il rinnovamento della vita religiosa inseguito dalla prima comunità francescana possa facilmente sconfinare nella ricerca di uno stato di perfezione sociale ed istituzionale in terra» (p. 33).
Nel secondo capitolo, Spirituali e gioachimismo, vengono analizzate le proposte della corrente “spirituale” del francescanesimo, ossia di quell’interpretazione della religiosità Francescana che assume caratteri utopistici e sovversivi, in chiara connessione con la teologia gioachimita che postula un’«era dello Spirito» in cui si realizzare, in qualche modo, il paradiso terrestre, immanentizzando così l’eschaton cristiano. In questo senso vi è una condanna dell’istituzione della Chiesa, a favore di una comunità di perfetti (l’ordine francescano), il cui profeta e araldo è individuato in Francesco. Risulta allora chiaro che «la renovatio evangelica francescana, collegandosi al pensiero dell’abate florense assume nel corso del tempo caratteristiche che trasformano l’originario messaggio del santo» (p. 65).
Il terzo capitolo, Apocalisse e gnosticismo, si spinge infine alla radice teorica e alla necessità interpretativa voegelineana del francescanesimo. Tale strategia ermeneutica risponde alla sua analisi tipica delle religioni politiche moderne, ovvero le ideologie totalitarie del secolo XX. Queste assumono dimensione di «religione secolare» presentando caratteristiche pressoché simili l’una all’altra, giacché accomunate dalla prospettiva gnostica secondo cui il «mondo nuovo» e perfetto si realizza solo all’interno dell’orizzonte immanente: «comunismo, fascismo e nazionalsocialismo sono, perciò, dottrine religiose immanenti che hanno costruito il proprio mito di palingenesi terrena, i propri principi di fede in un sistema sociale logico e definitivo» (p. 71).
Nell’analisi voegeliniana, pertanto, un punto fondamentale della genealogia delle ideologie contemporanee è rappresentato da un universo di simboli apocalittico-millenaristici, di cui certamente fanno parte la teologia di Giocchino da Fiore e la corrente spiritualista del francescanesimo, malgrado appunto la figura storica di Francesco d’Assisi: «l’assisiate rimane nell’ambito dell’escatologia tradizionale, sono, invece gli Spirituali ad essere interpreti di una “nuova età”, di un futuro escatologico che ha compimento nella storia» (p. 94).
Consigliabile per la comprensione di alcuni aspetti della crisi dell’Occidente, a partire dalla Modernità e sfociata nelle proposte ideologiche del secolo XX
Categoria:Saggio
Autore:Nicoletta Stradaioli
Pagine: 102 pp
Prezzo: € 13,00
Anno: 2014
Editore:Carocci, Roma
ISBN: 9788843074549