Di Marina Casini da Famigliacristiana.it del 17/02/2023
Il Parlamento di Madrid ha approvato una legge che consente l’interruzione di gravidanza anche per le minorenni senza il consenso dei genitori e una normativa che consente il cambio di sesso fin dall’adolescenza. Chi fa obiezione di coscienza o semplicemente manifesta contro rischia il carcere. Il commento del presidente del Movimento per la vita Marina Casini: “Una miscela di ideologia gender e abortismo radicale che soffoca la libertà di pensiero e di opinione”
La normativa approvata in questi giorni dal Parlamento spagnolo riguardante l’uguaglianza reale ed effettiva delle persone “trans” nonché la «salute sessuale e riproduttiva e l’interruzione volontaria di gravidanza» è un cumulo di aberrazioni antropologiche e giuridiche. Basta scorrere i punti principali per rendersene conto. Tutto ruota attorno al dogma laicista dell’autodeterminazione autoreferenziale e assolutizzata, una sorta di idolatria ideologica che calpesta l’umano e l’uomo e che non mancherà di manifestare gravi contraccolpi nella vita personale, nelle relazioni e nella società. Una miscela di ideologia gender e abortismo radicale che si trasforma in una dittatura arrogante che soffoca la libertà di pensiero e di opinione.Lo stravolgimento totale dei diritti e prima ancora della persona. Un attentato letale anche alla democrazia. Basta dare un’occhiata ai punti fondamentali. Facilitazioni per l’aborto anche per le minorenni, congedo pagato dallo Stato per “mestruazioni invalidanti” (un eufemismo per dire aborto), la transessualità come normalità e “diritto alla libera autodeterminazione di genere” per ragazze e ragazzi dai 16 anni in su, obiezione di coscienza calpestata, sanzioni per chi manifesta a favore del diritto a nascere e della rilevanza sociale della differenza sessuale maschile-femminile. «Un regime democratico può essere in netto declino morale a causa di molti fattori – si legge nel comunicato della Federazione europea One of Us ̶ ma forse non c’è niente di più grave della corruzione dei legislatori e dei giudici e in particolare di quanti hanno il potere di decidere in tema di diritti umani avendo dalla loro parte il potente sostegno dei media. Sono i nuovi moralisti, che chiamano bene il male e male il bene e che non tollerano che siano messi in discussione i loro “diktat”. Guai a cercare di scalfire la copertura di menzogna che riveste la pretesa di chiamare “diritto umano” la disumanizzazione».Parole del tutto condivisibili. È evidente che le aggressioni contro la vita umana e la famiglia sono divenute sempre più frequenti e sofisticate e che l’attacco ha come obiettivo quello di cambiare il modo di pensare dei popoli, cioè di cambiare i criteri del giudizio morale e giuridico. Le pretese e le rivendicazioni non solo non si fermano di fronte alla morte inflitta ai molti figli in viaggio verso la nascita o appena generati in provetta, né si fermano davanti alle possibili manipolazioni della dimensione sessuata dell’uomo e della donna, ma anzi ritengono che tutto questo diventi prassi normale soffocando anche il sussulto della coscienza e ignorando la delicatezza e la complessità dell’età evolutiva. Anche questa è una guerra, le cui armi sono l’inganno, la menzogna, la censura, la propaganda, l’intimidazione.Un assedio che sembra invincibile anche perché non riguarda solo la Spagna, ma è presente – dove più massicciamente, dove meno – in tutto il mondo. Che fare? Con la consapevolezza dei tempi lunghissimi che richiedono i processi storici, specialmente quelli legati alla cultura, alla mentalità, l’atteggiamento da tenere non dovrebbe essere quello della resistenza in trincea o della ritirata impaurita, ma quello dell’avanzata propositiva per costruire tenacemente, mattone dopo mattone, unendo le forze, una nuova cultura della vita. Non si tratta di fare scudo al passato, ma di edificare l’avvenire su un più alto livello di civiltà e di umanità. Il punto di partenza? Lo sguardo umile e penetrante sullo “scartato” per eccellenza: l’uomo appena concepito. Uno di noi, il simbolo di ogni emarginazione e di ogni rifiutato. Se una società, con la forza dispiegata delle sue leggi e delle sue istituzioni, permette che vengano uccisi ̶ usiamola questa parola, ogni tanto! ̶ i suoi figli più piccoli, se la maternità durante la gravidanza non è un valore da accogliere e custodire anche aiutando veramente le donne di fronte alle difficoltà, se ogni pretesa diventa “diritto” dimenticando che il fondamento dei diritti è l’inerente e uguale dignità di ogni vita umana, che cosa possiamo sperare?