Abbiamo intervistato l’Assessore alle Culture, Identità e Autonomie di Regione Lombardia, Cristina Cappellini. Laureata in Giurisprudenza, ha maturato esperienza in ambito legislativo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Camera dei deputati. Con una spiccata passione per l’attività letteraria, è autrice di testi poetici e di narrativa. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti in concorsi letterari in ambito nazionale.
Sabato 17 ha aperto i lavori del Convegno “Difendere la Famiglia per difendere la Comunità“, ma nei giorni precedenti ha sostenuto e difeso l’evento contro le pressioni mediatiche scatenate proprio perché è stata la Regione Lombardia, come istituzione, a organizzare il convegno, rompendo il presunto consenso intorno al presupposto ideologico che la “famiglia non esiste più” anzi è solo una costruzione sociale.
Siamo grati all’Assessore per la determinazione e il coraggio dimostrato. Le abbiamo fatto qualche domanda sul convegno e sul prossimo futuro.
Siamo stati spettatori di una straordinaria mobilitazione dei media contro il convegno “difendere la famiglia per difendere la Comunità”, ma allo stesso tempo di un’altrettanta straordinaria mobilitazione del “popolo della famiglia”. Ve lo aspettavate?
Sapendo quanto questi temi siano di frequente oggetto di strumentalizzazione e accanimento da parte di chi ha idee diverse dalle nostre mi aspettavo qualche polemica. Non mi aspettavo le minacce e le intimidazioni che sono seguite alla mobilitazione dei media e non mi aspettavo di certo che la Questura sarebbe stata costretta a predisporre un sistema di sicurezza così imponente come quello che abbiamo visto. È stata montata ad arte una campagna diffamatoria contro la Regione e i promotori del convegno al di fuori di ogni ragionevolezza. Detto ciò, passando alla faccia positiva della medaglia, mi aspettavo una grande partecipazione ma ciò a cui abbiamo assistito, in termini di presenze di difensori della famiglia, è stato un evento straordinario, al di sopra delle aspettative iniziali. E la cosa altrettanto straordinaria è la mobilitazione che il successo del nostro convegno sta generando a sostegno della nostra causa, a sostegno della famiglia. Abbiamo generato un effetto domino incredibile.
Ora le polemiche si stanno placando, la Regione Lombardia si è esposta e con il Presidente Maroni ha preso un impegno importante a settembre, durante Expo, facendosi promotrice di un osservatorio (permanente?) che ha come oggetto la famiglia. La Regione dunque rilancia. Concretamente cosa vi aspettate?
La Regione vuole ripartire subito dall’esperienza straordinaria del convegno del 17 e sta già lavorando alle prossime iniziative, in continuità con quanto fatto finora. Ci aspettiamo un forte sostegno da parte di tutte le realtà (cattoliche e laiche) che si trovano accomunate da valori e idee comuni. Sabato abbiamo toccato con mano l’importanza di essere una comunità compatta, ma non omologata, che vuole continuare a lavorare insieme.
Il Convegno sembra essere stato più una linea di partenza che un punto di arrivo. Il “popolo della famiglia” ora si aspetta anche azioni concrete. Cosa pensate di fare.
Bisogna continuare sulla strada tracciata, con la stessa determinazione e lo stesso impegno. La Regione ci crede e l’ha già ampiamente dimostrato. Partiremo dalla costituzione di un organismo permanente sulla famiglia, che faccia da supporto alla giunta regionale e promuoveremo insieme un grande evento internazionale sullo stesso tema a settembre durante l’Expo.
E’ inutile nascondersi c’è un problema culturale di fondo, dal ’68 ad oggi la famiglia è stata considerata dalla sinistra il nemico numero uno e gli stessi governi di centrodestra non sono riusciti a introdurre il fattore famiglia nella vita pubblica.
Secondo lei la Regione può essere protagonista anche di una rinnovata cultura della famiglia?
La Regione deve essere protagonista di una sfida culturale per tutelare la famiglia, che le politiche della sinistra hanno logorato e stanno continuando a logorare nelle sue fondamenta, oltre che nelle scarse politiche di sostegno alla famiglia stessa. Regione Lombardia ha approntato e sta approntando molte misure in tal senso ma oltre a ciò ha la forza e le capacità necessarie per essere protagonista anche di un rilancio di tipo culturale.
Ultima domanda sul convegno, prima di cominciare a lavorare: vi è piaciuto?
Molto! Peccato che dei contenuti i media abbiano riportato poco o nulla. Ma chi era presente è tornato a casa sicuramente più informato e con grandi emozioni che conserverà a lungo.
Grazie ancora e “avanti tutta”!
Michelangelo Longo