Ignazio Cantoni, Cristianità n. 423 (2023)
Traccia rivista e ampliata, predisposta per l’introduzione al convegno Giovanni Cantoni, Alleanza Cattolica e la storia dell’Italia contemporanea, organizzato da Alleanza Cattolica, presso la Sala Corrado Sforza Fogliani (già dei Depositanti) del PalabancaEventi, della Banca di Piacenza, il 30-9-2023.
Signore e Signori buon pomeriggio,
ringrazio sentitamente l’avvocato Domenico Capra, vicepresidente della Banca di Piacenza, per l’ospitalità e per essere presente qui con noi.
Vi do il benvenuto a nome di Alleanza Cattolica al convegno dal titolo Giovanni Cantoni, Alleanza Cattolica e la storia dell’Italia contemporanea, volto anche a presentare due testi: Scritti sulla Rivoluzione e sulla nazione. 1972-2006, che raccoglie scritti sullo Stato moderno del Fondatore di Alleanza Cattolica Giovanni Cantoni (1938-2020) (1), e «Costruiremo ancora cattedrali». Per una storia delle origini di Alleanza Cattolica (1960-1974), scritto da Oscar Sanguinetti e PierLuigi Zoccatelli (2), entrambi soci dell’Associazione.
Ci troviamo di nuovo, per il terzo anno (3), in questa splendida cornice del PalabancaEventi, grazie alla generosa ospitalità della Banca di Piacenza. La location è occasione di un ricordo grato e pieno di affetto al nostro amico e benefattore avvocato Corrado Sforza Fogliani (1938-2022) (4), scomparso pochi mesi fa, che per tanti anni è stato presidente della Banca stessa, e che, nel 2021, ci ha invitato a tenere un convegno sul suo amico del liceo Giovanni Cantoni.
Ci troviamo peraltro nella già Sala dei Depositanti, oggi rinominata, in suo onore, Sala Corrado Sforza Fogliani.
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Il tema principale di oggi è di fondamentale importanza, e la pubblicazione degli studi del Fondatore è decisamente opportuna.
Tuttavia, desidero sensibilizzare tutti voi presenti su un aspetto, che costituisce la premessa del nostro essere qui; tale premessa è certamente presente in noi — lo vedrete — e pertanto non è mia volontà «tirare le orecchie» a nessuno ma sottolineare un’esigenza.
Credo che sia esperienza comune, almeno una volta durante il proprio corso di studi, avere l’aula di classe mezza vuota in occasione di una prova scolastica particolarmente temuta; e avere assistito, in quell’occasione, alla bizzarra esperienza del professore che sgridava i presenti per l’assenza dei loro compagni.
Non voglio commettere lo stesso errore oggi.
La premessa cui alludevo è la necessità di studiare la storia.
Il botanico deve sapere come si sviluppa una pianta — a partire dal seme — per svolgere adeguatamente le proprie attività.
Il medico deve ricostruire il passato dei propri pazienti, attraverso l’anamnesi, per conoscere tutti gli elementi utili a curarlo: tare ereditarie, malattie e terapie pregresse, interventi subìti, abitudini, e così via.
L’ingegnere civile stesso deve, con l’ausilio del geologo, conoscere la storia del terreno su cui edifica.
Un popolo, e i suoi governanti, devono conoscere la storia delle proprie istituzioni per poter comprendere su quali linee di forza epocali — loro origine e loro direzione — sono nate le condizioni istituzionali, politiche, sociologiche, in una parola culturali che li caratterizzano al presente (5).
Lo studio della storia, in definitiva, permette di vedere il film e non limita la propria attenzione al singolo fotogramma; perché lo studio di quest’ultimo, per quanto condotto con precisione, non è sufficiente nemmeno alla comprensione del medesimo fotogramma, ove questo non sia inserito nel continuum della narrazione.
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Torno, quindi, al ricordo dell’insegnante infuriato con i presenti per l’assenza degli assenti: qui non si tratta di infuriarsi con nessuno, ma di ricordare con pazienza al nostro prossimo la necessità vitale di studiare la propria storia, per avere un giudizio corretto sul proprio presente; e il giudizio corretto è l’unico modo per prendere decisioni corrette.
La prudenza (6), che è la prima delle virtù cardinali, è la capacità di prendere decisioni consapevoli e responsabili, e ogni decisione è l’armonia fra due dimensioni: la conoscenza dei princìpi che regolano le cose, da un lato, e la ricognizione accurata dei dati di fatto, dall’altro; se manca una delle due dimensioni, il giudizio non sarà prudente.
Come noto, il Fondatore di Alleanza Cattolica amava ripetere che «[…] sbagliare “storia” significa sbagliare “politica”» (7); dobbiamo non solo studiare noi la storia, ma sensibilizzare chi non la studia a farlo, per essere tutti cittadini consapevoli e responsabili.
Se ciò non avviene, troppi cittadini, e troppo spesso, prenderanno le decisioni politiche sulla base principalmente non della ragione e dell’esperienza — ricordo la bella definizione di storia data da Joseph de Maistre (1753-1821) di «politica sperimentale» (8) — ma del cuore e della pancia. E ciò produce, ahimè, disastri.
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Oggi, in Piacenza, in questi minuti, il venerabile don Giuseppe Beotti (1912-1944), sacerdote trucidato dai nazional-socialisti nel 1944, viene dichiarato beato (9); quanto stiamo facendo qui, a qualche centinaio di metri dalla cattedrale, non è altro, ma è profondamente legato a questo evento così importante e di cui desideriamo essere parte viva.
Non credo ci sia ammonimento migliore del sacrificio di don Beotti per richiamare tutti alla necessità della storia e della memoria, contro Stati che si fanno Dio negando i propri limiti, e che promettono di occuparsi di te «dalla culla alla bara» — ma poi si scopre che l’unica cosa che realmente importa loro è la bara.
Ignazio Cantoni
Note:
1) Cfr. Giovanni Cantoni, Scritti sulla Rivoluzione e sulla nazione. 1972-2006, a cura e con una premessa di Oscar Sanguinetti, e con una nota bio-bibliografica sull’Autore di Francesco Pappalardo, Cristianità, Piacenza 2023 (per un disguido in fase di stampa il frontespizio del volume reca il titolo Saggi sulla Rivoluzione e sulla nazione).
2) Cfr. O. Sanguinetti e PierLuigi Zoccatelli, «Costruiremo ancora cattedrali». Per una storia delle origini di Alleanza Cattolica (1960-1974), prefazione di Marco Invernizzi, D’Ettoris Editori, Crotone 2022; cfr. anche la recensione di Daniele Fazio, in Cristianità, anno LI, n. 420, marzo-aprile 2023, pp. 67-78.
3) Cfr. le cronache dei precedenti incontri: Per la maggior gloria di Dio, anche sociale. In memoria di Giovanni Cantoni (1938-2020). Piacenza, 25 settembre 2021, in Cristianità, anno XLIX, n. 411, novembre-dicembre 2021, pp. 3-6; e I media cattolici oggi. Fra nuova evangelizzazione e trasformazione digitale. Piacenza, 15 ottobre 2022, ibid., anno L, n. 417, settembre-ottobre 2022, pp. 71-72.
4) Cfr. Corrado Sforza Fogliani (1938-2022), ibid., anno LI, n. 419, gennaio-febbraio 2023, pp. 71-74.
5) Cfr. Gonzague de Reynold (1880-1970), La Casa Europa. Costruzione, unità, dramma e necessità, presentazione e cura di G. Cantoni, D’Ettoris Editori, Crotone 2015.
6) Cfr. Josef Pieper (1904-1907), La prudenza, con prefazione di Giovanni Santambrogio, Morcelliana-Massimo, Brescia-Milano 1999.
7) G. Cantoni, «Fermiamo il partito radicale di massa», in Cristianità, anno XXII, n. 225-226, gennaio-febbraio 1994, p. 11.
8) Joseph de Maistre, Della sovranità del popolo, trad. it., a cura di Riccardo Albani, Editoriale Scientifica, Napoli 1999, p. 94.
9) Cfr. Francesca Sabatinelli, Beatificato Don Beotti, Semeraro: martire del nazismo, scelse la carità pastorale, in <https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2023-09/beatificato-don-beotti-martire-semeraro-carita-pastorale-scelta.html>; e Don Giuseppe Beotti è beato. Il Papa ne riconosce il martirio «in odium fidei», in <https://www.liberta.it/news/cronaca/2023/09/30/don-giuseppe-beotti-e-beato-il-papa-ne-riconosce-il-martirio-in-odium-fidei> (gli indirizzi internet dell’intero articolo sono stati consultati il 31-10-2023).