Benedetto XVI, Cristianità n. 354 (2009)
Nel 2008 è stato inaugurato presso la Theologische Fakultät di Paderborn, in Germania, il Josef Pieper Arbeitsstelle (<http://josef-pieper-arbeitsstelle.de>). Si tratta di un centro studi sulla vita e l’opera di uno dei maggiori filosofi tedeschi del secolo XX. Josef Pieper (1904-1997) è stato professore dell’Università di Münster per 50 anni e ha prodotto un’opera che si segnala per l’interpretazione dei filosofi classici, specialmente di Platone (427-347 a.C.) e di san Tommaso d’Aquino (1225 ca.-1274).
Per salutare l’iniziativa della Facoltà di Teologia di Paderborn, di cui è rettore il professor Berthold Wald — coordinatore del Josef Pieper Arbeitsstelle e curatore delle opere complete di Pieper, pubblicate in 11 volumi e un CD-Rom dalla Meiner Verlag, di Amburgo, sempre in Germania —, Papa Benedetto XVI ha inviato una lettera all’arcivescovo Hans-Josef Becker, datata 4 luglio 2009. In essa, Sua Santità invoca “la benedizione di Dio” sul nuovo Centro e commenta l’opera di Pieper.
Di seguito presentiamo una traduzione inedita di questa lettera di Papa Benedetto XVI sul Josef Pieper Arbeitsstelle, Papst-Brief zur Josef Pieper Arbeitsstelle, in <http:// josef-pieper-arbeitsstelle.de/?id=77>. Traduzione e titolo redazionali.
Città del Vaticano, 4 luglio 2009
Lettera a S. E. mons. Hans-Josef Becker, Arcivescovo di Paderborn
Eccellenza!
Stimatissimo e caro signor Arcivescovo!
Con grande gioia ho appreso la notizia dell’istituzione del Centro di Ricerca Josef Pieper nella Facoltà Teologica di Paderborn. Gli scritti di Josef Pieper sulle virtù cardinali sono stati una delle mie prime letture filosofiche quando, nel 1946, ho iniziato gli studi universitari. Hanno risvegliato in me il piacere per il pensiero filosofico, la gioia per la ricerca razionale delle risposte alle grandi domande della nostra vita. Mi hanno anche insegnato che i grandi pensatori del tempo passato, con la loro lotta per la verità, sono assolutamente attuali e che la filosofia non invecchia se è rettamente e umilmente sulla via della verità.
Da allora in poi non mi sono più perso nessun libro di Pieper e dalla loro lettura ho tratto profitto e ristoro.
Nei miei anni a Münster (1963-1966) ho avuto poi la fortuna di trovare l’amicizia del Maestro, che mi ha accompagnato fino alla sua morte, un’amicizia per la quale posso provare solo riconoscenza. So che oggi vi sono voci che sostengono che Pieper non è propriamente un filosofo, ma piuttosto un divulgatore di filosofia, che ha potuto fornire ad altri una prima introduzione alla filosofia.
Sono convinto che questa opinione sia un grande errore. È vero che Pieper non teneva affatto a praticare la filosofia in modo rigorosamente “scientifico”, nel senso dell’attuale disciplina universitaria.
Nel suo grande contributo sull’interpretazione ha mostrato, in linea con C[live]. S[taples]. Lewis [1898-1963], che tale ambiziosa scientificità diventa una specie di anestesia nei confronti della questione della verità: la “scientificità” costringe a limitarsi a quanto può essere documentato, ma in tal modo restringe la visuale ed esclude poi praticamente la questione della verità, che non si può limitare unicamente a quanto è documentabile. Certamente Pieper era capace di scrivere lavori rigorosamente scientifici, come si può vedere facilmente nella collezione della sua Opera omnia. Ma si atteneva inflessibilmente al fatto che filosofia, oltre tutte le questioni particolari, è ricerca di quel tutto, che non può essere costretto nel canone metodico creato dalle scienze naturali, ma pretende un’apertura e una larghezza della ragione che supera un tale canone.
Josef Pieper è per me un vero filosofo, esemplare e profondamente attuale, proprio perché non si è lasciato intimorire dalla grandezza della questione e dai pericoli della via, ma ha insistito sul fatto che vi dev’essere la ricerca del tutto, della verità stessa, e che solo questo è vera filosofia. Sapeva che possiamo affrontare queste questioni solo ponendoci in ascolto dei grandi di tutti i tempi e che la filosofia, nella grandezza del suo compito, dev’essere anche sempre pronta ad ascoltare e a meditare le risposte che vengono dalla fede e dalla sua forma particolare di ascolto. Il fatto che sapesse formulare le domande e le risposte senza la rigidità di una lingua forzosamente erudita, ma con una lingua bella e comprensibile, è a mio avviso un indizio che era un vero filosofo. Per tutti questi motivi Pieper è oggi attuale e importante. Così auguro al nuovo centro di ricerca la benedizione di Dio per gli obiettivi che si è proposto.
A Lei, stimatissimo e caro Arcivescovo, i miei cordiali saluti e benedizione
Suo nel Signore
Benedetto XVI