Da Avvenire on line del 03/08/2021
Washington bombarda con i pochi aerei rimasti per contrastare i taleban
New York
Di fronte all’avanzata impetuosa dei taleban in Afghanistan, gli Stati Uniti hanno ripreso a bombardare i militanti che assediano Kandahar, Herat e Lashkar Gah. Le forze Usa avrebbero colpito diverse volte i miliziani quando questi hanno cercato di entrare nelle città. La situazione nel Paese è precipitata dopo il ritiro delle truppe internazionali e statunitensi, avviato il primo maggio e già concluso al 95 per cento, ben prima della scadenza dell’11 settembre indicata da Joe Biden. Negli ultimi mesi, i combattenti hanno preso il controllo di decine di distretti rurali e si sono quindi lanciati alla conquista delle principali città del Paese. Un’avanzata inarrestabile che il presidente afghano Ashraf Ghani ha imputato agli americani, accusati di essersi ritirati in modo «improvviso». Le forze governative hanno già subito forti perdite a Lashkar Gah, capoluogo della provincia di Helmand, che, prima dei raid americani, stava per cadere sotto il controllo dei taleban. Nel fine settimana si è verificata una escalation nei combattimenti, che ha spinto migliaia e migliaia di civili a fuggire dalle proprie case.
I taleban hanno lanciato attacchi coordinati al centro e al carcere, soltanto poche ore dopo che il governo aveva annunciato il dispiegamento di centinaia di soldati nell’area. Gli abitanti descrivono una situazione in peggioramento, con blackout, scontri, ospedali pieni, mancanza di farmaci e mezzi di comunicazione fuori uso. La provincia ospita ampie distese di campi di papaveri da oppio, da cui pro- viene un’importante parte dell’eroina commercializzata nel mondo. Gli scontri sono divampati anche in alcuni distretti di Kandahar, ex bastione taleban, e alla periferia del capoluogo provinciale. Domenica i fondamentalisti hanno attaccato l’aeroporto locale, danneggiando la pista e costringendo alla sospensione dei voli per ore. Anche a Herat centinaia di soldati combattono da giorni contro gli estremisti. La presa di un importante centro urbano porterebbe lo scontro a un nuovo livello, alimentando la preoccupazione che l’esercito di Kabul non sia in grado di controllare il Paese. Ma Ghani, intervenuto al Parlamento di Kabul, ha assicurato che «nei prossimi sei mesi» i taleban saranno respinti, perché le forze afghane sono all’altezza e hanno la »capacità » di sconfiggere gli insorti. Ghani ha accusati gli Usa di aver provocato il deterioramento della sicurezza, sostenendo che Kabul aveva avvertito Washington delle «conseguenze disastrose» di un ritiro troppo rapido. Dopo la sua dichiarazione, le Camere in una nota congiunta hanno dichiarato il loro sostegno ai diritti umani e delle donne, e alla libertà di parola, dicendo di essere schierati con l’esercito nazionale afghano, «che sacrifica la propria vita per la nazione».
Dagli Usa, nel frattempo, l’Amministrazione Biden amplia gli sforzi per evacuare i cittadini afghani che hanno collaborato con gli americani e che sono messi in pericolo dall’avanzata dei taleban. Il dipartimento di Stato ha annunciato l’estensione delle categorie che avranno diritto allo status di rifugiati negli Usa, includendo attuali ed ex dipendenti delle testate giornalistiche e delle agenzie di sviluppo radicate in territorio statunitense, oltre ad altre organizzazioni che ricevono fondi da Washington. Il dipartimento ha parlato di «molte migliaia» di afghani e loro familiari che potranno insediarsi permanentemente negli Usa.