di Michele Brambilla
Nel “giorno solenne, che, nel suo numero sacro e profetico, ricorda arcanamente la raggiunta pienezza del mistero pasquale” (Messale Ambrosiano, prefazio della Messa del giorno) Papa Francesco celebra un grande pontificale in piazza S. Pietro. E’ Pentecoste ed è pure il 50° anniversario della nascita del movimento di Rinnovamento carismatico cattolico, massicciamente presente alla celebrazione.
Il Papa nell’omelia ricorda il computo liturgico. “Si conclude oggi il tempo di Pasqua, 50 giorni che dalla risurrezione di Gesù alla Pentecoste sono contrassegnati in modo speciale dalla presenza dello Spirito Santo. E’ Lui, infatti, il dono pasquale per eccellenza, è lo Spirito creatore che realizza sempre cose nuove”. La prima novità portata dallo Spirito è proprio la Chiesa, vista come “popolo nuovo” secondo la qualifica che ne dà sapientemente Lumen gentium cap. II, dove si spiega che essa eredita le promesse antiche e le porta a compimento nella nuova compagine, radunata da Dio da “ogni nazione che è sotto il cielo” (At. 2, 1-11).
“Il medesimo Spirito crea la diversità e l’unità”, infatti “in ogni epoca fa nascere carismi vari”, poi “ricompone l’armonia”. L’unità secondo Dio “non è uniformità, ma unità nella differenza”. Il Papa mette pertanto in guardia dal cercare la diversità senza l’unità: “succede quando si formano schieramenti e partiti, quando ci si irrigidisce su posizioni escludenti o ci si chiude nei propri particolarismi, magari ritenendosi migliori”. Si diventa “tifosi” di parte anziché fratelli e sorelle, “cristiani “di destra” o “di sinistra” prima che di Gesù”, con il pericolo di trasformarsi in “custodi inflessibili del passato o avanguardisti del futuro prima che figli umili e grati della Chiesa”. Il secondo pericolo denunciato è imporre l’uniformità: “la libertà senza la diversità, (…) obbligo di fare tutto assieme e allo stesso modo”.
I cattolici divisi dalle polemiche intestine si devono riscoprire “figli umili e grati della Chiesa. (…) La nostra preghiera allo Spirito Santo è chiedergli la Sua unità”, grazie alla quale arriviamo a dire “la nostra Chiesa (…), nostra madre e nostra casa”, non la loro, la mia, la tua. Cristiani con il medesimo compito missionario. Ecco perché il Papa firma proprio oggi il messaggio per la Giornata missionaria mondiale, che si terrà ad ottobre, e si sta pensando, per il 2018, ad un intero mese dedicato alla riflessione sulla missione, magari in contemporanea al Sinodo sui giovani. Lo stesso Signore è consapevole delle debolezze dei discepoli, pertanto, anziché inveire sugli Apostoli intimoriti nel cenacolo, il Risorto dona loro la Sua misericordia e li invia di nuovo, con lo Spirito, per le strade del mondo.
“Lo Spirito Santo sostenga la missione della Chiesa nel mondo intero e dia forza a tutti i missionari e le missionarie del Vangelo. Lo Spirito doni pace al mondo intero; guarisca le piaghe della guerra e del terrorismo, che anche questa notte, a Londra, ha colpito civili innocenti: preghiamo per le vittime e i familiari”. Mentre pronuncia queste parole, il Papa ha presente anche il dramma che sta vivendo la diocesi di Marawi nelle Filippine, devastata da militanti islamici vicini all’ISIS, come abbiamo documentato nei giorni scorsi sulle pagine del nostro sito.