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La città terrena, tappa dell’itinerario tra il Paradiso Terrestre e la Gerusalemme Celeste

30 Ottobre 2021 - Autore: Mario Vitali

Allegoria del Buono e del Cattivo governo

“Il cristiano che trascura i suoi impegni temporali, trascura i suoi doveri verso il prossimo, anzi verso Dio stesso, e mette in pericolo la propria salvezza eterna”. (Gaudium et Spes, 43)


di Mario Vitali

Le parole del documento conciliare confermano quanto fin dal principio la Chiesa ha insegnato a proposito dell’importanza di adempiere ai propri doveri sociali e politici in quanto atto di amore verso Dio e verso il prossimo e dal quale può dipendere perfino la salvezza eterna.

Fra il 1338 e il 1339 il grande pittore senese Ambrogio Lorenzetti (1290-1348) realizza una delle opere più importanti del medioevo, sia per ciò che riguarda l’aspetto artistico sia per il suo contenuto religioso e sociale assieme.

L’opera conosciuta come “Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo” è costituita da un duplice ciclo di affreschi su pergamena, commissionato dal governo senese e conservato nel Palazzo Pubblico di Siena nella Sala del Consiglio dei Nove. L’opera aveva lo scopo di ricordare ai governanti le loro responsabilità nell’esercizio dell’azione di Governo davanti a Dio e davanti agli uomini, e mostra gli esiti che le azioni del governo avrebbero avuto sui singoli e sulla collettività.

Entrambe i cicli sono ricchissimi di simbologia, ogni particolare degli affreschi ha sempre un significato teologico e sociale.

Allegoria del Buon Governo

    

Il ciclo del Buon governo pone a sinistra della scena del primo affresco la Sapienza Divina che con la mano sinistra tiene un libro, simbolo di eterna saggezza, e con quella destra regga la giustizia che tiene una bilancia sui cui piatti due angeli amministrano i due rami della giustizia, quella distributiva e quella commutativa. Diretta conseguenza della giustizia è la Concordia dalla quale parte una corda che unisce il popolo senese in pace.

Sul lato destro è raffigurato il buon governo della città con i colori di Siena. Il governo senese è rappresentato da un monarca che regge uno scudo con l’immagine della Vergine e del Bambino eletti a protettori della città; sopra il sovrano sono visibili le tre virtù teologali: la Fede, la Speranza e la Carità, al fianco del governo le altre virtù: la Giustizia, la Temperanza, la Prudenza e la Fortezza.

La giustizia sembra essere l’elemento centrale nell’esercizio del governo, essa è la regolatrice di tutti i rapporti tra le istituzioni e il popolo e tra le varie categorie in cui si articola la società.

Il ciclo del Buon governo presenta altri due affreschi che mostrano gli effetti positivi dell’operato dei buoni governanti sulla città che si presenta ricca di begli e lussuosi edifici; gli studi, l’artigianato e i commerci prosperano. Non solo la vita economica prospera, ma anche la vita in tutti i suoi aspetti, il matrimonio, la musica, l’arte e la bellezza.

A sinistra del buon governo Lorenzetti ha posto il Cattivo governo.

Il cattivo governo

Purtroppo parte dell’affresco è compromesso è quindi impossibile una sua completa lettura.

Al centro, seduta in trono, la Tirannide, figura mostruosa con corna e zanne, ai suoi piedi un capro, simbolo demoniaco, rappresenta il male, il disprezzo per l’organizzazione pacifica della città. La Tirannide è attorniata da i primi tre vizi: l’Avarizia, la Superbia e la Vanagloria. L’Avarizia tiene in mano un uncino, strumento predatorio, e due borse con aperture strette a significare l’accumulo di beni che non vengono redistribuiti per il bene comune ma accumulati dallo stato rimanendo infruttuosi; la Superbia con la spada e un giogo, simboli di oppressione; la Vanagloria che tiene in mano uno specchio, simbolo di vanità, e una fronda secca segno contemporaneamente di inutile orgoglio e di infruttuosità.

Al suo fianco seguono gli altri sei vizi: la Crudeltà che mostra un serpente a un neonato a voler significare la volontà di terrorizzare il popolo con false notizie per aumentane le paure e per meglio soggiogarlo; il Tradimento con una agnello con coda di scorpione simbolo di ipocrisia; la Frode con le ali e gli artigli; il Furore rappresentato con testa di cinghiale, torso di uomo, corpo di cavallo e coda di cane a rappresentare l’ira dei potenti verso chi si oppone ai loro disegni, impugna un pugnale, segno di distruzione. Seguono poi la Divisione con un mano una sega simbolo di discordia e, infine, la Guerra con spada e scudo, il suo abito nero segno di morte e di lutto.

Sotto l’immagine della Tirannide la Giustizia è incatenata con i piatti della bilancia capovolti a significare l’impossibilità di amministrare la giustizia.

L’insieme è caratterizzato da un’atmosfera opprimente espressa da colori scuri ed è antitetico rispetto alla rappresentazione del Buon Governo. Gli edifici sono pericolanti e il popolo è animato da una frenetica attività distruttiva, le campagne desolate e incendiate da eserciti invasori.

L’opera di Ambrogio Lorenzetti è unica nel suo genere sia per la complessità delle scene, sia per il tema svolto negli affreschi che pongono in evidenza l’importanza della politica quale strumento di carità. Così si esprimeva Papa Benedetto XVI in occasione del VII Incontro mondiale delle famiglie (Milano, 2 giugno 2012) “Possiamo raccogliere un prezioso invito da sant’Ambrogio: a quanti vogliono collaborare al governo e all’amministrazione pubblica, il santo richiede che si facciano amare. Nell’opera De officiis egli afferma: “Quello che fa l’amore, non potrà mai farlo la paura. Niente è così utile come farsi amare”. D’altra parte, la ragione che muove e stimola la vostra operosa e laboriosa presenza nei vari ambiti della vita pubblica non può che essere la volontà di dedicarvi al bene dei cittadini, e quindi una chiara espressione e un evidente segno di amore. Così, la politica è profondamente nobilitata, diventando una elevata forma di carità”.

Sabato, 30 ottobre 2021

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