Scritti negli anni ’50 del secolo passato da Romano Guardini*, i due saggi “la fine dell’epoca moderna” e “il potere“, raccolti dalla casa editrice in un unico volume, raccolgono le riflessioni dell’autore sulla modernità come paradigma culturale e sulla sua crisi, evidente dopo Hiroshima, ma che avrà la sua ratifica ufficiale con la caduta del muro di Berlino, nel 1989.
La fine dell’epoca moderna
Il concetto di modernità ha le sue origini dalla rottura che l’uomo compie durante il Rinascimento con l’immagine che l’uomo aveva del mondo fino al Medioevo. Fino ad allora l’uomo viveva in uno stato di unità armonico e ordinato alla causa prima, Dio. L’uomo si sente nella realtà, nella natura creata di cui ha scoperto il senso con l’incarnazione del Cristo. Il suo agire teneva conto dell’immagine unitaria del mondo, ne doveva essere coerente.
Con la Rinascenza l’uomo si pone di fronte alla natura, trasferendo il centro esistenziale dalla causa prima, Dio, al proprio io rompendo l’unità esistenziale dell’uomo medioevale. Questo passaggio rivoluziona in maniera radicale l’immagine che l’uomo ha del mondo. L’io diventa la norma di riferimento che ha come suo contro-altare la natura, ancora troppo “grande” per l’uomo rinascimentale e quindi essa stessa normativa.
Nello spazio tra l’io e la realtà si apre un vuoto. Se non sono partecipe della natura come agisco su di essa? L’uomo moderno di fronte alla natura elabora gli strumenti per agire, elabora “cultura” orientata e organizzata dalla natura stessa. Questo approccio isola l’agire dell’uomo che deve rispondere solo al suo io e alle possibilità che la cultura gli offre. Nella modernità non deve rispondere più a leggi che lo superano, che lo coinvolgono e che lo educano.
La potenza che ne consegue diventa libera da ogni vincolo. L’uomo moderno non si educa più all’uso della potenza, non serve educarsi, perché essa si sviluppa “scientificamente“, liberandola così dalla anche dalla responsabilità.
Il potere
Evidentemente, la potenza acquisita nella modernità pone dei quesiti sulla natura del potere e sul suo esercizio. Il potere presuppone due elementi: la capacità di controllare un’energia e la volontà di esercitare tale controllo.
L’uso delle bombe atomiche ha mostrato tutto il limite della moderna cultura e della modernità in genere. L’uomo rinascimentale isolato dal tutto, che si è posto di fronte alla realtà e non dentro al mondo, creato da Dio, al tramonto della modernità ha perso anche l’ultimo riferimento che è la natura su cui oggi ha un potere distruttivo quasi illimitato.
Dunque l’esercizio del potere diventa il punto critico della post-modernità. Il potere presuppone una volontà di esercitarlo e la volontà presuppone, a sua volta, una educazione, un’etica che può nascere solo dall’accettazione di valori superiori accettati e condivisi.
L’uomo post-moderno è in grado di ricostruire un’etica? Potrebbe, ma non sembra volerlo. Il potere, l’esercizio della potenza, gli sembra l’unica via per rispondere alle domande prime della sua esistenza. Sicurezza, pace, il senso della vita, sembrano acquisirsi solo attraverso l’esercizio della tecnica corretta applicata al desiderio. Evidentemente l’approccio non soddisfa l’uomo, la risposta parziale esige altre risposte anche loro parziali, in un gioco che assomiglia a un cane che si morde la coda. Papa Francesco ha definito questo approccio “il paradigma tecnocratico” e nella sua ultima enciclica suggerisce alcune vie per uscirne. La più importante è l’ecologia integrale che altro non è che il tentativo, nella post-modernità, di ricostruire quell’unità spezzata durante il Rinascimento.
Romano Guardini prova anche a dare alcune indicazioni sull’uomo che si troverà a vivere nel futuro, nella post-modernità. Nella sua tesi sembra riecheggiare un concetto tanto caro alla scuola contro-rivoluzionaria: il contemplativo in azione. Egli sembra essere il soggetto che potrà vivere e riconquistare quell’unità perduta di cui non si ha neppure memoria, ma che può rappresentare una chiave per la soluzione alla crisi strutturale dell’occidente e del mondo post-moderno.
*Nacque a Verona nel 1885, in una famiglia di quattro fratelli. Già nel 1886 la famiglia si trasferì a Magonza. Qui Romano Guardini frequentò le scuole, fra cui il gymnasium umanistico, presso il quale superò gli esami finali nel 1903. Dopo avere frequentato per due semestri la facoltà di chimica a Tubinga e tre semestri di economia politica a Monaco di Baviera e Berlino, decise di entrare in seminario.Nel 1910 fu ordinato sacerdote a Magonza. Accademico e scrittore prolifico è considerato uno dei maggiori pensatori cattolici del XX secolo. Nel 1962 dovette cessare la propria attività accademica per motivi di salute, che gli impedirono pure di partecipare al Concilio Vaticano II, quale membro della commissione liturgica. Il Guardini si spense il 1º ottobre 1968 e fu sepolto nel cimitero dei sacerdoti presso l’oratorio di San Filippo Neri di Monaco
Categoria: Saggio
Autore: Romano Guardini
Pagine: 232 pp
Prezzo: € 16,50
Anno: 2015
Editore: Morcelliana
ISBN: 978-88-372-1500-2