Le origini, le battaglie la posta in gioco
Alberto Leoni ha scritto un testo prezioso, divulgativo ma molto documentato. L’autore ripercorre le vicende che hanno portato al conflitto tra l’Ucraina e la Federazione Russa a partire dal 1989, allargando lo sguardo allo scacchiere internazionale che ha influenzato e influenza le scelte dei contendenti.
La descrizione dei fatti permette al lettore di uscire dalle narrazioni polarizzate. L’analisi vede come protagonisti da una parte un Occidente vincitore della Guerra fredda ma gravemente ammalato e portatore, con arroganza, di una globalizzazione economica senz’anima, mentre dall’altra parte si oppone un mondo sconfitto che trova nel clerico-fascismo, secondo l’espressione dell’archimandrita ortodosso Kirill Hovorun, espatriato a Roma (p. 347) del Russkij Mir (l’idea messianica che Mosca sarebbe la terza Roma e che è investita dell’autorità di salvare la fede dopo la caduta di Costantinopoli e la corruzione inguaribile della prima Roma, fede che si è conservata solo nei popoli russi), un nuovo motore ideologico per riconquistare il potere e la statura perduta.
In mezzo al conflitto c’è l’Ucraina. Gli accordi, i patti stipulati nel trentennio dalla caduta del Muro ad oggi vengono analizzati e vagliati con attenzione per arrivare a dire che se da una parte c’è sufficienza e l’arroganza di chi si crede superiore, dall’altra c’è la Federazione russa (l’incarnazione odierna della visione Russkij Mir) che accusa l’Occidente di non rispettare gli accordi presi ma che è la prima a non onorarli, conducendo una guerra ibrida su tutti i fronti, informazione compresa, usando anche la minaccia della guerra nucleare sapientemente amplificata da inconsapevoli o ideologici simpatizzanti occidentali. Così, gli Ucraini sono “colpevoli” di voler camminare con le proprie gambe e per farlo sono disposti al sacrifico estremo, ma hanno bisogno del sostegno delle armi occidentali, come il conflitto ha già dimostrato, pena la sconfitta.
Nel mondo antecedente l’abbattimento del Muro di Berlino i poli erano due e tutte le tensioni geopolitiche ruotavano intorno a questi poli. L’autore ci ricorda, in diversi capitoli, che il mondo oggi ha anche altri e diversi attori che puntano ad allargare la propria sfera di influenza, dove l’ideologia è solo funzionale ai progetti di conquista. Cina e mondo arabo sono gli altri principali protagonisti delle nuove tensioni causate anche dal ritiro dell’Occidente afflitto dai sensi di colpa e minato dalla cancel culture. Ma il ritiro dell’Occidente non favorisce la pace ma permette il costituirsi di uno spazio vuoto, come ad esempio in Africa dove l’abbandono della Francia sta lasciando spazio alla Russia (militarmente) e alla Cina (economicamente).
Il quadro è quello di un mondo in subbuglio: da una parte i nuovi conquistatori e dall’altro l’Occidente ricco e timoroso, a cui l’autore ricorda che le tensioni geopolitiche, la guerra e la lotta fanno parte (purtroppo) dell’umano vivere e se sono passati 80 anni dall’ultimo conflitto che ha coinvolto l’Europa non significa che la guerra sia sparita dall’orizzonte dell’umanità ed è quindi necessario prenderla in considerazione. L’Occidente è entrato in un corto circuito lontano anni luce dal monito latino “si vis pacem para bellum” e questo secondo l’autore rischia di creare le condizioni che travolgeranno l’Europa se rifiuterà di affrontare le sfide così come sono, non secondo gli schemi preconfezionarti del post 1989. La Russia e gli altri attori nel panorama mondiale non si fermano con le sole sanzioni, ma mostrando che l’Occidente è ancora capace di sacrifici importanti per difendere la propria libertà.
Consigliato a chi vuole approfondire le tensioni geopolitiche nel mondo di oggi con l’occhio distaccato di chi cerca di capire cosa sta succedendo.
Categoria: Saggio storico
Autore: Alberto Leoni
Pagine: 432 pp
Prezzo: € 20,00
Anno: 2024
Editore: Ares
Città: Milano
EAN: 9788892984592