
Di Salvatore Dama da Libero del 01/07/2021
Il Partito democratico insiste per approvare il ddl Zan così com’è. Il centrodestra chiede modifiche sostanziali alle parti più controverse del provvedimento. Italia Viva prova a mediare tra le parti. Ma l’operazione sembra molto difficile. Se non impossibile. Con il rischio che il testo sull’omotransfobia venga affossato in aula. Al momento la legge Zan gode del consenso della vecchia maggioranza giallorossa. E secondo i dem può bastare così per forzare i tempi dell’iter parlamentare. Ma il Pd non sta facendo i conti con lo disfacimento dei Cinquestelle. Troppo inaffidabili per reggere l’urto dei voti a scrutinio segreto, circa una ventina, che arriveranno durante il passaggio nell’emiciclo di Palazzo Madama. Ieri il tavolo di maggioranza riunito in Commissione Giustizia ha deciso di aggiornarsi a martedì prossimo. I partecipanti hanno deciso di procedere adottando come testo base quello già approvato alla Camera, fissando a venerdì il termine per la presentazione delle eventuali richieste di modifica da parte dei Gruppi parlamentari. Toccherà poi al presidente della Commissione e relatore del provvedimento, il leghista Andrea Ostellari, fare una sintesi che possa soddisfare tutti. Operazione tutt’altro che facile, viste le premesse. Massimiliano Romeo (Lega) e Anna Maria Bernini (Forza Italia) hanno chiesto di scrivere un nuovo testo, che modifichi la formulazione contenuta attualmente dal ddl Zan agli articoli 1, 4 e 7. I quali trattano l’identità di genere, la libertà di opinione e l’istituzione della giornata nazionale contro l’omotransfobia. Per gli esponenti del Pd (Simona Malpezzi e Franco Mirabelli), del M5s (Andrea Cioffi e Alessandra Maiorino) e di Leu (Loredana De Petris), il testo Zan va bene così ed eventuali richieste di modifica potrebbero essere trattate senza mettere in discussione l’approdo in aula già chiesto in conferenza dei capigruppo per il 13 luglio, che sarà votato il 6 pomeriggio, dopo la nuova riunione del tavolo di maggioranza. «Per noi», spiega la dem Malpezzi, «rimane centrale avere una data certa anche per i lavori stessi della commissione sul Ddl Zan. Il presidente Ostellari raccoglierà le istanze presentate da alcuni gruppi, non da noi e nemmeno da Leu e M5s, e si farà carico di vedere quali sono le modifiche chieste. Sono differenti e su diversi articoli».
Mediazione cercasi
La difficile opera di mediazione è affidata ai renziani. Nel corso della riunione di ieri Davide Faraone e Giuseppe Cucca hanno sottolineato l’importanza di trovare un accordo di maggioranza su una legge contro l’omofobia e hanno messo in guardia i presenti sul rischio del «pantano parlamentare» e dell’affossamento del provvedimento. «Il ddl Zan», sottolinea Faraone, «deve avere un iter veloce e sicuro, affinché si approvi una legge che serve al Paese e per non impantanare il Senato,che dovrà trattare, ad ora, sette decreti prima della pausa estiva. In ogni caso», precisa il renziano, «se non dovesse trovarsi un’intesa, Italia Viva conferma che voterà per portare in aula la legge». «Vogliamo una legge ma scritta bene», ribadisce l’azzurra Bernini. Il capogruppo leghista Romeo è entrato maggiormente nel merito, spiegando che il suo partito ha chiesto «modifiche anche abbastanza sostanziali» e aggiungendo che «si tratta di un tema delicato, non semplice da affrontare, che non auspicherebbe lavori parlamentari affrettati, ma una profonda analisi, a partire dall’articolo 1 sulla questione della definizione del sesso e dell’identità di genere, della fluidità sessuale».