Solo lo Spirito Santo dona libertà e unità. Una preghiera speciale per i cattolici cinesi e colombiani
di Michele Brambilla
Papa Francesco riassume, all’inizio del Regina Coeli del 23 maggio, solennità di Pentecoste, quanto narrato in At 2,1-11: «i discepoli erano riuniti nel cenacolo e con loro c’era la Vergine Maria. Il Signore risorto aveva detto loro di rimanere in città finché non avessero ricevuto dall’alto il dono dello Spirito. E questo si manifestò con un “fragore” che all’improvviso si sentì venire dal cielo, come un “vento impetuoso” che riempì la casa dove si trovavano».
Il primo segno della presenza dello Spirito Santo è quindi il vento, che per definizione non si può ingabbiare in alcun modo. «Questa esperienza rivela», infatti, «che lo Spirito Santo è come un vento forte e libero, cioè ci porta forza e ci porta libertà: vento forte e libero», che detesta gli schematismi umani e ci introduce nell’amore trinitario. «Il giorno di Pentecoste, i discepoli di Gesù erano ancora disorientati e impauriti» dagli avvenimenti del Venerdì Santo, «ma il Signore sa come raggiungerci e aprire le porte del nostro cuore. Egli manda su di noi lo Spirito Santo che ci avvolge e vince tutte le nostre titubanze, abbatte le nostre difese, smonta le nostre false sicurezze. Lo Spirito ci rende nuove creature, così come fece quel giorno con gli Apostoli: ci rinnova, nuove creature», spingendoci ad “uscire” verso i fratelli.
Due sono i doni fondamentali dello Spirito: l’unità e l’universalità. «E oggi», soggiunge il Pontefice, «ci dice tanto questa verità, questa realtà dello Spirito Santo, dove nella Chiesa ci sono dei gruppetti che cercano sempre la divisione, di staccarsi dagli altri. Questo non è lo Spirito di Dio. Lo Spirito di Dio è armonia, è unità, unisce le differenze. Un bravo cardinale, che è stato arcivescovo di Genova, diceva che la Chiesa è come un fiume: l’importante è stare dentro; se tu stai un po’ da quella parte e un po’ da quell’altra parte non interessa, lo Spirito Santo fa l’unità». La citazione è del card. Giovanni Canestri (1918-2015), arcivescovo di Genova dal 1987 al 1995, diretto successore del card. Giuseppe Siri (1906-89).
Lo Spirito Santo non si ferma, di certo, di fronte alle divisioni create dai poteri terreni. Ricordando che il 24 maggio si pregherà a livello universale per la Chiesa in Cina, in concomitanza con la festa patronale del santuario di Sheshan (Shanghai), il Papa commenta: «quanto è buono e quanto è necessario che i membri di una famiglia e di una comunità cristiana siano sempre più uniti nell’amore e nella fede! In questo modo i genitori e i figli, i nonni e i bambini, i pastori e i fedeli possono seguire l’esempio dei primi discepoli che, nella solennità di Pentecoste, erano unanimi in preghiera con Maria in attesa dello Spirito Santo. Vi invito, perciò, ad accompagnare con fervida preghiera i fedeli cristiani in Cina, nostri carissimi fratelli e sorelle, che tengo nel profondo del mio cuore. Lo Spirito Santo, protagonista della missione della Chiesa nel mondo, li guidi e li aiuti ad essere portatori del lieto annuncio, testimoni di bontà e di carità, e costruttori nella loro patria di giustizia e di pace». Francesco chiede di pregare anche per la Colombia: «in questa solennità di Pentecoste prego perché l’amato popolo colombiano sappia accogliere i doni dello Spirito Santo affinché, attraverso un dialogo serio, si possano trovare soluzioni giuste ai molteplici problemi di cui soffrono specialmente i più poveri, a causa della pandemia. Esorto tutti a evitare, per ragioni umanitarie, comportamenti dannosi per la popolazione nell’esercizio del diritto alla protesta pacifica».
Lunedì, 24 maggio 2021